Tin Hearts è un puzzle game dall’animo gentile e con protagonisti degli adorabili soldatini di latta capaci di far sciogliere i cuori.
Impossibile negarlo: Tin Hearts ci aveva già stregato ai tempi della nostra prova in pre-release; la sua atmosfera, ancor più che il gameplay, ci aveva completamente catturato.
Vestiremo i panni di un costruttore di giocattoli che rivive alcuni frangenti della sua vita, che verranno svelati man mano attraverso i livelli che affronteremo e che formeranno una storia di fondo sicuramente delicata e che colpirà chi ha il cuore tenero. Tin Hearts è in effetti uno di quei giochi che riescono, come ad esempio To The Moon, a toccare quelle corde che le persone più sensibili apprezzano.
Spiegare il gameplay di Tin Hearts è piuttosto semplice: ogni livello ci chiede di aprire una scatola dalla quale escono, uno dopo l’altro, un numero prefissato di soldatini di latta, che grazie alla loro carica a molla inizieranno a camminare sul tavolo. In base agli ostacoli fissi che troveranno di fronte a sé, e a pezzi di legno che possiamo piazzare più o meno liberamente davanti a loro, direzioneranno il loro percorso; lo scopo è quello di farli arrivare alla porta di uscita che si aprirà magicamente al loro passaggio.
Possiamo manipolare i pezzetti di legno che troviamo cercando nella stanza; stanza che cambia di livello in livello e che è sempre finemente arredata, con giocattoli di legno e latta un po’ ovunque, colori caldi e variopinti che sono molto fedeli ai giochi di una volta.
Possiamo verificare il percorso che i nostri soldatini prenderanno mettendo in pausa, e una volta trovata la rotta giusta possiamo far avanzare il tempo rapidamente per completare prima il livello.
Il vero carisma di Tin Hearts lo fa l’atmosfera: i colori, i suoni, le musiche di sottofondo, ma anche le brevi sequenze animate inserite all’interno dei livelli (e che se non stiamo attenti rischiamo di non vedere, perché sono scene che avvengono mentre siamo ancora in gioco) sono tutti elementi cardine della storia che Tin Hearts ci vuole raccontare. Chiunque abbia avuto la fortuna di giocare da piccolo almeno con i trenini di legno non potrà non immergere la propria memoria in Tin Hearts e amalgamarsi nel gioco; cosa magari più difficile per le nuove generazioni, cresciute a videgiochi e telefonini.
Dal punto di vista della sfida, Tin Hearts è per parecchi livelli abbastanza lineare e non pone difficoltà particolari; le cose si fanno più complesse a gioco iniziato, ma mai arrivando a frustrare il giocatore. Ci troviamo di fronte a un titolo più che altro rilassante, e se ad un certo punto dovremo spremere le meningi resta il fatto che non ci troviamo di fronte a qualcosa di ostico, non intuitivo o semplicemente capace di friggervi il cervello, per cercare di trovare la soluzione del puzzle. Tutto sta a capire il percorso che i soldatini devono seguire, trovare i pezzi e piazzarli nel modo giusto (a volte è necessario riutilizzarli più volte per completare il percorso).
Nota negativa il fatto di non poter rimappare i tasti, anche se la velocità di gioco è piuttosto bassa, si può tornare indietro nel tempo e non ci sono situazioni che ci mettano di fronte a risultati non modificabili; complessivamente anche chi ha necessità diverse dallo standard può adattarsi facilmente.
Tin Hearts è un gioco caldo, che punta ad entrare nel cuore dei giocatori più per il suo animo che per un gameplay travolgente; l’esperienza ludica è senz’altro valida, ma da sola lascerebbe Tin Hearts in compagnia di tanti altri titoli simili. A fare la differenza sono ambientazione e storia.
Il titolo è consigliato a chi cerca un’esperienza di gioco rilassante e vuole farsi cullare da una storia capace di intenerire.