Anche in Cina il connubio videogiochi e fumetti ha stimolato una produzione di nuovi manhua; saranno capaci di competere con Corea e Giappone?
Oggi ci rechiamo in Cina per vedere se qualche altro manhua (manga cinese) possa stuzzicare la nostra curiosità. Fino ad ora l’unico lavoro cinese davvero interessante e degno di nota che mi è capitato tra le mani è Tales of Demons and Gods; il resto non mi ha mai convinto fino in fondo. Riuscirà Your Talent Is Mine a sfatare questo tabù?
Lo spunto iniziale è sempre quello dell’invasione dimensionale da parte di creature simili a mostri fantasy. Questo disastro è avvenuto oltre cento anni addietro e con esso si sono risvegliati i poteri di alcuni uomini. La battaglia è stata dura, ma alla fine l’umanità è sopravvissuta trovando un equilibrio con queste creature. La società è cambiata e ci troviamo immersi in una realtà a metà tra il nostro stile di vita e quello di un videogioco fantasy.
A dispetto dei molteplici prodotti coreani che iniziano la loro narrazione più o meno allo stesso modo, questa volta non ci sono seconde possibilità da elargire, come invece accade in Solo Leveling o in prodotti simili. Il nostro protagonista, il giovane Ye Tian, ottiene il risveglio delle sue abilità semplicemente perché è arrivato all’età giusta per ottenerle. Lui si deve occupare della sorella minore, quindi spera ardentemente di ottenere un potere di altissimo livello. Purtroppo il risveglio del suo talento è di basso livello, il peggiore che si possa desiderare. Le persone che ottengono questo tipo di risveglio non possono ambire a scalare i vertici di una società basata proprio sulla qualità del loro potere.
Curiosamente il talento di Ye Tian si attiva immediatamente alla presenza della sorella e il nostro protagonista scopre di avere l’abilità di copiare i talenti altrui. Un fiume di speranza dilaga nella mente del nostro giovane protagonista, ma i pensieri che fluiscono non sono tutti positivi. La meccanica che si basa sul furto delle abilità è molto simile a quella usata in SSS-Class Suicide Hunter, anche se il prodotto coreano parte bene e poi perde di mordente andando avanti.
Rubare i poteri altrui per ottenere una posizione sociale migliore non è di per sé un male, ma appropriarsene per vendetta o per sottomettere gli altri è decisamente tutta un’altra storia. Ye Tian percorre un sentiero abbastanza egoistico, dispensando una sua personale giustizia a tutti coloro che lo intralciano o che semplicemente lo sottovalutano.
Graficamente parlando non ci siamo proprio: gli sfondi sono fatti male! Dove sono presenti fondali di qualsiasi tipo, troviamo principalmente linee squadrate che riproducono palazzi o arredi interni; purtroppo non c’è una minima cura nel proporre linee più morbide. Otteniamo così solo figure geometriche che fungono da base per descrivere qualsiasi oggetto. Dove non abbiamo sfondi definiti, l’autore si limita a riempire tutto con uno o due colori a sfumare; decisamente una scelta deludente e brutta da vedere. In compenso il cielo azzurro e le nuvole sono fatti quasi sempre bene, forse perché sono immagini preconfezionate.
I personaggi non vanno poi tanto meglio: le figure sono abbastanza rozze e non particolarmente rifinite. Anche qui i dettagli degli abiti o degli oggetti ornamentali sono ridotti al minimo indispensabile. Spesso le figure intere sembrano galleggiare nello sfondo, come se non avessero un minimo di contatto con l’ambiente che li circonda. Sinceramente la parte grafica lascia davvero a desiderare e, come poche altre volte mi è capitato di dire, non vedo come si possa migliorare visto che all’artista mancano proprio le basi della prospettiva.
Vi suggerisco Your Talent Is Mine? La storia è anche interessante, perlomeno fuoriesce dai soliti standard che ultimamente vengono proposti per questo genere a metà tra il fantasy, la vita normale ed il mondo dei videogiochi, ma il lavoro grafico fa letteralmente perdere la voglia di leggere questo prodotto. Forse cambiando l’artista che si occupa della grafica, il cui nome non riporto perché scritto in ideogrammi, allora il prodotto potrebbe avere un minimo di possibilità, ma così è una causa persa.