Qualcuno spieghi agli sceneggiatori di Netflix che il termine “fantascienza” non è sinonimo di “schifezza da rifilare agli spettatori”. Grazie.
Il panorama delle serie di fantascienza proposte dal gigante dello streaming è a dir poco imbarazzante. Accanto ad alcune produzioni di discreta levatura, troviamo un’infinita sequela di realizzazioni assolutamente brutte o addirittura improponibili, come questo Yakamoz S-245.
La serie turca spreca l’ennesimo buono spunto (stavolta in comune con l’altra serie Netflix Into The Night): un evento solare spazza la vita sulla Terra e solo pochi sopravvissuti si trovano a tentare di sopravvivere all’evento. In Yakamoz S-245 i protagonisti sono dei ricercatori marini che sono in profonda immersione al momento del cataclisma e si trovano a convivere con l’equipaggio di un sottomarino che per nessuna ragione sensata è a loro ostile.
Yakamoz S-245 è una serie che non fa praticamente niente di buono e che mostra i suoi giganteschi limiti già nella prima puntata, andando poi progressivamente (e vorticosamente) a peggiorare fino alla settima, ultima della prima stagione.
Le assurdità proposte dall’ideatore Jason George (lo stesso figuro dietro Into The Night) partono dall’assunto che un evento solare così distruttivo passi completamente inosservato agli scienziati di tutto il mondo (considerando anche che nella serie stessa ci mette tre giorni a raggiungere la Terra) e gli unici ad accorgersene sono i militari che non dicono niente a nessuno se non a pochi ed all’ultimo minuto. I nostri “eroi” sono per di più in grado di riparare in pochi minuti fumanti trasformatori elettrici ad alta tensione pur essendo biologi marini (il tutto collegando un cavo, nulla più) o sistemi critici di sottomarini militari mai visti prima d’ora.
C’è poi il fatto che l’esplosione di una bomba a mano all’interno della camera di stoccaggio e lancio dei siluri non causi particolari problemi al sottomarino; una cosa ridicola. Infine, come se non bastasse, in Yakamoz S-245 l’equipaggio del sottomarino (definiti soldati invece che marinai… vabbè) prova un astio omicida nei confronti dei protagonisti, un odio totale insensato e privo di motivazioni reali per gente che non hanno mai visto prima. È evidente come per il solo fatto di essere dei militari, queste persone debbano essere ovviamente cattive e perfide.
Di queste assurdità Yakamoz S-245 è pieno, ed è veramente difficile arrivare alla fine della serie senza aver voglia di spaccare la televisione: averlo dovuto fare per onor di cronaca e per recensire la serie nel suo complesso è stato peggio che subire il supplizio di Prometeo.
Paradossalmente, il cast nel complesso non recita così male; probabilmente a causa di una sceneggiatura così scadente, non si riesce ad imputare troppo agli attori che, sebbene non siano certo da consigliare per altre produzioni, non fanno nulla per affossare ulteriormente la serie.
Lo stesso non si può dire del doppiaggio italiano, piatto e scontato; tra i dialoghi, il girato e le voci, sembra di assistere ad una qualunque soap tedesca trasmessa il pomeriggio da Rai 2 o da La 5. Porcherie, insomma.
Yakamoz S-245 è una di quelle serie da evitare a tutti i costi: ha lo stesso spessore dei brutti film di fantascienza degli anni ’80 e come aggravante punta praticamente tutto sull’azione, quando l’aspetto scientifico e misterioso della vicenda avrebbe potuto parzialmente salvare il salvabile.
Ah: per qualche motivo la seconda stagione è prevista per il 2024. Ovviamente statene alla larga.