Shadow Empire: la recensione

Un ottimo wargame con elementi 4x per veri grognards: Shadow Empire cattura i giocatori piu’ esperti grazie al suo stile unico e affascinante.

 

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Il mondo dei wargames e’ un mondo molto particolare. Gli appassionati si aspettano giochi complessi, in grado di rappresentare tutte le dinamiche possibili inerenti al combattimento, al morale, all’esperienza, alla logistica; anche se questo significa doversi imparare tonnellate di regole. Shadow Empire non sfugge a questo approccio, e per questo motivo e’ un titolo validissimo ma che, lo dico subito, richiede molta pazienza e voglia di imparare per poter essere apprezzato fino in fondo.

Naturale evoluzione di People’s Tactics e Advanced Tactics Gold, Shadow Empire unisce per la prima volta nella storia della VR Designs il lato prettamente guerresco con quello dell’esplorazione e della gestione di un impero. A dire il vero in ATG erano presenti i germi di questa evoluzione, ma qui siamo di fronte ad una vera svolta; adesso le cose da tenere sott’occhio saranno tante, tantissime.

 

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Catapultati in un mondo fantascientifico, dovremo cercare di conquistare l’intero pianeta dopo che un cataclisma galattico ha spazzato via la civilizzazione, lasciando alle sue spalle sacche di tecnologia. All’inizio di ogni partita il pianeta viene generato randomicamente (proceduralmente! Ah, la modernita’) in base a tutta una serie di parametri che possiamo scegliere o lasciare al caso. I mondi possono quindi essere desertici, o radioattivi, o dall’aspetto della giungla equatoriale o artici, e sia la presenza aliena che di risorse puo’ essere in qualche modo determinata. Alcuni parametri definiscono poi lo sviluppo del pianeta e la presenza delle altre fazioni, fino a creare ogni volta un pianeta veramente unico, non solo dal punto di vista grafico e dei territori emersi.

 

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La gestione del nostro impero e’ uno dei due aspetti piu’ complessi del gioco. Ci troveremo a interfacciarci non solo con le classiche necessita’ (materie prime, cibo, infrastrutture) ma anche con un intero concilio di governatori che, assegnati ai nostri ministeri e citta’, seguiranno in prima persona molti degli aspetti che solitamente siamo soliti curare nei 4x classici. In primis le scoperte tecnologiche: possiamo vedere l’albero evolutivo, ma non abbiamo modo di prioritizzare una scoperta piuttosto che un’altra. Questo approccio spiazza inizialmente, ma tutto sommato non dispiace: aggiunge infatti un’altra dose di incertezza al gioco. Oltretutto, dopo aver scoperto un avanzamento, dovremo investire sulla ricerca per la sua implementazione: e qui si, abbiamo controllo diretto di cosa prioritizzare. Insomma un interessante meccanismo unico nel suo genere.

 

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Ci sono numerosi gruppi sociali da tenere a bada: la popolazione, i lavoratori “statali”, i partiti che propongono i loro rappresentanti per le cariche politiche, le personalita’ stesse dei vari ministri, i religiosi, la corporazione, la milizia e ancora altro. E’ un lavoro a se stante cercare di stare appresso alle richieste e alle iniziative dei vari gruppi; non e’ sempre facile scegliere cosa fare, e nel prosieguo della partita e’ sempre piu’ complicato capire quale sia il male minore.

La gestione delle risorse, la costruzione delle infrastrutture e il mantenimento del proprio impero e’ qualcosa di indirettamente collegato ma altrettanto fondamentale. Il bilanciamento fra le necessita’ immediate, la richiesta di maggiori risorse per supportare l’espansione militare e l’approvvigionamento delle unita’ e delle infrastrutture richiede un’attenzione peculiare, anche perche’ non abbiamo modo di controllare direttamente quanto vada a chi, e possiamo indirizzare le risorse solo tramite la costruzione di altre strutture (che pero’ richiedono altre risorse… e’ un circolo vizioso) o bloccando la linea di trasporto per avvantaggiare determinate zone.

 

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E qui tocchiamo l’aspetto piu’ ostico di Shadow Empire: la logistica. E’ una cosa che in un 4x normalmente non si vede, ed anche nei wargames e’ spesso posta in secondo piano. Qui e’ fondamentale assicurare una costante linea di comunicazione fra le zone che producono e accumulano rifornimenti con le unita’ e gli impianti produttivi; ma non e’ tutto qui: anche la quantita’ di punti-trasporto deve essere adeguata – se non abbiamo abbastanza camion, chi portera’ i rimpiazzi, cibo, acqua e carburante? E se non abbiamo abbastanza lavoratori, chi le produrra’?

 

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Questi tre elementi di cui ho parlato sono accomunati dall’unico punto dolente di Shadow Empire: le informazioni sono presentate in modo discutibile, e spesso si fa fatica a trovare l’informazione che ci serve (anche se ci sono tutte, comprese alcune che non immagineremmo e che ci fanno capire il livello di dettaglio della simulazione). I report che ci aiutano nella gestione dell’impero sono a volte confusi e pieni di informazioni – troppe – cosa che inevitabilmente porta a confonderci. Il manuale e’ dettagliato (349 pagine!) ma non aiuta in alcuni aspetti che necessitavano decisamente di maggiore attenzione, tipo come fare a gestire la logistica quando iniziamo a espandere il nostro territorio e quali sono i limiti operativi di camion e HQ delle varie unita’.
Almeno nelle prime partite andremo per tentativi, consulteremo spesso il manuale e il forum di Shadow Empire, dove in molti denotano la stessa carenza di informazioni “digeribili”. Alcune dinamiche rimangono a volte oscure (ancora una volta la logistica su tutte) e non nascondo che pur avendo positive esperienze coi titoli precedenti l’iniziazione a Shadow Empire e’ al limite dell’ostilita’, tanto che spesso si ha quella sensazione del “mi sto dimenticando di vedere/fare qualche cosa”.

