Una realtà alternativa per il 32X

Immaginiamoci cosa sarebbe successo in un universo parallelo dove l’add-on di Sega fosse andato via più del pane.

 

 

Ah, il 32X. Forse la più grande cantonata di Sega, che pur ne ha prese tante – con rispetto parlando: quando si tratta della grande S, è come se parlassimo di Alain Delon o Roberto Baggio. In un’epoca lontana che adesso ci sembra assurda, i chip abbondavano e non si sapeva dove piazzarli, e così si pensò bene di creare un’espansione fisica per il Megadrive (la seconda,dopo il già sfortunato Mega CD) in grado di allungare la vita della console nera e portarla nell’era a 32 bit. Fu un fallimento clamoroso sul quale si è scritto e detto tantissimo, ma non siamo qui per parlare di questo. Vogliamo invece fare un viaggio tra le pieghe del tempo…

 

La bellezza lussureggiante delle ambientazioni di Kolibrì.

 

Siamo nel 1994, Nintendo, per non andare in bancarotta dopo il fallimento del Super Nes, è costretta a mettere le donnine sulle sue carte da gioco, Sony produce soltanto stereo e lettori CD e nelle camerette dei ragazzi c’è un solo computer: l’Amiga. Sega, dopo l’incredibile successo del Megadrive, non ha alcuna fretta nel rilasciare la sua prossima console; per tenere a bada la fregola dei suoi amati clienti lancia sul mercato il 32X, che proporrà un’esperienza di gioco nuova su una console già ben rodata, dando il tempo al Saturn di essere creato con tutti i crismi.

 

La grafica digitalizzata di WWF: Wrestlemania Arcade ha un suo fascino.

 

Per suggellare il connubio tra passato e futuro, le prime cartucce disponibili sono Space Harrier e Afterburner. I seguiti si sono già visti in formato 16 bit, ma non potevano scalfire la bellezza degli originali da sala giochi. Queste due riedizioni invece sono le conversioni sin lì più fedeli che si siano viste. Non sono esattamente copie uno a uno, ma tanto basta perché il pubblico di casa riscopra la velocità inebriante e i colori saturi dei cabinati creati da Yu Suzuki. Il riscontro commerciale è ottimo, e vengono programmati altri grandi classici come Outrun, Hang-On, Power Drift e Outrunners (nella realtà: le due conversioni, pur molto belle, vengono bollate da critica e pubblico come qualcosa di vecchio e superfluo, e resteranno le uniche operazioni di questo genere).

 

I media lo bollarono come nato vecchio, ma Space Harrier su 32X era la versione migliore fino ad allora.

 

Nel frattempo, in modo da regalare un primo assaggio della nuova potenza a disposizione, escono Tempo e Kolibrì. Il primo è un platform colorato e divertente, con un forte tema musicale nella grafica e nel sonoro, mentre il secondo è uno sparatutto che ha come protagonista il minuscolo uccellino, caratterizzato dallo scorrimento multidirezionale e dalle tinte ecologiste. I giocatori accolgono bene le due variazioni sul tema, e malgrado il primo non sia Sonic e il secondo non sia Thunderforce, possono godere di due divertenti passatempo nell’attesa che si manifestino titoli di alto richiamo (nella realtà: si tratta di due giochi discreti che però non compiono il definitivo salto generazionale, surclassati da miti a 16 bit come Donkey Kong Country e Lords of Thunder).

 

Tutti i meravigliosi colori di Tempo.

 

Tuttavia, il traino maggiore per gli amanti della casa di Tokio restano le trasposizioni dei migliori arcade. Virtua Racing era stato un pezzo da novanta su Megadrive, ma la cartuccia era costosa e la grafica, pur col chip aggiuntivo, aveva subito dei notevoli ridimensionamenti. Ecco invece spuntare su 32X Virtua Racing Deluxe, con un conto di poligoni molto vicino al materiale sorgente ed una serie di aggiunte, quali nuove auto e nuove piste, che lo rendono appetibile anche su console senza patemi sulla longevità. Giacché il barattolo del 3D è stato aperto, perché non convertire anche Virtua Fighter? Il picchiaduro che sta consumando gettoni in tutto il mondo è leggermente scalato verso il basso per la ridotta potenza di calcolo, ma per accaparrarsene una copia i giocatori prendono d’assalto i negozi (nella realtà: Virtua Racing Deluxe è per molti, semplicemente, il miglior gioco della serie. Virtua Fighter è una conversione coi fiocchi, ma nessuno lo comprò sapendo che sarebbe arrivato su Saturn nel giro di pochi mesi).

 

Miglior Virtua Racing di sempre? Per molti, sì.

 

E le terze parti? Nessuna console può sopravvivere senza il loro supporto, e così EA lancia il suo nuovo capitolo di Fifa Soccer con la promessa di creare uno stadio virtuale incredibilmente vicino alla realtà. Acclaim ripropone Mortal Kombat II, Wrestlemania ed NBA Jam dando una bella pompatina agli sprite ed al sonoro, Time Warner risponde con versioni migliorate di Primal Rage e RBI Baseball, Activision porta Pitfall nei territori inesplorati dei 32 bit e Interplay cerca di cavalcare l’onda con Blacktorne e Star Trek: Starfeleet Academy. Il pubblico è contento della varietà di generi disponibili e inizia a passare con convinzione al nuovo formato, attendendosi grandi cose per il futuro (nella realtà: si tratta di conversioni che aggiungono molto poco agli originali, ma fuori dal contesto restano degli ottimi giochi. Tutti tranne Fifa 96, che col suo finto 3D ebbe cinque minuti di successo su tutte le piattaforme, prima di essere rimpiazzato da simulazioni calcistiche molto migliori).

 

Visto così non sembra, ma Fifa 96 è stato il miglior gioco di calcio del mondo per almeno 45 secondi.

 

Ora ci sono solo due passi per portare il 32X al definitivo successo: sbaragliare la concorrenza e creare una nuova mascotte per dare identità al progetto. Il primo passo viene compiuto con Doom, il nuovo che avanza, lo sparatutto in prima persona violento e frenetico che la gente ha eletto a viatico per il nuovo millennio dei videogiochi. È una versione problematica, ma è comunque Doom su console e non esiste un concetto migliore per chi nel 1995 ripudia ancora mouse e tastiera. Per il secondo, la scelta è singolare. Il personaggio di Knuckles era stato introdotto come antagonista prima e come spalla dopo nei precedenti Sonic, ma per sfruttarne la personalità spiccata e la diversità dagli altri personaggi del suo universo gli viene affidato l’incarico di portabandiera della nuova macchina tramite l’originale Chaotix. Si tratta sempre di un platform, ma con una bizzarra meccanica che vede due protagonisti alla volta su schermo uniti da una sorta di elastico che possono sfruttare come traino per effettuare salti e mosse acrobatiche. La critica ne loda la struttura originale e il gioco è un gran successo (nella realtà: Doom è stato convertito molto, molto male, e l’uscita di una versione amatoriale che sfrutta meglio l’hardware ne è la prova. Chaotix è stato sì lodato dalla critica, ma i lettori non l’hanno bevuta, riservandogli un’accoglienza gelida).

 

Doom è molto fluido, ma forse è il suo unico pregio rispetto alle altre conversioni.

 

Raggiunto il successo planetario, non resta altro che mostrare i muscoli per avere più cartucce possibili da vendere. La scuderia tridimensionale si arricchisce di ottimi elementi quali Star Wars Arcade, Stellar Assault e soprattutto il maestoso Metal Head; i giochi di guida aumentano con l’avvento di BC Racers e Motocross Championship; i picchiaduro possono contare sulla versione riveduta e corretta di Brutal e sul nuovo Cosmic Carnage. Dopo il calcio, altri sport hanno la loro simulazione grazie a RBI Baseball 95, Toughman Contest e 36 Great Holes, e Spiderman inaugura il filone dei giochi su licenza. Zaxxon è il successivo protagonista di un remake sottoforma di Motherbase, e chi ha acquistato anche un Mega CD può avere edizioni migliorate di Corpse Killer, Night Trap e Slam City. Il futuro è roseo e il Saturn può aspettare (nella realtà: malgrado queste uscite, il disinteresse generale e l’attesa spasmodica per il Saturn mettono fine alla storia della console, anche se Metal Head è impressionante per l’epoca. Cosmic Carnage, invece, è abominevole).

 

Metal Head era davvero bello da vedere ed anche discretamente completo come struttura.

 

Adesso scendiamo dalla Delorean e guardiamoci intorno. Anche grazie all’insuccesso dell’operazione 32X, Sega non produce più console. L’espansione, sulla carta abbastanza valida, è stata un fallimento colossale e i suoi giochi sono ricordati universalmente come brutti. Ma se c’è una cosa che questo viaggio nell’universo parallelo ci ha insegnato è che la loro qualità, prendendoli separatamente dalla piattaforma su cui girano e senza collocarli necessariamente in un’epoca, è piuttosto alta. Certo, stiamo parlando di un miglioramento marginale rispetto al Megadrive, ma sulla cinquantina scarsa di titoli disponibili sono pochi quelli veramente brutti. Non vale certo la pena andare a recuperare il materiale originale per provarli: sarebbe una spesa atroce che non giustifica minimamente la resa. Ma se giocati per vie alternative restano un gradevolissimo diversivo per chi è stufo dei soliti capolavori degli anni ’90 e sente il bisogno di qualcosa molto alternativo, ma altrettanto divertente.

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