Old World è un gioco che si presta a far interpretare le sue partite come piccole storie; ecco il nostro after action report.
Old World è un 4X storico uscito lo scorso anno, ma appena rilasciato su Steam e del quale abbiamo recentemente pubblicato la nostra recensione – con un giudizio sicuramente positivo. Il gioco offre anche elementi quasi da gioco di ruolo, tanto da permettere di scrivere un racconto sulla nostra partita.
Come sempre nel caso nei nostri AAR storici, sia quello ispirato a Civilization V che al meno riuscito Europa Universalis: Rome, non riusciamo a sottrarci al fascino dell’impero romano. Cosa riusciremo a combinare sotto le insegne dell’aquila romana?
Iniziamo la nostra storia generando un mappa casuale, ed i riferimenti geografici reali assegnati dal gioco a zone che non corrispondono al mondo di gioco non ci aiuta a direzionarci; ad ogni mono, la nostra tribù si trova in un’ampia pianura circondata da montagne. Fondiamo Roma in una posizione strategica, circondata da colline ricche di minerali e da pascoli utilissimi per i nostri allevamenti. Re Romolo guida la nostra nazione, con la scomoda figura del fratello Remo che trama nell’ombra.
Le nostre prime ricognizioni mostrano una serie di accampamenti barbari a sud e ad est; a nord troviamo dei villaggi numidi, mentre a ovest le montagne chiudono il passaggio. Cerchiamo di allargare il prima possibile il nostro territorio per evitare di rimanere strozzati, ed espandendoci ad est fondando xxxx, cosa che ci garantisce un accesso al mare, entriamo in contatto con la civiltà egiziana. Il nostro esercito è ben sotto le capacità di respingere un assalto barbaro, figurarsi un attacco di qualche nazione organizzata; urge quindi stringere il prima possibile una relazione diplomatica importante.
Inviamo Livia, la madre dei due fratelli, a parlamentare con gli egiziani. Grazie al suo carisma negoziamo rapidamente un trattato commerciale che giova ad entrambi gli imperi: dietro pagamento di una somma più che accettabile per le nostre finanze, otteremo una quantità di legname costante, materiale che al momento scarseggia nei nostri magazzini.
Grazie a questo accordo, ed alla centralizzazione dell’amministrazione, il nostro impero comincia a respirare ed i benefici per i nostri cittadini sono immediati; Romolo è amato dal popolo, mentre il fratello Remo mastica amaro. Nonostante i nostri tentativi di riavvicinamento, fra i due continua a scorrere cattivo sangue.
Mentre i nostri scout a nord hanno i primi contatti con gli ittiti, altro impero principale, e con i vandali, coi quali stringiamo qualche piccolo accordo commerciale, l’amicizia con l’Egitto cresce; tanto che dopo pochi anni viene organizzato un matrimonio ufficiale fra Romolo e Tetobastis, avvenente esponente della famiglia reale egiziana.
Le due nazioni sono sempre più vicine, ma in casa nostra le tensioni crescono immediatamente; Romolo sfugge ad un primo attentato, ma non al secondo. Remo, il probabile mandante dell’omicidio, sale al trono. Nonostante il suo matrimonio, diviene di pubblico dominio la storia extraconiugale con la moglie del fratello, cosa che non può non aumentare i pettegolezzi su cosa abbia causato la morte di Romolo e, negli anni successivi, quella che colpirà la moglie legittima di Remo, Attia.
Remo sembra imporre una svolta negativa nella gestione dell’impero; il popolo non gli è vicino e la sua guida non è certo salda. Il nuovo dittatore sembra più interessato al potere ed al profitto personale, mentre le figlie crescono lontano dalla sua ombra e dalla sua influenza. Porzia, la primogenita, è molto svogliata e sembra essere priva delle competenze richieste ad un regnante; Emilia invece è più concreta, ma nei suoi occhi sembra balenare una strana luce.
Intanto a nord est viene fondata Massa, centro urbano che farà da base per difendere i confini contro possibili incursioni ittite e soprattutto dei danesi, tribù che si rivela immediatamente ostile e con la quale lo stato di guerra è immediato. Ad ogni modo non prevediamo immediatamente degli scontri armati; la distanza fra i rispettivi territori è notevole e comunque il nostro esercito inizia ad essere pronto a pattugliare i passaggi strategici che circondano i nostri confini… anche se non abbastanza da evitare rischi: accettiamo di pagare un tributo agli ittiti, cosa che indebolisce ulteriormente la figura di Remo in patria.