Manca un tutorial vero e proprio (ci sono alcuni suggerimenti utili all’inizio del gioco, ma finisce li’) e alcuni aspetti andavano veramente spiegati in modo semplice e chiaro ai giocatori, contando che il manuale non chiarisce tutto e che pretendere di leggerselo tutto prima di iniziare a giocare e’ inapplicabile, visto che serve mettere le mani sul gioco per capirlo. Per lo meno ci sono dei tutorial online fatti da appassionati.

 

https://www.youtube.com/watch?v=BivVweJ5-iA

 

Ma per chi tiene duro ed e’ pronto a pagare lo scotto di una curva di apprendimento che poteva e doveva essere chiaramente piu’ dolce, il premio e’ succoso. Shadow Empire nasconde tante piccole gemme e clamorose intuizioni dello sviluppatore (si, e’ uno solo) che portano Shadow Empire non solo ad essere pressoche’ unico nel suo genere ma anche affascinante e godibile una volta scalato il picco iniziale per capire come funziona.

La parte legata al wargame vero e proprio e’ forse quella che necessita meno spiegazioni; ma non perche’ il livello di dettaglio sia inferiore. Le unita’ sono chiaramente differenti, con valori che le rendono utili per differenti compiti (ed alcune sono geniali). Con la scoperta di nuove tecnologie potremo dotare il nostro esercito di armi pazzesche (ci sono i mech…. sbav) o addirittura usare la fauna del pianeta, quando presente, ed adattarla ai nostri scopi bellici.
Shadow Empire e’ un gioco di conquista, e l’eliminazione fisica dei nemici e’ praticamente l’unico modo di vincere; scordatevi le vittorie scientifiche, economiche o culturale degli altrettanto ottimi Pandora o Civilization 4. Qui ci si picchia come fabbri e la diplomazia e’ un altro aspetto importante clamorosamente diverso da quanto siamo abituati. L’AI non e’ affatto male, e gia’ dal secondo livello di difficolta’ verra’ a prendervi a calci su denti se non starete attenti a gestire al meglio le vostre truppe e le vostre risorse.

 

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Molti ambiti del gioco, inclusa la diplomazia, sono guidati da carte che peschiamo ogni turno e che il piu’ delle volte hanno una percentuale non elevatissima di successo. Se da un lato questo aumenta l’incertezza di gioco (vedi sopra), dall’altro ci vediamo un po’ limitati nelle nostre scelte. Molti wargames e boardagames moderni stanno facendo uso di queste dinamiche “card-driven”; personalmente non le trovo affascinanti, ma e’ un gusto del tutto personale e per lo meno in Shadow Empire non e’ un fattore invasivo quanto un modo diverso di proporre tematiche come la diplomazia, la gestione delle tasse, lo spionaggio e via discorrendo. Peraltro, il semplice fatto di avere una carta non significa attivarne automaticamente i benefici: un tiro fallito potrebbe comportare pesanti conseguenze, tipo quando proviamo a inflitrare nelle spie nel territorio del nostro confinante; un altro motivo di tensione in un gioco che sicuramente cattura anche per questo motivo.

 

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Non abbiamo parlato della grafica e del comparto sonoro, perche’ in un wargame sono due aspetti marginali. E comunque i due ambiti sono discretamente realizzati: la grafica e’ pulita e piacevole, senza far gridare al miracolo, e la colonna sonora a meta’ fra il futuristico post-apocalittico ed il marziale e’ azzeccata e non annoia mai, anche ascoltandola per ore (giorni).
Una cosa da menzionare, e che ancora una volta e’ tipica dei wargame, sono le lunghe attese fra un turno e l’altro dovute alla gestione delle fazioni controllate dall’AI. Essendoci molti aspetti da controllare, e il gioco non facendo sconti sulla simulazione, questo e’ uno scotto inevitabile ma ampiamente ripagato dal risultato finale.

 

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In conclusione Shadow Empire e’ un titolo fantastico sul quale spero lo sviluppatore lavori per limare il modo in cui il gioco fornisce informazioni al giocatore. D’altronde il gioco e’ uscito da pochissimo e da sempre c’e’ un rapporto di vicinanza tra la VR Designs e la sua fan base.
Lo consiglio? Assolutamente, e’ un gioco unico nel suo genere. Oltre a essere qualcosa a meta’ tra un Fallout strategico ed un Operational Art Of War, e’ quanto di piu’ simile a quel capolavoro incompleto che e’ stato Empire Of The Fading Suns si possa trovare oggi sul mercato. Tenete solo a mente che una decina di ore di apprendimento sono necessarie.
Se non vi lasciate spaventare da questo, vi ritroverete fra le mani un gioiellino dalla potenzialita’ eccezionale che vi assicurera’ centinaia e centinaia di ore di gioco.

 

Shadow Empire, 2020
Voto: 8
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