Super Mario Bros – Il Film: la recensione

Dopo aver visto in anteprima la nuova fatica cinematografica sui due idraulici più famosi del mondo, l’unico commento giusto è: “Mamma miaaaaa!”.

 

 

Diretto da Aaron Horvath e Michael Jelenic, il film d’animazione racconta la storia di due fratelli italo americani di Brooklyn che sognano di sfondare nella loro attività commerciale grazie ad uno spot televisivo alquanto variopinto. Sfonderanno invece le porte dimensionali, finendo in un universo parallelo dove Mario dovrà salvare il goffo fratello da cattive tartarughe agguerrite mentre aiuta la Principessa Peach a sconfiggere il malvagio e mastodontico Bowser. Nulla di nuovo sotto il sole sulla trama: è quella del favoloso videogioco anni ottanta che ha iniziato una saga in grado di far sognare i bambini di due generazioni ma anche di gonfiare i conti in banca della Nintendo. La forza di questo lungometraggio non è nella trama ma in tutto il resto.

Piacerà ai bambini, perché la produzione nippo/americana offre un’animazione scorrevolissima, tridimensionale e coloratissima. Il risultato è un raro mix di anime giapponese e classico Pixar con una botta visiva degna di una notte sotto eroina con Jim Morrison e Jimi Hendrix. Non solo: alcuni personaggi sono fortemente pucciosi. Toad è adorabile, ognuno lo vorrebbe come animaletto domestico, e Donkey Kong è quel classico amico coglione che fa a botte senza una logica ma che in realtà ha un cuore enorme da condividere. Nonostante il finale dolciotto sia ovvio fin dal primo fotogramma e, in generale, tutto sia molto rassicurante, i 92 minuti di visione saranno un viaggio fantastico per il pupame in sala (o sul divano).

 

 

Piacerà ai genitori, perché Super Mario Bros – Il Film è pieno zeppo di citazioni degli storici titoli a cui hanno giocato i trenta e i quarantenni di oggi. Aleggia qua e là il pixelato 8 Bit delle prime cartucce dello storico Nes grigio e quelle fantastiche musichette in midi (tanto brutte quanto dannatamente accattivanti) risuonano nelle orecchie in versione orchestrale. Roba da orgasmo. Ad ogni cambio scena si trova un riferimento: da Super Mario 3 fino a Super Mario Odyssey passando per il mitico Super Mario Kart. L’idea è che gli sceneggiatori abbiano messo mano alla scenggiatura con tutte le cartucce messe in ordine cronologico sulla scrivania e il risultato è pazzesco: un viaggio nel viaggio indietro nel tempo e nelle emozioni di quegli anni irripetibili.

Piacerà ai critici, perché, senza inciampare nella tagliola della cancel culture, tutto è rivisto in chiave moderna. La principessa, storicamente bionda e sciocca in stile Diletta Leotta, diventa amazzone e performante in stile Lara Croft ma senza le tette enormi (peccato!). Alcuni personaggi di sfondo diventano protagonisti come Re Pinguotto e i Koopa. Kamek, che per tutti noi è quel maghetto sfigato con i fondi di bottiglia come occhiali e un naso enorme, si trasforma nel vero cattivo della trama. E qua sta il vero colpo di genio: Bowser è umano! Stronzo è stronzo ma ha le sue passioni e le sue debolezze che lo rendono più vero (per quanto possa esserlo un’enorme tartaruga con chiari problemi di gestione della rabbia) e di base più simpatico. Senza spoilerare nulla, quando si siede al suo pianoforte a coda e inizia a cantare, scatta la standing ovation. Roba che Elton John dovrà inchinarsi.

 

 

La chicca è che la voce italiana di Mario è di Claudio Santamaria che rinuncia alla laringite cronica di quando doppiava Batman a favore di un timbro squillante ma anche carico di emozioni. Se volete piangere di nostalgia, ridere a crepapelle e, soprattutto, conoscere il padre di Mario e Luigi (che è uguale allo Zio Franco che ognuno di noi ha in famiglia), questo è il film che fa per voi.

P.s. Non abbiate fretta di andarvene dalla sala; la stellina luminosa depressa vi regalerà un finalone.

 

Super Mario Bros – Il Film, 2023
Voto: 8
Per condividere questo articolo: