Da poco Solo Leveling si è concluso in Corea. In Italia è solo ai primi numeri, ma è già cominciata la ricerca di un erede.
Un po’ più menefreghista, un po’ più opportunista, un po’ più spietato ed un po’ più trasandato del protagonista di Solo Leveling, però forse abbiamo trovato l’erede che mancava. In Italia è uscita l’edizione cartacea che vanta ancora pochi numeri, mentre in Corea l’opera di Solo Leveling si è conclusa e già è iniziata la caccia al suo erede. Redice Studio aveva provato a bissare il successo di Solo Leveling con Tomb Raider King, un buon prodotto, ma non all’altezza del suo collega. Ora un trio di artisti si affacciano nel panorama dei Manhwa con questo Seoul Station’s Necromancer che riparte dalla stessa impostazione del suo predecessore.
Il mondo ha subito un cambiamento importante: nelle metro di tutte le città sono apparsi dei mostri. Nello stesso momento diverse persone hanno ricevuto dei poteri straordinari atti a combattere i mostri in questi Dungeon urbani. Preziosi tesori si celano dentro questi labirinti sotterranei e l’economia di molti paesi ha cominciato a cambiare in base ai preziosi ritrovamenti fatti nei Dungeon. Gli uomini che hanno ricevuto i poteri, chiamati Hunter, si sono riuniti in potenti gilde così da poter gestire gli ingressi nei Dungeon e potersi spartire i bottini rinvenuti nelle incursioni. Hunters e Dungeon possono essere suddivisi in livelli. Più il livello è elevato e più il potere è grande. Più i poteri sono grandi più le persone normali considerano pericolosi Dungeon e Hunter.
L’inizio della storia è piuttosto bislacco: il nostro protagonista Woojin si materializza dal nulla nel bel mezzo di una scazzottata tra studenti liceali. Crede di essere arrivato nell’anno 2036, mentre è appena il 2021. I bulli sono in tanti e stanno picchiando un solo studente. Woojin non ha intenzione di interferire, ma viene provocato a sua volta e reagisce. Appena ne ha la possibilità prova ad usare la magia pronunciando una formula magica e schioccando le dita, ma nulla accade. Ripete l’operazione più volte, ma il risultato è lo stesso. Alla fine si mette il cuore in pace e decide di usare solo la forza bruta per sbaragliare i suoi avversari. Senza grossa fatica mette al tappeto i malcapitati bulletti.
Poche pagine e capiamo subito la differenza tra il protagonista di Solo Leveling e quello di Seoul Station’s Necromancer: alla fine della lotta Woojin estorce del denaro al povero studente che ha salvato e si allontana. Il nostro protagonista vuole prendere la metro, ma non sa che il mondo è cambiato. Si ritrova così a combattere in un Dungeon contro creature che per lui sono estremamente familiari. Scopre anche di poter salire di livello e di poter distribuire i punti, guadagnati livellando, tra le sue abilità. Come in un grande gioco di ruolo, il nostro protagonista conclude il suo primo Dungeon e comprende che ci sono nuove ed infine possibilità per una persona come lui che ha vissuto per venti anni in un mondo fantasy popolato dalle stesse minacce.
Se avete letto Solo Leveling vi ritroverete a vostro agio con Seoul Station’s Necromancer. In un primo momento la storia sembrerebbe molto simile, se non sovrapponibile. L’autore, JIN Seol-woo, lascia subito in sospeso il passato del nostro protagonista appositamente per farci dimenticare il preambolo del racconto. La storia poi si sviluppa in modo tambureggiante, con una serie di eventi che non lasciano molto tempo per ragionare su quello che è successo. L’unica cosa che si capisce dai primi capitoli è che Woojin conosce molto bene le creature che abitano i labirinti delle metro, mentre non conosce per niente, e neanche gli interessa particolarmente approfondire, la burocrazia che regola lo sfruttamento dei Dungeon.
La meccanica di crescita delle abilità è la medesima di Solo Leveling e dei videogiochi basati sulla stessa meccanica. Potenzialità e poteri differiscono di poco da quelli del suo predecessore. L’atmosfera è sicuramente meno cupa e tenebrosa, ma il nostro protagonista compensa con un atteggiamento del tutto menefreghista e un po’ “stronzetto” che assomiglia, con le dovute differenze di carisma, a Terence Hill in Lo Chiamavano Trinità .
Graficamente parlando non siamo allo stesso livello di Solo Leveling. Il duo di artisti JI Seong-woong / SHIN Ji-hoon ha ancora strada da fare prima di poter competere con GEE So-Lyung e il Redice Studio. Però, come dico sempre, c’è tutto il tempo per migliorare l’aspetto grafico di un lavoro. In questo caso gli autori hanno da lavorare parecchio sulla profondità delle loro tavole, ma per lo meno hanno il coraggio di fare qualche sfondo elaborato e non semplici primi piani come in Wind Breaker.
C’è senza ombra di dubbio da lavorarci sopra parecchio, ma tra tante proposte che ho visto in questo ultimo periodo, e che scimmiottano malamente Solo Leveling, questo Seoul Station’s Necromancer ha qualcosa di diverso e di intrigante. Continuerò a seguirlo per capire in che direzione si evolve il racconto e se migliorerà l’aspetto grafico. Ve lo consiglio? In questo momento è ancora un prodotto che deve maturare, ma le premesse mi portano a dire che, se vi piace Solo Leveling, allora potete spingervi a leggere anche questo lavoro senza rimanere troppo delusi.