Sigma Theory: la recensione

Immergere una futuristica guerra di spie in un contesto di gioco da tavolo è un’operazione potenzialmente ottima che Sigma Theory non sfrutta appieno.

 

 

Il filone dei giochi per PC che nascono prima come videogioco che come gioco da tavolo è ormai consolidato, grazie a un costante flusso di titoli che arricchiscono il panorama. Sigma Theory fa parte di questo gruppo di prodotti che potrebbero benissimo essere stati realizzati in cartone invece che in versione digitale.
Sigma Theory è un titolo prettamente single player che ci mette a capo di una squadra di spie che hanno più o meno campo libero nel fare qualsiasi cosa serva per consentire alla Nazione da noi prescelta di vincere la gara per lo sviluppo delle tecnologie del futuro, facendo attenzione però a non scatenare la terza guerra mondiale.

 

 

Sigma Theory si presenta molto bene, con una grafica semplice ma accattivante e con disegni ben dettagliati dei protagonisti, cosa che ci aiuta ad immergerci nell’atmosfera di gioco. Il nostro scopo sarà di reclutare quattro spie fra quelle offerteci (ognuna con caratteristiche e peculiarità diverse) e poi mandarle nelle Nazioni rivali, cercando di stanare i migliori scienziati per portarli dalla nostra parte con le buone o con le cattive o di capire i punti deboli dei governanti locali.

Dopo una prima fase di gioco che inizialmente può spiazzare, Sigma Theory si rivela una bestiolina docile da domare, con situazioni intellegibili dopo aver fatto una prima partita e soprattutto la possibilità di modificare gli ordini in caso avessimo commesso un errore: il gioco infatti è a turni e questo ci consente di cambiare mille volte idea fino alla risoluzione del turno.

 

 

Le nostre mosse a disposizione non sono moltissime e dopo un po’ sfociano quasi nel ripetitivo; a mitigare parzialmente il problema ci pensano però la meccanica di gioco e gli eventi casuali, che ci costringono a essere sempre sotto pressione e costantemente a corto di tempo per eseguire adeguatamente gli obiettivi che ci siamo posti o che ci vengono assegnati.

In Sigma Theory tutto è testuale, ed anche le scene d’azione vengono risolte scegliendo un’opzione di testo o al limite premendo un bottone al momento giusto, senza limite di tempo. Questo conferisce al gioco uno stile adatto a quei momenti in cui vogliamo giocare a qualcosa di dinamico ma senza doverci stressare, o volendo prenderci le nostre pause. Dall’altra parte, forse certe schermate sono ridondanti e potevano essere rimosse o compattate facilmente.

 

 

Il vero problema di Sigma Theory è che non fa molto (o nulla) per metterci al corrente di cosa stia succedendo intorno a noi, ed anche quando qualche altra Nazione sviluppa una tecnologia chiave la descrizione degli effetti è molto generica; in tal senso durante la partita sembra di fare una corsa in solitaria, con i nostri avversari (fatte salve sporadiche apparizioni) che sembrano essere dei fantasmi attorno a noi.
Anche le conseguenze di certe nostre azioni non sono chiare, al pari di come vengano calcolate le prove da superare per i nostri agenti; al di là di un valore numerico di forza e di intelligenza, non si capisce quali siano i parametri da tenere in considerazione.

 

 

Sigma Theory presenta dinamiche interessanti, ma dopo qualche ora di gioco ci si rende conto che purtroppo manca quel mordente che dovrebbe caratterizzare un titolo capace di attrarre nel lungo periodo un giocatore. Sicuramente non ci troviamo di fronte ad un gioco brutto, ma a qualcosa che manca di sale; ed è un peccato, perché la struttura di gioco è assolutamente ben studiata.

Sigma Theory resta comunque un titolo che fa il suo onesto lavoro, pur non lasciando una grande traccia di sé alle spalle.

 

Sigma Theory, 2019
Voto: 6
Per condividere questo articolo: