The Fabulous Fear Machine: la recensione

Il gioco di Fictiorama Studios è un interessante connubio di generi, ma piacerà davvero solamente agli amanti delle storie interattive.

 

 

Non sono molti i giochi che ci permettono di impersonare i panni dei cattivi senza scadere in triti stereotipi o peggio senza mandare chiari messaggi ideologici o antisociali. The Fabulous Fear Machine vuole far parte di questa piccola elite provando a mescolare due generi diversi: strategia e storia interattiva.

Il gioco ci mette di fronte a diversi filoni narrativi (sbloccabili esclusivamente giocando i precedenti) che vedono diverse persone sfruttare un’enigmatica macchina della fortuna che fa da scusa per permetterci di spostare l’attenzione del gioco dai momenti di dialogo a quelli legati alla parte più interattiva, legata ad un semplice ma non facile gioco di strategia.

 

 

Lo scopo è quello di sottomettere alla paura un tot di regioni di una zona del mondo attraverso l’utilizzo di carte che rappresentano leggende urbane e miti locali. Queste carte hanno dei valori che vanno ad impattare su diverse tipologie di paure diverse (potere, forma fisica, violenza e occulto), ed potenziandole si può amplificare il loro effetto.
A nostra disposizione abbiamo degli agenti che possono essere dislocati nelle varie città per poi poter mettere degli “estrattori di essenze”, essenze che servono proprio a potenziare le carte. Gli agenti possono anche contrastare i nostri avversari (computerizzati, il gioco è rigorosamente single player) investigando i loro dietro le quinte e fornendoci soluzioni che possono bloccarne le azioni.

Il gioco di strategia è di primo acchitto discretamente interessante, ma presto si capisce che fondamentalmente si tratta di una corsa contro il tempo per espandere a macchia d’olio la nostra influenza. Per prevalere occorre sicuramente pianificazione, ma quello che lascia perplessi è che sembra che gli scenari che ci vengono man mano proposti siano indirizzati in modo in un certo qual modo lineare invece che delle situazioni dove abbiamo realmente mano libera di muoverci come preferiamo.

 

 

Il numero di carte a nostra disposizione è infatti limitato, e considerando che le zone da sottomettere hanno dei valori di partenza da dover considerare, dove e quando utilizzare le carte che abbiamo in mano è abbastanza scontato.

Il concetto di gioco non è affatto sbagliato, ma probabilmente non si addice eccessivamente per chi sia avvezzo ai giochi di strategia più avanzati o ai boardgames più complessi. Il gameplay infatti prevede sostanzialmente una rincorsa costante tra l’esplorazione dei luoghi (piazzarci un agente e aspettare tot giorni), piazzare le carte ed estrarre le essenze per potenziarle. Nei fatti, al livello di difficoltà intermedio, il tasso di sfida proposto dal gioco non è quasi mai tale da mettere sotto pressione il giocatore.

 

 

Quello che però compensa e sicuramente appaga una determinata fetta di giocatori è riferibile alle storie che vengono man mano raccontate all’interno del gioco: tre persone, le cui linee narrative sono scollegate, che si legano alla macchina della paura per raggiungere i loro scopi. Il racconto si svolge attraverso pagine di fumetti, dialoghi e piccoli scampoli di testo che appaiono saltuariamente a creare un mondo di gioco ben realizzato, per quanto, complessivamente, coinvolgente fino a un certo punto.

Quello su cui poteva certamente puntare The Fabulous Fear Machine era una maggiore atmosfera legata al terrore delle persone, mentre invece ci si ferma ad analizzare la vita corrotta dei protagonisti. Un vero spreco, considerando le ottime premesse del gioco e la possibilità di rendere le carte (ed i loro miti e paure) i veri cardini del titolo; invece il tutto è sicuramente sottoutilizzato. È un peccato, considerando quanto ben azzeccate siano le carte e gli scenari tratteggiati nel gioco; ispirandosi a fatti reali, The Fabulous Fear Machine è in grado di ri-raccontare la storia recente o farci per lo meno ragionare o ironizzare sui più eclatanti episodi degli ultimi anni, a partire dall’epidemia di Covid. Resta il fatto che è semplicemente criminale avere una fantastica intuizione come quella di sfruttare leggende metropolitane, miti locali e paure contemporanee ma non realizzarvi intorno una struttura in grado di trasmettere veramente paura o anche solo disagio: la paura del titolo del gioco è una mera scusa per un gioco-racconto con una struttura di genere gestionale, ma oggettivamente il tema delle carte non ha alcun impatto sul giocatore. Potevano essere Pokemon o gusti del gelato e la sensazione sarebbe stata la stessa.

 

 

L’interfaccia poteva essere resa sicuramente più semplice in alcune situazioni: per esempio per sapere quale essenza stiamo estraendo richiede di aprire la schermata della città (sarebbe bastato un popup). Oppure, certi valori o certe icone mancano di spiegazione; e mentre per la maggior parte di loro se ne può intuire il senso, resta oscuro come interagiscano nelle dinamiche del gioco.

Mancano anche delle evidenti notifiche quando succede qualcosa: l’unico modo per reagire è ascoltare i suoni e cercare sulla mappa un punto esclamativo o l’apparizione di qualche iconcina. Allo stesso tempo, visto che il gioco basa le sue dinamiche sul passare dei giorni, sarebbe stato necessario implementare un’opzione per fermare il tempo automaticamente quando gli eventi sono conclusi o ne appaiono di nuovi.

 

 

The Fabulous Fear Machine è sostanzialmente un titolo consigliabile per chi stia cercando un titolo capace di raccontare storie interessanti e che non richieda uno sforzo particolare dal punto di vista gestionale; oggettivamente però con quello che aveva in mano Fictiorama Studios si poteva realizzare qualcosa che poteva ambire a risultati ben più alti.

 

The Fabulous Fear Machine, 2023
Voto: 6.5
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