Il terzo film della saga riprende quota, grazie a combattimenti meno scontati e retroscena che vengono pian piano svelati.
Con un buco temporale di svariati mesi, Resident Evil: Extinction riprende il racconto lasciato aperto al termine del secondo capitolo. La Terra è stata completamente devastata dal Virus T e gli zombi mutanti sono ovunque; solo sparuti gruppi di superstiti si aggirano sulle strade saccheggiando quanto possibile nelle case e nei magazzini in cui si imbattono.
Alice, il personaggio interpretato da Milla Jovovich, continua ad essere l’ago della bilancia ed il fulcro dell’intera storia, questa volta in modo più importante rispetto alla pellicola precedente. Mentre i suoi amici annaspano per scampare alle grinfie dei non morti, lei riesce a ridurli in briciole con le sue inumane capacità di combattimento, ed in più è la chiave di volta per iniziare a scoprire cosa sia in realtà successo e cosa ci sia dietro le manovre della Umbrella Corporation.
Resident Evil: Extinction sposta la saga sempre più in un contesto d’azione, dove l’aspetto horror è sempre meno importante e rimane esclusivamente per la tipologia degli antagonisti e per il sangue che ogni tanto (raramente) scorre.
La filosofia è sempre più evidente, pellicola dopo pellicola, forse anche a causa dell’avvicendamento dei registi: questa volta è il turno di Russel Mulcahy, che nonostante sia autore di buoni film come Verdetto Finale e Il Battaglione Perduto o capolavori come Highlander – L’Ultimo Immortale non riesce a dare a Resident Evil: Extinction un taglio fortemente incisivo.
Forse però non è colpa del regista; il fatto è che non è presente uno straccio di trama degna di tal nome. Si tratta solo di vedere combattimento dopo combattimento quel che succede, e dove verrà trasportata Alice dagli accadimenti. Un po’ poco, oggettivamente.
Eppure, nonostante la sua poca profondità, il film non si può definire brutto: è semplicemente un film d’azione con poco spessore; ma quel poco che c’è è decisamente interessante. Scoprire cosa combini la Umbrella, sbirciare nei suoi laboratori e, al tempo stesso, vedere come la Terra stia morendo è appagante… peccato che il tutto sia appena accennato.
Altra cosa positiva di Extinction rispetto ad Apocalypse è che non c’è un abuso della sessualità femminile per spingere sulla riuscita del film. Si, c’è sempre una discreta dose di gnagna, ma nulla di fastidiosamente abusato come nel capitolo precedente.
Extinction è un altro passo all’interno della saga di Resident Evil; rimane il dubbio se con il ritorno di Paul W.S. Anderson in cabina di regia nei prossimi tre film il livello qualitativo riuscirà finalmente ad alzarsi per concludere degnamente la storia.