L’autunno del 1942 non significa solamente Stalingrado: più a nord, nelle vicinanze di Mosca, una grande offensiva sovietica fallisce miseramente.
Abbiamo tutti studiato le gesta del grandissimo Generale Zhukov, l’uomo che ha portato le armate sovietiche fin dentro il cuore della Germania stessa. Ce lo hanno presentato come infallibile e invincibile sui campi di battaglia, dimostrando le sue ottime doti contro i giapponesi prima e contro i tedeschi poi. C’è tuttavia una macchia, se così possiamo chiamarla, sull’impeccabile carriera militare dell’uomo che è diventato eroe nazionale: l’Operazione Marte.
In concomitanza con la brillante offensiva sovietica nei pressi di Stalingrado, Zhukov e Stalin lavorano sin dall’inizio dell’autunno del 1942 ad un’offensiva diretta contro il cuore del Gruppo Armate Centro, ancora potenzialmente in grado di sferrare decisi attacchi in direzione Mosca. La controffensiva dell’inverno precedente ha ristabilito un certo ordine in questa zona del fronte e messo i tedeschi sulla difensiva, ma non è riuscita a ricacciarli a una distanza sufficientemente ampia da poter dormire sogni tranquilli.
A preoccupare maggiormente gli alti comandi è la 9° Armata tedesca, guidata da uno dei migliori uomini tra le fila degli alti ufficiali: Walter Model, specialista nell’organizzare difese ben strutturate. Stalin e Zhukov preparano l’attacco con l’obiettivo di eliminare questa armata e il saliente che occupa, prima di lanciare i veloci carri armati verso posizioni più a ovest. Il fine ultimo di tutta l’operazione è sferrare un colpo decisivo e distruggere, o catturare, più forze possibili sulla rotta Mosca-Smolensk, per poi ristabilire il fronte e preparare le difese in vista di un eventuale contrattacco tedesco.
L’alto comando sovietico conta di lanciare l’operazione sul finire del mese di Ottobre, ma l’evolversi della situazione nel settore di Stalingrado, e quindi il dirottamento di ingenti forze verso quella zona, fanno slittare l’intera operazione di un mese. Si arriva quindi alla fine di Novembre quando le due principali forze sovietiche, il “Fronte Kalinin” e il “Fronte Occidentale”, guidate rispettivamente da Konev e Purkaev e direttamente coordinate da Zhukov, aprono il fuoco verso vari punti del saliente difeso da Model.
L’offensiva però parte male da subito. L’intensa nebbia e il gelo non permettono alle artiglierie di regolare efficacemente i colpi, sprovviste soprattutto di un supporto aereo dovuto alle terribili condizioni meteorologiche. Gli attacchi provenienti da nord si rivelano un fiasco fin dai primi giorni, mentre da sud e da est si registrano piccoli progressi, troppo lenti per l’agenda militare sovietica. I tedeschi, concentrando le proprie difese nelle zone abitate, mantengono le proprie posizioni senza ritirarsi anche quando superati dalle forze meccanizzate nemiche, lasciando piccole e difficili sacche da epurare dietro le avanguardie. Model grazie alle sue difese meticolosamente preparate, regge fin troppo bene l’urto, e le colonne sovietiche si infrangono a più riprese contro le divisioni tedesche. Non si passa.
I tedeschi sferrano un repentino contrattacco cogliendo di sorpresa le punte nemiche più avanzate, ribaltando la situazione, intrappolando migliaia di sovietici dietro le linee tedesche e forzandoli ad abbandonare tutto il materiale bellico prima di tentare le sortite verso le linee amiche. In pochi giorni la 9° Armata è in grado di ristabilire la situazione del fronte, pur lasciando ai sovietici piccoli fazzoletti di terra non importanti da un punto di vista tattico-strategico. Più che una vittoria tedesca è un fallimento dell’Unione Sovietica, che nonostante la superiorità di mezzi e uomini non è riuscita a penetrare per più di qualche chilometro tra le linee nemiche.
Zhukov fa rapporto. L’Operazione Marte si è conclusa con un clamoroso fallimento che viene però messo in ombra dai ben più soddisfacenti risultati dell’Armata Rossa sul Volga. Stalingrado e la 6° Armata di Paulus, infatti, sono del tutto circondate e non c’è via di scampo.
L’importanza di questa operazione militare è da anni oggetto di un dibattito. Da una parte ci sono gli studiosi che tendono a credere che questa offensiva non sia stata altro che un diversivo messo in atto da Zhukov e Stalin per distogliere l’attenzione dagli attacchi nel settore di Stalingrado, impossibilitando così lo spostamento di forze fresche dal settore centrale del fronte in aiuto di Paulus. Dall’altra parte abbiamo il parere di chi, dato l’ingente numero di uomini e mezzi dispiegati per l’Operazione Marte, crede che in realtà si sia trattato di un fallimento reale e imprevisto. Il totale dei morti e feriti sovietici si aggira sulle 300.000 unità mentre si calcola che siano stati persi più di mille carri armati. I tedeschi di contro, contano circa 40.000 uomini tra morti e feriti.
Il saliente viene abbandonato diversi mesi dopo dalla 9° Armata, ripiegando su una linea più omogenea e meno esposta. A prescindere da quale teoria sia vera, quel che è certo è che gli uomini persi da Model contribuiscono all’indebolimento generale delle Armate Centro, data la penuria sempre più crescente di riserve e di uomini con esperienza. Tra il 1943 e il 1944 il Gruppo verrà letteralmente spazzato via da un’Armata Rossa a dir poco dirompente.