Se state cercando un film grottesco e fuori dagli schemi, Rumore Bianco è probabilmente la pellicola per voi; a patto di stare al suo gioco.
Sono pochi in film in grado di spiazzare, e White Noise (questo il nome originale) sicuramente riesce nell’intento. In poco più di due ore di pellicola veniamo travolti da situazioni completamente diverse nelle dinamiche e che obbligano lo spettatore ad adattarsi rapidamente ai cambi di ritmo pena l’impossibilità di capire cosa stia succedendo.
Ambientato in un 1984 che sembra più simile ai giorni nostri che non a quarant’anni fa, White Noise ci presenta una famiglia americana piuttosto sui generis: lui professore universitario docente di Hitlerologia, lei insegnante di ginnastica posturale; con loro ci sono una nidiata di figli avuti nei quattro matrimoni complessivi dei due genitori.
Un momento critico del loro rapporto di coppia viene scombussolato dalla presenza di una nube tossica che avvolge la cittadina dove vivono ed i cui effetti saranno significativi sul loro fisico come sul loro spirito.
Se la descrizione sommaria della trama non attira più di tanto non posso darvi torto: Rumore Bianco è un film che si presenta in sordina e senza eccessivi fronzoli. Eppure fin dai primi minuti ci si rende conto che ci si trova di fronte ad una produzione atipica, impossibile da incasellare e che va vista ed apprezzata per quello che è: un cervellotico film surreale, con tre anime al suo interno ed in grado di farci anche ragionare su alcuni grandi temi della vita.
Questi tre modi di essere di White Noise – Rumore Bianco si avvicendano durante la proiezione, rendendolo prima una di quelle produzioni eccessivamente ragionate (ma qui la cosa è ampiamente giustificata), poi quasi un film fantascientifico d’azione, ed infine un thriller dai contorni difficilmente afferrabili. Tutte le componenti funzionano bene, ma bisogna ammettere che non c’è nulla che faccia gridare al miracolo; e questo anche a causa della stessa natura del film che impedisce alle emozioni di fluire incontrollate. Da un certo punto di vista si può intravedere un’attinenza col particolarissimo The Lobster, altro film che andrebbe visto almeno una volta nella vita.
Il regista Noah Baumbach, specializzato in film particolari ed introspettivi (Il Calamaro E La Balena, Lo Stravagante Mondo Di Greenberg, Storia Di Un Matrimonio), riesce in White Noise a generare costantemente una sensazione di turbamento nello spettatore; e questo grazie ad un sapiente uso di situazioni ansiose, della smaccata irrequietezza nascosta da una fitta patina di calma dei protagonisti principali, e anche delle caratteristiche fisionomiche degli stessi attori.
Da questo punto di vista, il protagonista principale non poteva essere più azzeccato: grazie al suo volto decisamente inquietante, Adam Driver (Frances Ha, Hungry Hearts, Star Wars: Il Risveglio Della Forza, Star Wars: Gli Ultimi Jedi, I Morti Non Muoiono, Storia Di Un Matrimonio, Star Wars: L’Ascesa Di Skywalker, The Last Duel) rafforza una recitazione in grado di mettere in stato di agitazione lo spettatore, che si trova a che fare con un personaggio al tempo stesso stimabile e fastidioso ma che non fa nulla per esserlo. Adam Driver riesce a realizzare un personaggio assolutamente magnetico, in grado di catturare pian piano lo spettatore.
Al suo fianco molto buona la prestazione di Greta Gerwig (Lo Stravagante Mondo Di Greenberg, To Rome With Love, Frances Ha, Jackie), che interpreta bene il ruolo di una moglie amorevole ma dagli oscuri segreti.
Più che discreto il cast dei coprotagonisti, a partire dal sempre ottimo Don Cheadle (Hamburger Hill, Colors – Colori Di Guerra, Boogie Nights, The Family Man, Traffic, Mission To Mars, la serie Ocean’s, Hotel Rwanda, Reign Over Me, Brooklyn’s Finest, Flight, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame) nei panni di un azzeccatissimo professore di Elvissologia, a Raffey Cassidy (Biancaneve E Il Cacciatore, Tomorrowland), figlia più sveglia della combriccola familiare, passando per Lars Eidinger e la curiosa apparizione di André 3000, frontman del noto gruppo musicale OutKast. Complessivamente la prova collettiva è assolutamente buona.
Piuttosto atipico il fatto che sette mesi dopo la conclusione delle riprese, la cittadina dell’Ohio in cui è stato girato il film (East Palestine) ha visto effettivamente succedere un deragliamento ferroviario al quale è subito lo sprigionarsi di una nube tossica; un fatto più unico che raro e che ammanta Rumore Bianco di ulteriore curiosità.
White Noise – Rumore Bianco è un film assolutamente consigliabile per via della sua unicità e del suo essere grottesco e non incasellabile facilmente; se non è certo una pellicola da strapparsi i capelli, la sua capacità di far ragionare lo spettatore su certi messaggi e certe tematiche che tendiamo a scordare nella vita di tutti i giorni gli garantiscono una valutazione probabilmente più alta, ma sicuramente giustificata, di quanto di primo acchitto potrebbe meritare. Da notare la sequenza finale del film: qualcosa di geniale sotto ogni punto di vista.