Player Manager: la recensione

Chi di voi ha avuto la fortuna di possedere un’Amiga, non può non aver passato intere nottate a fondere le proprie sinapsi su Player Manager!

 

 

Quante nottate sui joystick a fondere le proprie sinapsi su quelle droghe multicolori che fuoriuscivano dai monitor (per chi li aveva, sennò si giocava sulla TV). Fra i mille e più giochi in mio possesso, uno di quelli che più mi ha sottratto alla caccia del materiale femminile (per lo meno fino alla scoperta del significato di “clitoride”) è sicuramente Player Manager.

Figlio della mitica famiglia di Kick Off, Player Manager rappresentò l’apice creativo di Dino Dini (italianissimo solo di origini, era completamente inglese, per chi avesse avuto il dubbio): era riuscito ad unire il gioco di calcio più bello di tutti i tempi (insieme a Sensible Soccer e ISS Pro) ad una piacevole gestione di una squadra di club. Attenzione: stiamo parlando del 1998, e di un computer che rispetto agli standard attuali potrebbe impallidire per potenzialità; eppure il gioco era fantastico nella sua semplicità.

Ci troviamo nei panni di un forte giocatore della nazionale che è ingaggiato da una squadra di terza divisione sia come giocatore che come allenatore; possiamo infatti sia gestire il club che giocare la partita in prima persona, controllando la squadra o anche solo il nostro alter ego elettronico. In effetti io sceglievo di giocare solo come calciatore, e questo mi permetteva di fare veramente il fuoriclasse… Potendo controllare un giocatore per tutta la partita, potevo farmi sempre trovare al posto giusto al momento giusto. Interventi in scivolata all’ultimo istante, gol di rapina, cross risolutivi erano possibilità precluse non potendo focalizzarsi su un solo giocatore. Ma andiamo con ordine.

Innanzitutto la gestione della squadra: per ogni giocatore c’è una scheda con le caratteristiche che influenzano realmente il suo comportamento in campo (velocità, resistenza, passaggi, tiro ecc.), oltre che il suo valore in K (la moneta di Player Manager), gli anni di contratto restanti, il morale e se infortunato per quanto tempo il giocatore dovrebbe restare indisponibile. Insomma, a vederla così, sembrerebbe che Scudetto abbia preso buona parte di questa sezione nella sua evoluzione! La gestione economica non esiste proprio, ci sono solo i dati relativi alle spese e agli incassi, che però vanno tenuti d’occhio visto che la presidenza non gradisce stare in rosso per troppo tempo…

 

 

È possibile rinominare le squadre, che sono divise in 4 divisioni di 10,10,12 e 12 squadre rispettivamente: un numero così ridotto di partecipanti sembrerebbe una scelta infelice, invece così i campionati (intervallati dalla Coppa di Lega) non sono mai pesanti, troppo lunghi ed esasperanti, mantenendo la competizione sempre equilibrata. Inoltre, ad ogni partita i giocatori vengono creati casualmente (nomi e caratteristiche), proponendo ogni volta una nuova sfida. Certo, un editor sarebbe stata cosa gradita, magari per ricreare situazioni reali, ma tant’è…

Il pezzo forte del gioco era, ovviamente, la partita. Si tratta della naturale evoluzione di Kick Off, ma senza fuorigioco! Ad ogni modo il gioco era e rimane godibilissimo; anzi questo permette maggior azione. Le partite durano complessivamente 6 minuti (non modificabili), ed è prevista l’eliminazione ai rigori nelle gare di coppa (ed essere battuti in semifinale perché il proprio centravanti tira alto non è carino…). Ma secondo me la cosa più bella del gioco è l’editor di tattiche. Per la prima volta si aveva la possibilità di muovere in campo i giocatori realmente come si voleva! Io poi stravedevo per questa opzione, che per me era fondamentale. Con formazioni sulla carta molto più deboli riuscivo bene o male a imbrigliare il gioco avversario, senza mai però trovare la “chiave” per ogni partita. Insomma, non c’era la soluzione definitiva: o un forte attacco o una forte difesa, o un certo equilibrio… ma la partita era sempre incerta. Oggi, che ho ricominciato a giocarci grazie agli emulatori, ho sfornato un 4-4-2 a diamante con la difesa molto alta, che gioca in anticipo… per ora va bene, sono in vertice alla classifica di C1 (è la prima stagione), ma temo che salendo di categoria i miei difensori (piuttosto lenti) possano venire facilmente saltati… e allora che fare, investire sul mercato o ridisegnare le geometrie?

Player Manager mi ha regalato ore e ore di divertimento, e me le sta regalando di nuovo. Penso che chiunque dovrebbe provarlo, almeno una volta. Giocando anche solo come allenatore (come sto facendo ora, per non fare sentire il mio peso di giocatore esperto e vincente) la sfida è alta, e vedere come reagiscono i giocatori alle nostre disposizioni gratifica se azzecchiamo una mossa. Player Manager è un gioco immortale.

 

Player Manager, 1990
Voto: 8.5
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