In qualsiasi Stato, i manifestanti violenti vengono messi in carcere; in Italia questo non accade a causa di precise motivazioni politiche antisociali.
Uno dei sintomi più evidenti della disgregazione della società italiana è la passività a cui sono state ridotte le Forze Dell’Ordine. Come si è già detto in altre occasioni, uno Stato in salute è quello in cui esiste la certezza della pena; in Italia invece dagli anni ’60 si è tentato in tutti i modi di distruggere la solidità dello Stato, una mossa ben precisa ordita dall’Unione Sovietica in piena Guerra Fredda legata a rendere politicamente instabile i Paesi NATO dove maggiormente si trovavano forze politiche vicine a Mosca.
I danni di questa lotta sotterranea sono ben evidenti oggi in numerosi ambiti, ma evidentissimi nello specifico della gestione delle manifestazioni. Qui la Polizia e le Forze Dell’Ordine in genere sono costantemente vessate, provocate e messe in un angolo da parte dei soliti gruppi organizzati, perlopiù legati al mondo politico della sinistra (ma non sono esenti movimenti di estrema destra), che sanno che poco possono fare gli Agenti contro le loro azioni criminali. Con la solita manfrina dei “poveri innocui manifestanti picchiati dai violenti in divisa”, viene ribaltata una realtà che solo chi è in cattiva fede non vuole vedere.
I colpevoli di questa delegittimazione della Polizia e delle istituzioni in genere non sono solo i politici e molti simpatizzanti della sinistra, sempre pronti a gettare discredito e svilire l’operato delle Forze Dell’Ordine. C’è una dolosa complicità delle forze conservatrici che, dal 1994 in poi accentratesi intorno alla figura di Silvio Berlusconi, hanno accettato e financo beneficiato dei continui attacchi alle istituzioni portati dal campo opposto.
Oggi ci troviamo con una paradossale situazione in cui le Forze Dell’Ordine sono costrette a subire insulti, sassaiole e lanci di molotov e bombe carta senza poter realmente reagire come ci si aspetterebbe. Delegittimati nei fatti ed impossibilitati ad usare la necessaria forza per reprimere e disincentivare reati e atti violenti, gli Agenti schierati durante le manifestazioni sono semplici agnelli sacrificali a cui si chiede di subire passivamente quando in queste occasioni qualsiasi Stato forte richiederebbe ai suoi uomini di usare maniere decise contro i teppisti.
L’ipocrisia della sinistra non deve e non può più dettare la norma comportamentale dei tutori dell’ordine; è ora di ripristinare la legalità, di colpire duro ed in profondità e di tornare a far trionfare giustizia e rigore. Esattamente quello che succede negli altri Paesi occidentali, quelle democrazie che non concedono sconti ai criminali e nonostante questo incongruamente osannate da chi in Italia vede regole e Polizia come nemici giurati della libertà; forse quella di agire esclusivamente secondo il proprio comodo.
Cosa aspetta il governo Meloni, ormai all’inizio del suo terzo anno di mandato, a mettere mano a questa intollerabile situazione?