Battaglioni di polizia seguirono l’espansione tedesca ad est, partecipando attivamente a numerosi massacri ai danni della popolazione locale e delle comunità ebraiche.
Abituati a parlare di Seconda Guerra Mondiale e ad immaginarci quest’ultima come una lunghissima sequenza di battaglie, di velocissimi carri armati lanciati in azioni di accerchiamento, di fanteria che avanza supportata dalle spaventose legioni di aerei, ci dimentichiamo di tutto quello che l’occupazione e l’annessione di nuovi territori comporta. La gestione dell’ordine dietro la linea del fronte che si sposta sempre più lontano dai propri confini nazionali, infatti, raramente viene delegata alle truppe di linea, direttamente impegnate nei combattimenti. Per ciò che riguarda la tragica espansione della Germania nazista a partire dal 1939 (e possiamo qui includere anche l’Anschluss austriaco del 1938 e l’occupazione della Cecoslovacchia di pochi mesi dopo), il compito di mantenere l’ordine e garantire una più “facile” transizione e occupazione ricade sui numerosi battaglioni della Polizia tedesca.
L’Ordnungspolizei (Orpo) viene creata ufficialmente nel 1936 come unica forza di polizia riconosciuta all’interno del nuovo Reich, ufficialmente sottoposta al Ministero degli Interni ma di fatto sotto le dipendenze delle sempre più ingombranti SS. Sotto la guida di Kurt Daluege, l’Orpo si trasforma rapidamente in una polizia militarizzata pronta a servire gli interessi nazisti, superando le 200.000 unità nelle prime fasi della guerra; non si tratta però di fanatici nazisti, ma di uomini reclutati tra la classe lavoratrice delle grandi città tedesche, spesso dagli ideali lontani da quelli di Hitler e dei suoi seguaci.
I battaglioni dell’Orpo, ciascuno forte di 500 uomini, accompagnano fin dall’invasione della Polonia le truppe regolari della Wehrmacht. Con la penetrazione verso Varsavia ancora in corso, le forze dell’Orpo danno inizio all’evacuazione dei polacchi dalle proprie abitazioni e portano avanti compiti di sicurezza dietro la linea del fronte che il più delle volte si trasformano in azioni dirette contro la popolazione civile più che contro le truppe regolari polacche rimaste intrappolate o le prime azioni partigiane. È l’inizio di una triste scia di esecuzioni sommarie, rastrellamenti e deportazioni atte a spezzare l’anima del popolo polacco e delle comunità ebree al suo interno. Alcuni battaglioni dell’Orpo vengono impiegati nell’amministrazione dei primi grandi ghetti polacchi, come quello di Lodz e Varsavia.
I compiti della Orpo diventano ancora più brutali con l’inizio dell’Operazione Barbarossa. La scontro con i bolscevichi è di carattere ideologico oltre che militare e la propaganda nazista esaspera l’importanza di una guerra totale, morbosa e senza pietà all’Unione Sovietica e alle popolazioni slave e comuniste. Non solo le azioni militari devono quindi essere più decise, ma anche la gestione del territorio e della popolazione deve farsi più brutale e inumana.
A seguire l’avanzata attraverso le pianure dell’Ucraina e della Bielorussia, infatti, ci sono i battaglioni dell’Orpo insieme a tutta la costellazione di truppe SS, Einsatzgruppen e forze ausiliare anticomuniste. Già il 27 Giugno 1941, a meno di una settimana dall’inizio delle operazioni contro l’Unione Sovietica, il Battaglione 309 viene impegnato nella fucilazione di centinaia di ebrei e nell’incendio della Sinagoga di Bialystok con oltre 700 persone stipate dentro. È solo il primo di tantissimi massacri, che per tutto il 1941 e parte del 1942 vengono portati avanti a colpi di fucile. Gli uomini dell’Orpo, dopo le prime esitazioni, diventano una forza di occupazioni brutale e sempre più bruta e barbara nelle azioni di pulizia etnica, come dimostrato dalle azioni del 101° Battaglione, uno dei più studiati e del quale si hanno più testimonianze dirette. In meno di un anno gli uomini del 101 passano dall’avere problemi nel portare avanti compiti di fucilazione, aiutati spesso dall’alcol, a dirigere massicci eccidi e deportazioni di ebrei dai ghetti verso i campi di sterminio, rendendosi diretti responsabili di più di 40.000 morti.
Il numero totale di morti per mano dell’Orpo in Unione Sovietica supera il milione, rendendo questa forza di occupazione una delle più terribili all’interno del Terzo Reich. Sul finire del 1942, con l’inizio del capovolgimento della situazione militare in favore degli Alleati, molti battaglioni vengono riportati in Germania per una totale riorganizzazione prima di essere rispediti nelle zone occupate o inquadrati in nuove unità.
A partire dal 1943, le funzioni dell’Orpo e delle SS sotto Himmler si intrecciano a tal punto che diventa sempre più difficile scinderle in forze distinte: molti appartenenti alle forze di polizia vengono sempre più spesso arruolati per il fronte, data la carenza di veterani tra le fila di soldati sempre più giovani e inesperti. Finito il conflitto, la maggior parte dei membri della polizia tedesca, così come i loro ufficiali, cercheranno di nascondere il ruolo avuto nei numerosissimi massacri a est, puntando il dito contro le SS e le altre unità di morte. I pochi che hanno testimoniato dall’interno, insieme alle pochissime vittime sopravvissute per raccontarne le terribili gesta, hanno portato numerosi studiosi ad interessarsi e a condannare in maniera inconfutabile le azioni dell’Orpo e dei suoi uomini.