Midway: la recensione

Quello che si presenta come un film storico è in realtà una brutta copia degli esaltati film nazionalistici statunitensi degli anni ’60.

 

 

Ci deve essere un pubblico, negli USA, ancora amante delle pellicole autocelebrative che incensano senza mezzi termini i propri idoli e che identificano l’altro come un generico nemico da eliminare. Questo tipo di film rappresenta il perfetto contraltare del politically correct ma ha lo stesso risultato: far infuriare chiunque abbia un minimo di sale in zucca.

Midway inizia con una frase che non lascia margini di errore: “il vero resoconto dei fatti”. In realtà ci troviamo di fronte ad una pellicola che colpevolmente tralascia moltissimi preamboli storici che sono fondamentali a comprendere la situazione geopolitica nel Pacifico del 1941, incluso il motivo per cui il Giappone abbandonò i rapporti con americani ed europei e mosse guerra in tutto il teatro del sud-est asiatico. Midway taglia corto, dipingendo i giapponesi unicamente come i cattivi imperialisti e gli americani come i buoni senza alcuna sfumatura.

 

 

Tutti i protagonisti di Midway sono degli odiosi mascelloni, i classici eroi senza macchia che sembrano usciti dai fumetti degli anni ’50; quasi l’interezza del cast è truccato in modo da presentare figure che sembrano uscite da un’antologia di racconti di serie B. A partire dall’insopportabile protagonista interpretato da Ed Skrein (I  Vichinghi, Deadpool, Alita – Angelo Della Battaglia, Maleficent), passando per chi gli ruota attorno come Luke Evans (Scontro Fra Titani, Lo Hobbit, Fast & Furious 6, 7  e 8), Woody Harrelson (Pazzi A Beverly Hills, Chi Non Salta Bianco È, Assassini Nati, Kingpin, Sesso E Potere, La Sottile Linea Rossa, EdTV, Non È Un Paese Per Vecchi, Benvenuti A Zombieland, Hunger Games, Tre Manifesti a Ebbing, Solo: A Star Wars Story, Venom), Aaron Eckhart (Ogni Maledetta Domenica, Erin Brockovich, World Invasion, Sully), Patrick Wilson (Watchmen, A-Team, Il Buongiorno Del Mattino, The Conjuring, Insidious), tutti i volti ricorrenti sullo schermo riproducono l’icona del perfetto ed imbattibile bellimbusto d’oltreoceano. Solo Dennis Quaid (Il Mio Nemico, Salto Nel Buio, Great Balls Of Fire, Dragonheart, Ogni Maledetta Domenica, Frequency, Traffic, Oscure Presenze A Cold Creek, The Day After Tomorrow, Pandorum) riesce a reggere botta, interpretando in modo umano e non da superuomo un ruolo molto più vicino alla realtà di quanto sia stato fatto con gli altri. E nemmeno gli interpreti giapponesi spiccano: se Etsushi Toyokawa fa un lavoro onesto nei panni di Yamamoto, non altrettanto si può dire di Jun Kunimura, che non riesce a far capire gli errori tattici di Nagumo.

 

 

Ma è fondamentalmente il modo più spettacolare che veritiero di raccontare la storia che fa acqua da tutte le parti e non approfondisce nulla di quello che servirebbe a capire veramente cosa sia stata la battaglia di Midway, le sue implicazioni ed i suoi retroscena. Nel migliore dei casi le situazioni sono accennate, per poi soffermarsi lungamente su dialoghi assolutamente rivedibili e su lunghe sequenze d’azione che ci permettono fin dal primo momento di capire che ci troviamo di fronte ad una porcheria: all’epoca era raro assistere ad aerei esplodere in volo o prendere fuoco al primo proiettile ricevuto, mentre in Midway questa è la norma. Si può parlare di come i proiettili traccianti siano abusati nel film, di come sia assurdo che i cannonieri inizino a sparare ben prima di aver inquadrato il nemico e di tantissime altre scene assolutamente sbagliate, ma facciamola corta: Midway è il perfetto esempio di come la realtà storica sia stata piegata a favore di Hollywood.

Autore di questo scempio è Roland Emmerich, regista di film dall’alto budget, estremamente sponsorizzati e che raramente hanno raggiunto un livello accettabile: I Nuovi Eroi, Stargate, Indipendence Day, Godzilla e Moonfall sono i suoi “fiori all’occhiello”, intervallati dai due unici film decenti della sua produzione: Il Patriota e The Day After Tomorrow.

 

 

Midway è uno di quei film che non fanno bene al cinema e non fanno bene alla storia. Ci si aspetterebbe che una produzione così sia figlia degli anni ’60, non dei giorni nostri, ma evidentemente la follia che sta colpendo il mondo dello spettacolo ormai dilaga; e se da un lato ci viene presentato un mondo irreale da parte del mondo progressista, dall’altro abbiamo produzioni patinate e degne dell’esaltazione di un regime.
Che Dio ci aiuti.

 

Midway, 2019
Voto: 4
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