L’ultimo avamposto romano: il Regno di Soissons

Il Regno di Soissons rappresenta un episodio affascinante della storia tardo-antica, ed è spesso considerato l’ultimo frammento dell’Impero Romano d’Occidente in Gallia.

 

 

 

Questo piccolo regno incastonato nel nord dell’attuale Francia, è considerato uno degli ultimi bastioni della romanità contro le invasioni barbariche nonché capitolo importante all’interno di un periodo di transizione tra il dominio romano e l’avvento dei regni germanici in Europa.

L’origine di questo regno romano si può far risalire tra il 450 e il 460 d.C., quando l’imperatore d’Occidente, Maiorano, assegna a Egidio (Aegidius) la carica di Magister Militum per Gallias, ponendolo dunque alla testa di ciò che rimaneva della vita politica e soprattutto militare di una Gallia martoriata dalle continue incursioni barbare, spezzettata in più regni romano-barbarici.

Insieme a Maiorano, Egidio riesce a ripristinare una continuità territoriale che va dalle coste della Normandia fino all’Italia, ma dopo l’assassinio dell’imperatore avvenuta nel 461 d.C. per mano del goto Ricimero tutto precipita nuovamente. Egidio non vuole riconoscere il nuovo imperatore d’Occidente, scelto appunto da Ricimero, e nei fatti vi si ribella, minacciando persino un intervento militare in Italia al fine di spodestarlo. Nel frattempo i Visigoti e i Burgundi occupano il sud della Gallia, isolando in maniera definitiva il territorio controllato da Egidio.

Le capacità di questo Magister Militum non si limitano all’arte militare ma anche a quella politica e diplomatica: in pochissimi anni riesce infatti a stringere simpatie e alleanze in chiave difensiva; le più importanti, quelle con il Re dei Franchi Saliani, Childerico I, e con gli Alani. Sarà proprio questa particolare alleanza a resistere ai Visigoti, sconfiggendoli nel 463 d.C. nei pressi di Orleans.

Egidio muore l’anno successivo, lasciando le redini del piccolo regno in mano a Siagrio, suo figlio già insignito del titolo di Dux. Siagrio mantiene la linea del padre, rinnova l’alleanza con Childerico e governa il territorio come e al pari di una provincia romana a tutti gli effetti. I vari regni romano-barbarici inziano a citare Siagrio, definendolo sempre più spesso Rex Romanorum. Siagrio governa da Noviodunum, conosciuta oggi come Soissons (ecco il perché del nome dato al Regno).

 

 

Il Regno di Soissons sopravvive infine anche alla fine dell’Impero Romano d’Occidente, tradizionalmente datata al 476 d.C. con Odoacre che depone Romolo Augustolo, senza assegnare la porpora ad altra persona e inviando tutte le insegne imperiali a Bisanzio in un gesto simbolico. In questo turbolento periodo, e in continuità con quanto fatto da suo padre prima, Siagrio decide di appoggiare le rivendicazioni imperiali sull’Occidente di Giulio Nepote, già imperatore prima di Romolo, e confinato in Dalmazia. Dopo la morte di quest’ultimo, avvenuta nel 480, pare che lo stesso Siagrio abbia fatto appello all’imperatore d’Oriente affinché ne riconoscesse il titolo imperiale e lo designasse come legittimo successore. Nulla di tutto ciò però si concretizza.

Nel 481 muore infine il vecchio alleato di Egidio e Siagrio, Childerico I, al quale succede suo figlio Clodoveo. Quest’ultimo si rivela molto più ambizioso e desideroso di espandere l’influenza franca, e in pochissimo tempo entra in pieno conflitto con il vicino Regno di Soissons. Ci vorranno cinque anni per arrivare allo scontro definitivo che fa tramontare il regno romano: nel 486 si combatte la Battaglia di Soissons, e Siagrio ne esce sconfitto. Fugge a sud, rifugiandosi presso la corte visigota che inizialmente lo accoglie per poi consegnarlo a Clodoveo sotto minaccia di guerra. Siagrio muore qualche tempo dopo, forse ucciso mentre prigioniero dei franchi stessi.

È la fine del mondo romano in Gallia, almeno nell’accezione che noi abbiamo della romanità. Sappiamo che nella maggior parte dei territori invasi dalle popolazioni barbare, molto è stato preservato o alterato solamente parzialmente, dalle cariche pubbliche alle infrastrutture. In questa regione i Franchi, che inglobando Soissons hanno di fatto raddoppiato il proprio territorio, diventano la potenza principale e pongono le basi per ciò che diventeranno tra pochi secoli. I Visigoti oltrepasseranno i Pirenei, rifugiandosi in Iberia, proprio sotto la spinta dei Franchi.

Per molto tempo si è pensato che questo Regno di Soissons non fosse altro che un’invenzione o la storia di qualche usurpatore romano in un mare di piccoli regni romano-barbarici. Sappiamo oggi invece che Soissons ha rappresentato invece, e per più di due decenni, una grande isola di stabilità romana in una grande provincia periferica, capace di mantenere quasi intatte tutte quelle strutture dell’apparato romano ben oltre la fatidica data del 476 dopo Cristo.

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