Made In Abyss – Stagione 1: la recensione

Questa è la storia di un abisso e dei suoi misteri. Riusciranno i nostri protagonisti ad arrivare sul fondo dell’immensa e maledetta voragine?

 

 

Pucciosi! Che tradotto in termini di uso corrente suona come teneri e coccolosi. Ecco che cosa ti viene in mente appena posi gli occhi sui personaggi di Made In Abyss. Sono i perfetti prototipi delle bamboline che mia figlia adora: testa grande, occhi enormi, corpicini minuti e grandi sorrisi.

I protagonisti di questo anime sono sicuramente bambini teneri e carini, ma state tranquilli, non sono tutte coccole quelle che vedremo in questa serie. Posso affermare con certezza che l’apparenza inganna. La storia raccontata in Made In Abyss sarà anche semplice e lineare, ma è decisamente di un livello superiore.

Da qualche parte, in un mondo fantastico, esiste un pianeta in cui c’è una voragine, un abisso inesplorato che richiama tutti coloro che hanno nel sangue l’avventura e la voglia di affrontare l’ignoto. Intorno all’enorme voragine è sorta una città di Orth dove abitano tutti coloro che sono attratti dall’abisso. Molti provano la discesa; alcuni si fermano vicino all’orlo esterno; altri scendono giù in profondità. In molti hanno perso la vita nell’abisso e per questo, nella città della voragine, ci sono tanti orfani.

 

 

I piccoli orfani di Orth si recano sull’orlo dell’abisso per cercare dei cimeli, oggetti lasciati da civiltà ormai scomparse. Ogni abitante della città di Orth ha un fischietto appeso al collo che serve, non solo a chiedere aiuto, ma anche ad identificare la bravura di un esploratore. I fischietti di colore bianco indicano coloro che sono famosi per essere i migliori esploratori del mondo e che sono scesi più in profondità nell’abisso.

Riko è la figlia di una dei più famosi fischietti bianchi di Orth. La ragazzina di dodici anni vive nell’orfanotrofio gestito dall’apprendista della madre. La nostra protagonista, che è in giro nel primo strato dell’Abisso alla ricerca di cimeli, viene attaccata da un mostro. Reg, uno strano bambino robotico, la salva scacciando il mostro con un potente raggio inceneritore. Lo strano robot poi sviene e viene portato di nascosto all’orfanotrofio da Riko e dai suoi amici. Reg ha perso la memoria e non si ricorda più niente, ma è indubbio il suo legame con le profondità dell’abisso.

Qualche settimana dopo l’arrivo di Reg, dall’abisso giunge la notizia della morte di Lyza, la madre di Riko. La bambina riceve anche una lettera dalla madre che contiene le sue ultime scoperte ed un messaggio nascosto con un chiaro invito a scendere nella voragine. Riko decide di partire per trovare la madre e Reg di seguirla per cercare di recuperare la memoria.

L’abisso è un posto misterioso e maledetto. Fino ad ora sono stati scoperti sei strati; ogni strato ha le sue caratteristiche uniche e la sua maledizione della risalita. Scendere non causa problemi fisici, mentre, se si prova a risalire da uno strato profondo, si rischia addirittura di perdere la propria umanità o di morire.

Mi sono dilungato tanto per raccontare l’ambientazione ed accennare l’inizio della storia per fornirvi una chiara visione di quello che vi aspetta nell’abisso. Questo è un racconto che inizia in modo semplice e prosegue in maniera avvincente.

 

 

Durante la discesa ci saranno momenti di alta tensione alternati ad altri più spensierati. Riko e Reg sono un duo ben equilibrato: lei ha le conoscenze che servono a sopravvivere nell’abisso, mentre lui ha le capacità per farlo; lei ha una mente fin troppo fantasiosa, lui invece è più prudente. Un duo davvero molto azzeccato. Preparatevi a diverse sorprese e molti misteri da svelare.

Lo stile grafico dei personaggi è tenero e grazioso. Gli ambienti e gli sfondi su cui si muovono i nostri protagonisti sono molto curati. L’animazione è di un buon livello. Graficamente parlando l’opera è di pregevole fattura. Il punto di forza Made In Abyss? Secondo me risiede principalmente nel netto contrasto tra l’adorabilità dei personaggi e la storia che spesso si macchia di cruda e spietata realtà.

Questo è un lavoro davvero particolare. Ve lo consiglio? Si! Non capita spesso di trovare un lavoro così particolare e allo stesso tempo sorprendentemente coinvolgente.

 

Made In Abyss – Stagione 1, 2017

Voto: 8

Per condividere questo articolo: