Mad Season: la stagione matta, folle, come quella di metà anni ’90, con il Grunge che dominava gli animi della gioventù statunitense e non solo.
Mad Season: il supergruppo dalla brevissima vita che si creò, incise un solo album e si abbandonò alla storia della musica rock come una stella incandescente che sfugge, esplode e poi lascia un grande vuoto, profondo e nero. Una pagina di grande musica e allo stesso tempo simbolo di tanto talento ma anche di autodistruzione.
Siamo nel 1994 e questa storia inizia con l’ingresso di Mike McCready, chitarrista dei Pearl Jam, in un rehab nel lontano Minnesota. Agli incontri del rehab Mike conosce un bassista di grande talento, John Baker Saunders, e con lui prende i primi accordi per un progetto musicale sobrio e di grande respiro: è il primo scheletro dei Mad Season. Di ritorno a Seattle, Mike ingaggia l’amico Barrett Martin alla batteria, già membro di uno degli storici gruppi Grunge, gli Screaming Trees. Manca dunque un ultimo componente, quello forse più importante e Mike riesce quasi sorprendentemente a convincere una delle voci più impattanti del panorama musicale di allora: Layne Staley degli Alice In Chains.
Non è una scelta casuale per Mike. L’idea è infatti quella di aiutare Layne, sempre più sottomesso dal demone dell’eroina prima e del crack poi, a partire dal 1994, e creare intorno a lui un gruppo dallo spirito sobrio e dedito al rimettersi in carreggiata dopo anni di trasgressioni e di incessanti tour. Layne è infatti solo l’ombra di quello che era solo tre o quattro anni prima, e gli Alice In Chains sono praticamente fermi a partire dal 1993 per colpa sua principalmente. L’uso di eroina marchia sempre di più il suo corpo e Layne, nonostante i molti tentativi di disintossicazione e qualche breve periodo davvero sobrio, non riesce mai ad uscirne seriamente. Nel 1994 gli Alice cancellano praticamente tutte le date previste, e Layne dunque accetta di unirsi a Mike e al supergruppo che chiameranno Mad Season. Alla fine di questo stesso anno, Mike organizza dei concerti quasi del tutto improvvisati, senza un vero e proprio repertorio, che servono a cimentare musicalmente il gruppo per poi dedicarsi alla nascita di un vero e proprio album.
I Mad Season sono affiatati e si nota molto rapidamente in studio. Il quartetto infatti compone in pochissimi giorni le canzoni e anche Layne si dimostra entusiasta del nuovo progetto. Sicuramente cambiare compagni e ambiente (anche musicale, a livello di genere – decisamente meno aggressivo degli Alice) sembra giovargli molto. Il 14 Marzo 1995, il primo album dei Mad Season, intitolato Above vede la luce e porta una boccata d’aria fresca nel panorama musicale di Seattle. L’album, pur rimanendo all’interno del macro genere Grunge, si macchia di varie influenze Jazz e Blues soprattutto e le dieci canzoni che lo compongono, oltre ad avere una grande e immediata presa sul pubblico, lasciano trasparire attraverso i testi composti da Layne una terribile fragilità.
I temi affrontati sono molti e l’album si legge in una chiave di redenzione da quella Mad Season, stagione pazza, che tutti i componenti del gruppo hanno vissuto in diverse fasi della propria vita e carriera musicale. È stata questa maledetta e pazza stagione a far incontrare Mike e Bakers, e a spingere Layne verso l’abisso più profondo. Canzoni come Wake Up e River Of Deceit sono prettamente dedicate alle difficoltà del vocalist e alla lunga battaglia con le droghe. Il 29 Aprile la band si esibisce allo storico Moore Theater di Seattle, in un memorabile concerto registrato, al quale partecipa anche una delle grandi voci del Grunge, Mark Lanegan (vocalist degli Screaming Trees e poi dei Queens of The Stone Age) che insieme a Layne creano puro spettacolo unendo i propri talenti in brani come Long Gone Day.
Dopo la primavera del 1995 passata a suonare dal vivo, il gruppo si prende una pausa per permettere ai membri di dedicarsi anche alle principali band di appartenenza. C’è in questa fase la voglia di riunirsi e lavorare a un secondo album, che tuttavia non vedrà mai la luce. La fase sobria di Layne è già compromessa da nuove ricadute che gli impediscono di focalizzarsi sui Mad Season. Dall’altra parte, gli altri componenti degli Alice In Chains fanno pressioni su Layne per la stesura del terzo album che uscirà nell’autunno del 1995 dopo tante fatiche e frustrazioni. Layne sprofonda in una spirale ancora più profonda e angosciante. L’uso sempre più massiccio di crack lo debilita ancor più che l’eroina che ancora utilizza e ne compromette il funzionamento, non solo in quanto frontman, ma ormai e sempre più evidente, nella vita di tutti i giorni.
Nell’estate del 1996, quindi poco più di un anno dai concerti primaverili con i Mad Season, Layne dice addio nei fatti alle performance live e alla carriera musicale, dopo un’overdose dalla quale si riprende a fatica. I membri degli Alice ne hanno abbastanza. Di riflesso, anche i Mad Season sono al capolinea.
Tra il 1997 e il 1999, Mike ritenta svariate volte di riportare in vita il progetto, anche senza Layne. L’affondo finale arriva però con la morte, per overdose da eroina, del bassista Bakers. Nel 2002 anche Layne subisce la stessa terribile sorte, mentre i due membri rimasti in vita, Mike e Barrett, continuano a dedicarsi assiduamente alla musica. Tra il 2012 e il 2013 vengono creati dei box speciali, con l’edizione rivisitata e migliorata dell’album Above e diversi inediti che vedono Mark Lanegan cantare alcuni dei brani che dovevano essere presenti nel secondo lavoro dei Mad Season.
Un progetto musicale incredibile per la sua fragilità e sensibilità artistica ed umana; un bagliore di speranza e riscatto prima della piena e oscura autodistruzione. Infine, pietra miliare nella storia del rock made in Seattle che a distanza di ormai quasi trent’anni continua a riecheggiare attraverso l’universo Grunge.