In un affollato panorama di giochi survival, Next Day: Survival ha molte potenzialita’ per divenire un ottimo gioco indie, quando finito.
Sulla chat generale, l’unica disponibile, viene richiesto aiuto per attaccare il bunker dei militari. In breve un gruppo di quattro combattenti si raduna al campo dei civili e parte alla volta del punto di accesso. Il caposquadra ci istruisce, per noi e’ la prima volta la’ dentro e veniamo avvertiti di mantenere un basso profilo il piu’ possibile per evitare di attirare rinforzi. Ma una volta dentro lo scontro a fuoco e’ immediato; il caposquadra muore immediatamente, ma noi ci facciamo strada a poco a poco coprendoci l’un l’altro. Ne abbatto tre, ma dai corridoi laterali ci arriva fuoco alle spalle; rimaniamo solo in due, ed io sanguino. Scossi dall’intenso e caotico fuoco incrociato abbiamo solo il tempo per curarci, rapidamente recuperare qualche fucile e materiale dove possibile, e puntare verso l’uscita. Non c’e’ tempo, i rinforzi ci sono alle calcagna e ci sparano anche da davanti; non possiamo fermarci: ne abbattiamo un altro paio correndo a rotta di collo, senza rallentare, ed a malapena raggiungiamo la scaletta che ci riporta in superficie prima di venire annientati.
Vi ricordate di S.T.A.L.K.E.R., il gioco ambientato a Chernobyl in cui dovevamo risolvere il mistero degli animali mutanti, delle anomalie e dei blowout? Ecco, Next Day: Survival trae molta ispirazione dal classico che tuttora imperversa sul mio hard disk.
Ambientato da qualche parte in Russia (o Ucraina? Non ho mica capito), ci troviamo letteralmente in canottiera e mutande davanti ad un semideserto campo di rifugiati dove troveremo presto delle quest che inizieranno a fornirci del materiale utile a sopravvivere a sete, fame e ambiente ostile. La zona e’ isolata in seguito ad una catastrofe non ben definita, e ci sono delle aree intransitabili senza tuta e maschera antigas.
La sensazione e’ di essere in uno ibrido DayZ-S.T.A.L.K.E.R. multiplayer, ancora povero di contenuti ma gia’ onestamente definito. Ci sono due fazioni e chi spara ai propri compagni finisce nei traditori, una geniale intuizione che dovrebbe limitare comportamenti spiacevoli ed antisociali tipici di tanti gioconi a prezzo pieno che non penalizzano le proprie comunita’ tossiche.
La grafica e’ molto suggestiva ed i suoni sono ottimi, due aspetti che permettono al giocatore di immergersi pienamente nell’ambiente. La componente di esplorazione e saccheggio delle risorse e’ la parte centrale del gioco (al momento e’ ancora troppo facile accumulare oggetti e cibo); ma per compiere certe missioni e’ fondamentale unirsi ad altri giocatori; da soli non ce la si puo’ fare, e la cooperazione e’ obbligatoria.
La comunita’ sembra buona, ci sono molti giocatori che regalano oggetti ai niubbi e sono pronti ad aiutare nelle quest degli altri. Recentemente mi e’ capitato di essere assistito nel ripulire un posto di blocco, favore che ho immediatamente ricambiato con un giocatore che aveva perso tutto il suo materiale in una zona contaminata ad opera di un orso. Ci sono anche personaggi di dubbia levatura che si divertono ad aspettare fuori dalle safe zone per uccidere tutti i giocatori che respawnano, ma pian piano sembra che vengano bannati tutti.
Il diverimento in questo momento c’e’, nonostante non ci sia troppa varieta’ nelle cose da fare; tra l’esplorazione ed il gioco di gruppo, il fatto che non ci siano ancora molte quest non si sente. Per il prezzo davvero basso (meno di 10 euro, addirittura 6 in questo momento su Humble Bundle) il gioco e’ comunque gia’ adesso un affare, anche se come tutti i giochi in Early Access non si sa come e quanto il gioco verra’ sviluppato.
Ora torno ad indossare l’elmetto e riarmare il mio AK; mi stanno chiamando per difendere il campo dai Looters…