Wishmaster dei Nightwish è un capolavoro che affascina con melodie accattivanti, power metal e con la straordinaria voce lirica di Tarja Turunen.
Articolo pubblicato per la prima volta il 22/12/2002
E come ti sbagli?! Rimedio questo bellissimo disco da un amico, lo ascolto, ne resto assolutamente affascinato e quando vado a vedere da dove viene chi ti ritrovo? La mitica Finlandia.
Ennesimo lavoro proveniente dalla Lapponia, quindi. Sto parlando di Wishmaster, un disco datato 2000 da parte di un gruppetto chiamato Nightwish. La formazione sarebbe il classico ensemble power: voce – tastiere – chitarra – basso – batteria, se non fosse che quel “voce” è affidato alla fascinosa ugola della signorina Tarja Turonen, che aggiunge un tocco di lirica (avete capito bene) ai classici stilemi strumentali a cui ci hanno ormai abituato connazionali illustri, Stratovarius su tutti. Questo è il classico disco che tutti i non-metallari dovrebbero ascoltarsi per capire che il metal non è solo “casino”, Thrash, Death o, peggio, solo Marylin Manson.
Il gruppo si forma nel 1996 e la prima pubblicazione, a titolo Angels Fall First, è del 1997. Dopo Oceanborn (’98) escono nel ’99 due mini: Sleeping Sun e Walking in the Air, Wishmaster rappresenta quindi il terzo full length.
Gli undici pezzi del disco si giocano tutti su melodie orecchiabili, accattivanti e non troppo pesanti che si piazzano intorno al metal più classico e strizzano a volte l’occhio al power melodico. La proposta musicale non è poi così innovativa e i brani sono tutti piuttosto semplici e scevri da virtuosismi tecnici, ma va detto anche che praticamente non ci sono punti deboli e le canzoni filano via tutte su buoni livelli senza grossi cedimenti. Ci troviamo dunque di fronte ad un dischetto tranquillo e semplice che ha il suo punto di forza nell’azzeccato cantato femminile, con la splendida voce di Tarja e nelle melodie tastieristiche di Tuomas Holopainen leader del gruppo.
Parlarvi singolarmente delle canzoni senza risultare ripetitivo è impresa assai ardua visto che molti pezzi sono accomunati da caratteristiche simili: ritmi cadenzati tipici del metal classico, riff di chitarra, melodie di tastiera semplici ma molto coinvolgenti e strofe in cui spesso la sei corde di Vuorinen tace per lasciare in risalto la sola voce di Tarja accompagnata dalla sezione ritmica. Troviamo tutto questo nella bella opener “She Is My Sin”, oppure in “Deep Silence Complete” e “Come Over Me”; impossibile poi non ritrovarsi a fischiettare il motivetto di “Bare Grace Misery”.
Il power vero e proprio emerge in due soli pezzi: “Wanderlust” e “Crownless”, e viene puntualmente sottolineato dalla doppia cassa di Nevalainen.
Discorso a parte va fatto per le tre tracce che propongono il lato più drammatico e maestoso dei Nightwish: “Wishmaster” con un ritornello possente e la chitarra che si inserisce qua e la con degli ottimi stacchi; “The Kinslayer” dove la fanno da padrone le tastiere con intermezzi decisi e potenti, e la conclusiva “Fantasmic”, forse il pezzo più pesante del disco, in cui maggiormente risalta il contrasto con la voce lirica di Tarja.
Ad un album tanto classico non potevano poi mancare un paio di ballad e ci pensano ottimamente “Two for Tragedy” e “Dead Boy’s Poem”, allegria.
Bene, ribadisco che non ci troviamo di fronte agli Angra, ma se volete deliziarvi con ottime melodie che comunque non concedono nulla al commerciale (importante!), questo disco fa per voi. E’ un lavoro non troppo impegnativo ma sicuramente molto piacevole, soprattutto, e non poteva essere altrimenti, per godersi una voce femminile sul metal. Tra l’altro sono molti i momenti, nelle varie tracce, in cui Tarja viene “lasciata sola” (in senso buono) a cullarci con la sua ugola.
Rimpianto: se le televisioni musicali mandassero qualche video di costoro in rotazione, forse il metal verrebbe meno disprezzato anche dalle persone “normali”, ma la feroce critica ad MTV la rimando ad un prossimo articolo; per ora mi faccio coccolare da Tarja!