Tra tante dispute territoriali ed attacchi da ogni parte, la Lituania, così come le altre Repubbliche Baltiche, riesce a guadagnarsi l’indipendenza.
Con i territori occidentali occupati dai tedeschi già nella primavera del 1915, a seguito dell’offensiva necessaria per distogliere l’attenzione russa dalla regione della Galizia, anche il restante territorio difeso dalle truppe zariste ne vede la conquista tra il Luglio e l’Agosto dello stesso anno. Con il passaggio dei territori lituani dai russi ai germanici, i lituani trattano la questione dell’indipendenza senza però concretizzare nulla. Con l’arrivo delle rivoluzioni russe di Febbraio/Marzo e Ottobre del 1917, la situazione per la Lituania ancora dominata dai tedeschi, migliora (almeno all’apparenza), quando viene garantita la possibilità di formare un Consiglio lituano dai poteri comunque fortemente limitati. Basanavicius, eletto come Capo del Consiglio nel Settembre 1917, ribadisce l’indipendenza nazionale come cardine del suo mandato. Due mesi dopo, in una trattativa a Berna, tedeschi e lituani sembrano decidere per una Lituania indipendente ma sotto la sfera d’influenza tedesca. Dopo vari tentennamenti e una forzatura da parte del Consiglio, il 16 Febbraio 1918 viene redatto il Manifesto dell’Indipendenza, riconosciuto formalmente dai tedeschi un mese dopo. Il Duca Wilhelm Von Urach sale al trono della Lituania, con un mandato di riavvicinamento a Berlino.
La Lituania indipendente e monarchica ma strettamente legata alla Germania ha però vita breve. A seguito dell’armistizio del Novembre 1918 e con l’annullamento di fatto del trattato di Brest-Litovsk, i bolscevichi avviano la loro offensiva verso i territori baltici, invadendo i territori lituani già nel Dicembre dello stesso anno. Il 6 Gennaio la città di Vilnius cade, ed entro il mese tutta la parte sud-orientale è saldamente in mano comunista. Resistono infatti solamente le regioni più occidentali, difese dai tedeschi che hanno tutti i motivi per cercare di fermare le orde rosse prima che possano addentrarsi nella Prussia Orientale. Con la primavera, le sorti della campagna lituana cambiano quando reggimenti polacchi attaccano le forze bolsceviche da sud, arrivando a liberare Vilnius in Aprile. L’inaspettato aiuto polacco rinvigorisce il morale delle forze lituano-germane, le quali si uniscono in una grande offensiva che scaccia i russi dai confini politici lituani. Nel mese di Agosto con le forze comuniste costrette a firmare un armistizio con le coalizzate forze polacco-lituane-tedesche, e con parte dei territori lituani sotto controllo militare polacco, iniziano a crearsi i primi problemi con questi ultimi, vista l’intenzione nemmeno troppo mascherata di incorporare il sud della Lituania nella nuova Polonia. Una linea di demarcazione entra in vigore sul finire dell’estate 1919 ma incidenti e scaramucce di confine si protraggono da una parte e dall’altra.
La situazione peggiora ancora una volta nell’autunno, quando i Russi Bianchi di Avalov (per lo più tedeschi anticomunisti) attaccano sia in direzione Riga (Lettonia), sia direttamente la Lituania che però non si piega e sconfigge queste formazioni, spingendo la diplomazia internazionale a imporre lo scioglimento delle forze di Avalov e il rimpatrio delle truppe tedesche entro i confini nazionali. Gli ultimi soldati di etnia germanica lasciano il territorio lituano entro la fine del 1919.
L’estate del 1920 vede le forze bolsceviche all’attacco nei territori lituani controllati dai polacchi, i quali subiscono l’iniziativa dei comunisti e si ritirano verso sud. Vilnius viene presa a metà Luglio e nello stesso mese il governo lituano e quello comunista formalizzano di fatti una pace che definisce anche i confini nazionali della Lituania, dopo la restituzione di Vilnius. Questa stabilità dura pochissimo: i polacchi sconfiggono i bolscevichi alle porte di Varsavia, le forze comuniste si sfaldano e i polacchi inseguono da vicino. Vilnius viene rioccupata dalle truppe polacche del Gen. Zeligowski, che però subiscono una cocente sconfitta da parte di forze regolari lituane nel Novembre del 1920.
I reparti lituani si preparano a recupare il controllo della città, ma nuovamente la diplomazia internazionale impone un cessate il fuoco e la creazione di una zona neutrale tra le due nazioni. Poco dopo, con un plebiscito cittadino, viene deciso che la città di Vilnius deve passare sotto controllo polacco e vi rimane fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1923 la Lituania riesce a strappare e incorporare nei suoi confini un lambo di terra appartenente fino ad allora alla Germania ma amministrato ufficialmente dalla Francia vittoriosa del conflitto mondiale. È l’ultimo atto della riunificazione lituana, che godrà di una relativa stabilità fino agli inizi del 1939, quando Germania e Unione Sovietica indirizzeranno nuovamente i propri interessi verso la regione baltica.