Roma Invicta, uno strategico sulla campagna di Gallia nato per scommessa

Puntigames realizza il suo primo gioco quasi per scommessa; il piccolo progetto inizialmente non doveva essere un titolo rifinito per la vendita.

 

 

La funzione degli strategici introduttivi è fondamentale: servono per avvicinare al mondo della strategia i più giovani senza spaventarli o senza mettere troppa carne al fuoco. Io stesso da piccolo ho iniziato con giochi molto semplici, utili ad insegnarmi i concetti di base che poi avrei ritrovato in giochi sempre più complessi.

Roma Invicta è un progetto hobbistico di uno sviluppatore alle prime armi, ma che sta dimostrando buone potenzialità. Per stessa ammissione del deus ex machina dietro Puntigames, l’ispirazione viene da North & South, classico per Amiga incentrato sulla guerra civile americana in chiave scherzosa (quanti pomeriggi ci ho passato anche io a tirar cannonate…), e dai più recenti Total War. Se è vero che Roma Invicta non ha alcuna ambizione ad avvicinarsi a nomi così importanti, la storia dietro la sua realizzazione è molto interessante: Didi (questo il nome dello sviluppatore) ha iniziato solo tre anni fa a studiare le tecniche di programmazione, e poco dopo ha cominciato a realizzare un modulo per far combattere la fanteria. Dopo i primi esperimenti e l’arrivo della pandemia, Didi ha investito il suo tempo passato forzatamente a casa a realizzare un gioco completo intorno al suo prototipo; in poco più di 5 mesi Roma Invicta ha visto la luce, col suo rilascio su Steam.

 

 

Il gameplay di Roma Invicta ricorda molto il buon vecchio Centurion: Defender Of Rome: c’è una fase strategica durante la quale si comprano e si spostano le armate, e poi una tattica nella quale si ingaggiano gli schieramenti nemici; le varie unità hanno caratteristiche diverse e vanno usate al meglio (una carica di cavalleria contro i lanceri non è il massimo…).
Anche l’aspetto grafico ricorda molto il capolavoro degli anni ’90: l’aspetto pixelloso è molto presente in ogni momento del gioco, anche se questo nelle mischie non facilità il controllo delle unità. Al tempo stesso le animazioni sono molto carine (specialmente quando abbattiamo i nemici a colpi di balista) e l’aspetto della mappa strategica è molto gradevole.

 

 

La gestione delle battaglie è ancora una volta molto semplice, col classico comando di movimento che permette al tempo stesso di attaccare a distanza o corpo a corpo a seconda dell’unità che comandiamo. Sono implementati concetti come quello della carica e dell’attacco alle spalle, anche se non è chiarissimo quali siano gli effetti durante lo scontro (intuibili, ma non spiegati).

Anche l’interfaccia è particolare: per scelta le informazioni sono riscontrabili non dalle barre di controllo ma da quello che vediamo a schermo, tipo quante lance hanno a disposizione i nostri veliti (soluzione: quelle che hanno nelle mani). Molto interessante la scelta di eliminare i punti ferita e tornare al buon vecchio concetto “se sei sano combatti, se sei ferito o morto no” che troppi pochi giochi implementano su questa scala di combattimento (e pensare che già Spellcross nel 1997 aveva introdotto qualcosa del genere). L’unico vero appunto è: perché usare il tasto centrale del mouse per muovere lo schermo e non i tasti freccia???

L’AI potrebbe beneficiare di qualche miglioramento, visto che carica un filo troppo a testa bassa, ma al tempo stesso sa metterci in difficoltà individuando i punti deboli del nostro schieramento.
Molto buona la colonna sonora, decisamente adatta al periodo storico in cui ci caliamo.

 

 

Didi si dice stupefatto per la positiva ricezione del suo gioco; in effetti, anche se si tratta di un gioco molto semplice, ci sono tutte le caratteristiche principali che un gioco del genere deve avere, incluso un piccolo sistema di sostentamento delle truppe. “Non avevo davvero idea che a così tante persone sarebbe piaciuto questo piccolo gioco; il feedback e le recensioni sono travolgenti. Le persone ne vogliono davvero ancora. Quindi ora mi rammarico davvero di aver codificato in modo così tanto rigido all’inizio dello sviluppo poiché non era previsto che il gioco fosse un giorno messo in vendita; questo rende quasi impossibile espanderlo. Ma penso già di rielaborare il tutto per implementare workshop, multiplayer e tutto quello che serva per dare a Roma Invicta uno scopo molto più ampio”.

 

 

Non resta che augurare il meglio a Didi per il suo prossimo progetto; se Roma Invicta è già oggi adatto agli strateghi alle prime armi, il prossimo gioco potrebbe essere qualcosa di davvero interessante.

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