Supergirl – Stagione 3: la recensione

Arrow, Flash e ora anche Supergirl perdono pezzi e qualità.

 

Inizia la terza stagione di Supergirl e troviamo la bella ragazza d’acciaio impegnata anima e corpo nel lavoro da supereroe. Solitamente esisteva un buon equilibrio tra la vita di Supergirl e quella di Kara, ma ora, dopo la partenza del principe Mon el di Daxam, quest’equilibrio si è spezzato. La bionda eroina ha preso il soravvento, e il lavoro contro le forze della criminalità le impegna completamente la testa.

Una nuova minaccia, stranamente rappresentata da un umano, prende forma in un imprenditore senza scrupoli; fino a che punto si spingerà non è ancora chiaro, di certo vede in Supergirl e in Lena Lutor due avversarie da piegare. Vengono posizionati i primi semi per nuove trame aliene, ma è ancora troppo presto per stabilire se saranno positive o negative. Alla fine di una prima puntata impegnativa, la figura di Kara torna ad emergere da dietro il mantello di Supergirl, il suo sorriso è tornato, siamo in attesa di vedere se anche la sua allegria contagiosa farà ritorno.

Con l’avanzare degli episodi si vede chiaramente una Kara insolitamente seria e triste, che non riesce ad uscire da quel tunnel di incertezze in cui è entrata alla fine della precedente stagione; non riescono a scuoterla neanche i guai provenianti dal lontano passato di Marte e di Kripton.
Tanti Kriptoniani sono apparsi contemporaneamente, tanti con gli stessi poteri di Supergirl da affrontare, troppi per un solo super eroe, ed ecco che arriva la Legione. Un gruppetto di supereroi provenienti dal futuro capeggiati da quel Mon el di Daxam che tanto aveva scosso la nostra eroina. L’obiettivo della Legione? Sconfiggere una di questi nemici prima che si evolva in qualcosa di superiore e che minacci l’intera esistenza dell’universo.

Un felice ritorno di Mon el? Decisamente no! Le cose sono molto più complicate di quanto possano apparire a prima vista; quindi si apparecchia una stagione molto legata ai rapporti interpersonali che tutto il Team di Supergirl dovrà affrontare e sbrogliare, in pratica una valanga di parenti provenienti dal passato, cominciano a bussare fortemente alle porte dei nostri protagonisti e ne incasinano la vita già di per se complicata.

In un ambiente saturo di problematiche familiari, la nostra Kara si deve destreggiare nel combattere un nemico fuori dalla sua portata, un nemico studiato appositamente per portare caos e distruzione con l’unico scopo di ricreare un mondo di ombre e oscurità che si è perso nei lontani ricordi di un Kripton ormai distrutto.

Questa terza stagione procede sottotono, tanta psicologia, tanti sentimenti, tante cose da raccontare e poca azione di quella vera; mi è venuto da pensare più di una volta che, tutto questo parlare, doveva avere a che fare con un finale col botto. Tutto sommato non ci sono andato poi così lontano, il finale di stagione mette a soqquadro tutta la serie, ci leva quelle piacevoli certezze che sono sempre state li fin dall’inizio.

 

 

Il momento più basso di tutta la stagione è stato anche il momento più importante dello scontro finale. Supergirl ha una sua morale, ma rimanere fedeli a se stessi ed ai propri ideali è difficilissimo in un momento in cui la speranza sembra essere morta. Fare e disfare, come la tela di Penelope, è stata la più grande stupidagine che gli autori potevano far fare alla nostra eroina, un’incoerenza che non mi sarei mai aspettato dagli autori della serie. Spero solo che, nella prossima stagione, si tenga presente questa faccenda e che cominci a pesare nell’animo di Kara, altrimenti si è buttato al cesso un personaggio che aveva mantenuto una sua buona coerenza.

Con una certa punta di delusione, non posso valutare positivamente questa stagione anche se il finale è stato quasi sorprendente; troppo poco per quello a cui ci ha abituato la migliore, fino ad ora, serie del Multiverso DC.

 

Supergirl – stagione 3
Voto: 5,5
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