Esiste la felicità? Sembra proprio di sì, e l’hanno scovata gli attori di questa serie capace di migliorare stagione dopo stagione.
Charles, Oliver e Mable hanno un nuovo omicidio su cui indagare: è il turno dell’amata controfigura Sazz Patracki che, vestita da Steve Martin, viene freddata alla fine della stagione precedente proprio a casa del suo numero uno. Nei nuovi scintillanti dieci episodi si cercherà di fare luce su questo mistero e, parallelamente, sulle vite sempre più ingarbugliate dei protagonisti.
Se generalmente la sceneggiatura di questo genere di prodotti si va affievolendo col tempo, in questo caso il percorso è inverso. Tutto il cast si dichiara entusiasta di proseguire le riprese e questa voglia di lavorare si riflette su puntate solide e divertenti, con molte battute a livello del primo Woody Allen e colpi di scena in linea col genere thriller in cui si muove l’intreccio. Ad alzare ancor di più l’asticella di questo piacevole viaggio nel cinismo di Manhattan e del mondo dello spettacolo americano arrivano le conferme e i nuovi arrivi sul set.
La svampita Loretta di Meryl Streep affianca ancora una volta il terzetto di (improvvisati) investigatori, ma a lei si aggiunge un filotto di gran classe: Eva Longoria (Desperate Housewife), Zach Galifianankis (Una Notte Da Leoni) e Eugene Levy (già presente nell’iconico Il Padre Della Sposa). Il colpo di genio nel colpo di genio è il fatto che i tre attoroni interpretino loro stessi impegnati a rappresentare Charles, Oliver e Mable nell’adattamento cinematografico del podcast. Tra fissazioni, capricci e divertenti mediocrità, mettono in scena la pochezza del divismo di Hollywood. E qua arriva la seconda ed importante novità di questa uscita targata Disney+.
Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez fanno le valigie e si trasferiscono a Los Angeles. Con la stessa prosopopea di un pariolino che visita Ostia Lido, osservano la Città degli Angeli schifati e vogliosi di tornare quanto prima alla loro Grande (asfittica) Mela. Se sono vere la metà delle gag con cui vengono ritratti i produttori dei film e le registe, si prevedono cause per diffamazione a iosa; nulla di preoccupante per il creatore della serie Craig Erwich che, da quel lontano 2021 in cui esordì la sua idea, di soldi ne ha guadagnati molti, avendo venduto i diritti di Only Murders In The Building in oltre venti paesi.
L’unico piccolo neo della stagione è che il tema del podcast viene messo un po’ da parte a favore di un’indagine più complessa delle precedenti ma, anche per questo, più stupefacente nella sua soluzione finale. Chi ha ucciso Sazz voleva in realtà far fuori Charles? Oliver riuscirà a sposarsi con la sua Loretta? Mable troverà il modo di non detestare troppo Eva Longoria per l’interpretazione imbarazzante che l’attrice vorrebbe dare di lei?
Tanti quesiti, tutti risolti con ottime scelte stilistiche, che si affiancano ad una regia sempre molto propositiva e a dialoghi degni di Broadway-off. Se è vero che ogni viaggio insegna qualcosa di nuovo, alla fine della visione di questi episodi da trenta minuti l’uno ne saprete molto di più sull’oscuro mondo delle controfigure.
Per Sazz… e per chi vive in attesa di un nostro sorriso.