Sette Giorni A Maggio: la recensione

Negli anni ’60 il mondo si trovava in piena guerra fredda. Con la tensione altissima dovuta alla fallita invasione a Cuba da parte degli USA, l’incidente dell’aereo spia in territorio russo e l’installazione di missili atomici russi sempre a Cuba si sfiorò per un pelo l’olocalusto nucleare.

 

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Sette Giorni A Maggio è un film che si inserisce in questo contesto, ma che attacca direttamente i vertici militari statunitensi ignorando il momento storico.
Nel film si ipotizza un’azione eversiva contro il governo degli Stati Uniti ad opera di alcuni militari e politici per osteggiare le manovre distensive del Presidente in carica. Detta così sembra una cosa assurda, eppure negli anni ’60 il nemico era veramente fra noi e l’URSS giocava numerose carte nascoste per destabilizzare i governi occidentali, tanto che queste operazioni di controllo non erano così rare (si veda il nostro Piano Solo di cui abbiamo recentemente parlato).

 

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Il film è purtroppo pervaso di retorica antimilitarista; peccato, perchè altrimenti si tratterebbe di una discreta pellicola. Quello che poteva essere un modo di mostrare la realtà dei fatti con un occhio critico ma imparziale si trasforma in diverse occasioni in sfacciata propaganda mirata unicamente ad indebolire la figura (oggettivamente talvolta controversa) delle forze militari statunitensi.

Dal punto di vista stilistico il film è ben recitato, con attori del calibro di Burt Lancaster, Kirk Douglas, Ava Gardner e numerosi altri validi attori di secondo piano.
Dietro la macchina da presa c’è quel John Frankenheimer che abbiamo apprezzato per il molto più recente Ronin ma che al suo attivo ha poche pellicole di rilievo (ricordiamo L’Uomo Di Alcatraz).
La trama, presa asetticamente, scorre via bene e con buone trovate capaci di tenere alta l’attenzione (e con alcune assurdità comunque non infrequenti nelle pellicole di quegli anni).

 

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Sette Giorni A Maggio è un film che viene di tanto in tanto citato quando si parla della crisi degli anni ’60, ma che in realtà non ha molto da poter dare come messaggio. Probabilmente va ancora per la maggiore nei cineforum dei centri sociali, ma se si vuole vedere qualcosa di meno retorico e più autorevole, ci sono molte altre alternative, a partire dall’ironico Il Dottor Stranamore al bellissimo Thirteen Days fino al solidissimo Fail Safe uscito proprio nello stesso anno.

 

Sette Giorni A Maggio, 1964
Voto: 5
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