Spazio, ultima frontiera… Oh voi che sapete come fare, aiutate questi poveracci della Space Force ad ingranare, perché questa stagione è decisamente riuscita male!
Houston, abbiamo un problema! La serie non decolla! Aspettiamo con grande attesa una risata che praticamente non arriva mai. La serie è così arida di battute divertenti da generale “balle di fieno” come nei film Western di una volta. La chimica tra i due pezzi grossi non produce praticamente nessuna scintilla: Steve Carell non riesce a fare suo il personaggio e John Malkovich è proprio rimasto a casa. In tutti e sette gli episodi che compongono la seconda stagione ho riso una volta e sorriso poco di più. Un disastro di portata spaziale!
Se il divertimento latita, la componente “Spazio” sarà abbondante e ci riempirà gli occhi di vedute mozzafiato e imprese eroiche? La risposta è un secco: “No”! Tutta la stagione è incentrata sui tagli al bilancio e la possibile rimozione del Generale Neird dalla conduzione della Space Force. In pratica anche le trame sono state pensate per anticipare quella che, a mio avviso, è la futura chiusura della serie.
Poche battute decenti, poco spazio allo “Spazio” e tanta incertezza sul futuro hanno però agevolato gli autori nel proporre l’approfondimento dei personaggi e le loro interazioni interpersonali che, nella prima stagione, erano rimaste un po’ in secondo piano. Se ne sentiva il bisogno? Sinceramente questo è lo snodo più complicato da dover esaminare.
Alcuni personaggi sono fondamentalmente delle parodie ambulanti e quindi non necessitano di un approfondimento perché sarebbe folle. Altri alternano momenti agrodolci a chiari segni di schizofrenia; approfondire un lato del personaggio può essere propedeutico per creare relazioni più solide con una parte delle figure che appaiono in questa serie. Infine ci sono coloro che sono stati sagomati pensando probabilmente a persone vere. Quest’ultima categoria ha il maggior risalto in questa stagione e ha anche il compito di creare un filo empatico con lo spettatore.
Steve Carell è indubbiamente bravo a vestire i panni di una persona sul filo di un collasso nervoso, è molto meno credibile come generale e, per assurdo, è ancora meno credibile come figura demenziale. Lui che dovrebbe essere la punta di diamante delle scene divertenti, sembra invece artefatto, finto e risulta poco simpatico. Si capisce che prova a dare una sua interpretazione a questo complicato personaggio, ma risulta forzato in molte interazioni.
John Malkovich invece ha uno stile tutto suo nel recitare la parte dello scienziato anticonformista. La sua interpretazione è demenziale, ma non divertente. È svogliato e sembra quasi che sia di passaggio nella serie. Recita la parte, ma non ci mette alcuna interpretazione, nessun coinvolgimento per rendere il suo personaggio un minimo realistico.
Anche se questa stagione è incentrata sull’approfondimento dei personaggi e delle loro interazioni, posso tranquillamente affermare che nessuno mi è rimasto particolarmente impresso. C’è grande banalità in quello che è stato proposto. Storie d’amore che avrebbero potuto dare uno spunto diverso, sono state bruciate senza dare alcuna aggiunta emotiva alla serie. Sembra quasi che gli sceneggiatori si siano limitati a copiare spunti a destra e a sinistra senza poi evolverli.
Che dire, qualcuno mormora di una terza stagione, ma io credo che gli ascolti della seconda non saranno sufficienti per far decidere a Netflix di rinnovare il contratto alla sgangherata banda di Space Force. Mi aspettavo un’evoluzione ed invece ho assistito ad una involuzione senza senso, mi sono annoiato e sono rimasto deluso, quindi il mio giudizio non può che essere gravemente negativo!