Vampire In The Garden: la recensione

Vampiri e umani possono convivere in pace? Lo scopriranno le nostre protagoniste affrontando un pericoloso viaggio verso l’Eden.

 

 

Quello della convivenza di uomini e vampiri è un tema che, quando viene preso in esame dagli autori giapponesi, si modifica in qualcosa di abbastanza distante dalle leggende occidentali; Vanitas No Carte ne è un esempio che abbiamo trattato di recente. Anche in Vampire In The Garden succede tutto questo? Sì, anche in questo caso abbiamo una proposta molto diversa rispetto al mito del Conte Dracula: in questo mondo i vampiri sono numerosi ed hanno formato una nazione con a capo una regina. Possono mutare il loro aspetto, modificando le braccia in ali ed il viso in muso da pipistrello; bevono il sangue, ma possono anche mangiare normalmente altro cibo.

Gli scenari, in cui si svolge la maggior parte della storia, riportano alla mente le sterminate distese siberiane, costantemente battute da venti gelidi e neve. In questo desolato panorama vivono sia gli umani che i vampiri. La tecnologia è abbastanza avanzata da comprendere fucili, automobili, motoslitte, aerei ad energia elettrica, ma è palpabile la decadenza che si percepisce in molte sequenze. Le due razze sono evidentemente in guerra da tantissimo tempo e questo ha portato alla distruzione nel mondo.

Molti umani hanno trovato rifugio in un’enorme struttura fortificata e vivono una vita impostata con ritmi ed incombenze in stile militare. Svago, musica e divertimento sono praticamente banditi a causa del fatto che i vampiri hanno un udito finissimo e possono calare rapidi dal cielo notturno per catturare le loro prede.
I vampiri, invece, vivono in città dal chiaro richiamo ottocentesco e si dilettano come faceva la nobiltà dell’epoca, con lussuosi balli e splendida musica; tra di loro ci sono anche degli umani, principalmente usati come contenitori da cui sorseggiare sangue fresco.

 

 

Momo è la figlia di un generale e vive nella città fortificata; la ragazza è esasperata dalla vita militare e spera di poter fuggire da quella tremenda ripetitività priva di gioie. Fine è la regina dei vampiri; appare allegra e spensierata davanti al suo popolo, ma qualcosa la tormenta nel profondo. A causa di questa sofferenza, la sovrana dei vampiri decide di smettere di bere sangue per farsi morire poco a poco.

L’incontro tra le nostre protagoniste è un po’ burrascoso ed avviene durante un assalto dei vampiri alla città-fortezza umana. Fine decide di salvare Momo da un vampiro che ha perso il senno; usando uno strano intruglio potenziante fugge dal campo di battaglia con la ragazza umana. Dopo il primo movimentato contatto, le due protagoniste inizieranno a conoscersi e scopriranno incredibilmente di comprendersi molto bene. Dove un vampiro ed un’umana posso convivere senza pensieri? Una leggenda narra di un posto chiamato Eden, una misteriosa terra in cui vampiri e umani vivano in pace tra loro.

Ritroviamo tutti i tratti canonici della struttura narrativa impostata come “viaggio” o “crescita”. In questo caso assisteremo alla grande voglia di scoprire il mondo di Momo ed al suo puro desiderio di trovare un luogo che possa darle quella gioia di vivere che fino ad ora le è stata negata. Fine invece si ritrova a fare i conti con la sua decisione di non bere sangue umano ed è costretta, suo malgrado, ad affrontare il tormento del passato, rivivendo le scelte fatte. Le due amiche si legheranno profondamente mettendo ripetutamente a rischio le proprie vite per salvarsi a vicenda.

 

 

Graficamente parlando, la caratterizzazione dei disegni fatta dallo studio WIT è davvero molto particolare: i personaggi sono ben lontani da quel canonico stile manga, ma si avvicinano molto di più al tratto di alcuni fantastici e coloratissimi lavori dello Studio Ghibli. Siamo ben lontani dalla perfezione ed in alcuni momenti si notano cali di qualità durante le animazioni dei passaggi più frenetici. Di tutt’altra qualità invece sono i dettagli degli interni che sono impressionanti per la qualità proposta. Allo stesso modo gli esterni sembrano quadri di pregevole fattura; un colpo d’occhio che lascia sbigottiti per la bellezza di un mondo fatto principalmente di neve bianca e colori della notte.

L’impossibilità di trovare un equilibrio tra vampiri ed umani è alla base della storia che però potrebbe anche vivere senza l’espediente dei nobili non morti. Due fazioni in lotta tra loro, come ad esempio i Montecchi e i Capuleti di Shakespeare, potevano ampiamente bastare per raccontare egregiamente la stessa storia senza dover per forza scomodare e rielaborare i mito dei vampiri, ma questo è solo un mio personalissimo giudizio.

Vampire In The Garden è sicuramente un lavoro pensato per stimolare emozioni e coinvolgere lo spettatore in un viaggio dentro la natura stessa dell’amicizia. La storia è piuttosto semplice e non ci sono particolari complicazioni nel seguire le trame. L’animazione è di buona qualità ed i disegni, soprattutto di interni ed esterni, sono meravigliose opere d’arte; meno efficace è la grafica dei personaggi, che poteva essere curata meglio.

 

Vampire In The Garden, 2022
Voto: 7
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