Una semisconosciuta pellicola del comico milanese, realizzata sull’onda lunga dei suoi anni migliori al Drive-In.
Ve lo ricordate Francesco Salvi “il giovane”? Non quello che vediamo oggi nelle serie targate Rai o Mediaset, ma quello che imperversava al Drive-In ed in altri programmi comici alla fine degli anni ’80? Francesco Salvi, quello che aveva partecipato al Festival di Sanremo con Esatto, un assurdo motivetto pressoche’ privo di senso ma che faceva tanta gioia (specialmente pensando ai ballerini che indossavano teste di animali senza alcuna ragione logica).
Dai suoi personaggi pazzeschi nasce questo Vogliamoci Troppo Bene, storia sconclusionata di un inventore che rimane a Milano in pieno Agosto a lavorare e manda moglie e figlio (figlio?) in vacanza al mare. Durante i giorni di canicola ne avverranno di tutti i colori in seguito ad un fortuito (fortuito?) incontro con una ragazza straniera che il nostro beniamino trova svenuta davanti al portone di casa.
Il film e’ oltre il limite del grottesco: e’ puramente demenziale, e sebbene non sia un capolavoro si lascia apprezzare grazie alle assurdita’ di Francesco Salvi. Ci sono certe scene che sono un po’ forzate o che si dilungano troppo, ma altre sono assolutamente geniali e chi ama il genere sapra’ coglierne appieno la follia. Non ci sono momenti di buco, il ritmo del film e’ piu’ o meno lineare per tutti i 97 minuti di proiezione, e non ci si annoia mai.
Accanto a Francesco Salvi troviamo Enzo Braschi, Enzo Braschi e Luigi Rosatelli; i tre amici cercheranno di mettere il naso nella vita privata del protagonista, ma le gag a cui cercano di dar vita non sono certo memorabili (tantomeno la recitazione). Passabile Holly Higgins, meno Barbara D’Urso, comparsa che se fosse scomparsa non avrebbe fatto un soldo di danno. Divertenti invece i personaggi di contorno: il cinese che insegue Salvi perche’ vuole dargli i soldi, il bambino che lo chiama “MatEo”, i pupazzetti che si muovono.
Il film e’ peraltro un perfetto specchio di quegli anni: la Milano da bere nel periodo subito prima Tangentopoli, l’abbigliamento esagerato degli yuppies rampanti, le citta’ completamente deserte ad Agosto, le vacanze lunghe un mese… cose che oggi le nuove generazioni non possono nemmeno immaginare.
La fotografia non ricopre certo un ruolo prevalente eppure i colori vengono riprodotti in modo vivido proprio come deve essere. La colonna sonora e’ interamente affidata ai pezzi piu’ o meno (meno) fortunati di Francesco Salvi, dal gia’ citato Esatto a C’e’ da Spostare un Macchina, passando per Taxi ed altre porcherie che pensavo di aver del tutto rimosso dalla memoria.
La sceneggiatura…. ma che sceneggiatura deve avere un film del genere? C’e’ una storia che piu’ o meno sta in piedi, ne seguono situazioni paradossali e potenzialmente scollegate. Tutto sta in piedi a suo modo e va bene cosi’.
Vogliamoci Troppo Bene e’ un film che si lascia vedere se avete la giusta mentalita’; e’ un film per pochi, probabilmente, come Gli Sgangheroni e tutte le pellicole dei Fratelli Marx. Pur non raggiungendo le stesse vette dei film appena citati, merita uno spazio nella mia personale videoteca.