L’Intelligenza Artificiale è una bolla?

L’intelligenza artificiale è il futuro ma anche il presente. Possiamo considerarlo un investimento sicuro o una bolla pronta ad esplodere? Ecco perché navigare a vista.

 

 

L’intelligenza artificiale (IA) è un ramo dell’informatica che studia nuovi metodi per sviluppare sistemi, sia hardware che software, in grado di fornire delle prestazioni e sviluppare capacità propri dell’intelligenza umana quali il ragionamento, l’apprendimento o la creatività. L’IA nasce negli anni ’80 ed è presente già da tempo nelle nostre vite. Basti pensare agli assistenti virtuali (chatbot) all’interno di applicazioni o siti web, alle applicazioni che analizzano una grande quantità di dati medici al fine di migliorare le diagnosi e prevenire lo sviluppo di malattie o agli smart home speaker, ovvero gli assistenti vocali che abbiamo in casa (es. Alexa). Il principio su cui si fonda l’IA è che le prestazioni fornite da questi sistemi intelligenti non siano distinguibili rispetto a quelle svolte da un individuo umano. Il principale impatto dell’avvento dell’IA sulle nostre vite, e il motivo principale del suo successo, è da ricercarsi sicuramente nel fattore tempo, in quanto questi sistemi sono in grado di lavorare al massimo delle loro capacità h24. Si tratta inoltre di tecnologie fruibili da un numero altissimo di utenti, in generale da tutti quelli che dispongono di una connessione internet. Un altro fattore da tenere in considerazione è la possibilità di ridurre al minimo l’errore umano, in quanto sono sistemi in grado di prendere decisioni complesse su moltissimi dati con una precisione elevata, non essendo soggette ad emozioni.

Oltre alle aziende di settore, anche i grandi colossi come Google, Amazon e Microsoft, pur non avendo nell’intelligenza artificiale il loro core business, ne hanno compreso le potenzialità decidendo di investire in modo massiccio in questo settore. L’avvento del covid ha dato nuovo slancio a questa prospettiva, accelerando i progressi nel settore tanto che, verosimilmente, i suoi campi di applicazione si espanderanno velocemente, andando a comprendere l’e-commerce, le comunicazioni, i trasporti, i negozi retail, l’health care, ecc.

Si tratta senza dubbio di un settore in forte espansione, con ancora ampi margini di crescita e potenzialità, tanto da attrarre miliardi di dollari di investimenti. Questo “boom” rischia di generare una vera e propria bolla nella Silicon Valley: la nuova ondata di euforia sull’apprendimento automatico ha portato allo sviluppo di moltissime nuove startup, molte delle quali fittizie, ossia non sorrette da una tecnologia di base avanzata ma replicata e rimaneggiata al solo fine di vendere e uscire dal mercato. Spesso infatti, il modello di marketing di queste startup non prevede la ricerca di fondi per lo sviluppo di studi finalizzati all’implementazione di nuovi prodotti e tecnologie.

 

Al contrario, l’obiettivo è quello di attrarre un gran numero di investitori e vendere velocemente con un prezzo delle azioni basato sulla “valutazione degli utili futuri”. Il proliferare di queste nuove applicazioni e il marketing spietato per la loro vendita ricorda la promozione dei mutui subprime durante la bolla del mercato immobiliare americano del 2008. Se allora chiunque aveva i requisiti minimi di accesso al mutuo per l’acquisto della propria casa, anche oggi è possibile facilmente investire nell’IA, tanto che molte di queste startup sono arrivate ad avere anche un’offerta pubblica (IPO). Tuttavia, così come i mutui subprime si sono rivelati all’epoca privi di basi finanziarie valide, generando quella che tutti ricordiamo come la più grande crisi finanziaria degli ultimi tempi, è possibile che gli investimenti feroci nell’IA alimentino una bolla il cui scoppio genererebbe conseguenze di entità non prevedibile. La corsa agli investimenti, inoltre, sta drogando i principali indici di borsa, con le azioni tech in crescita in un mercato che, almeno negli ultimi tempi, sembra aver preso una direzione diametralmente opposta, portando molti investitori a spostare i loro capitali.  Infine, L’IA ci pone anche di fronte ad un’ulteriore riflessione, di più lungo periodo: quale sarà il nuovo ruolo dell’essere umano in un mondo che, gradualmente ma in modo costante, sarà governato dalle macchine?

La fusione dell’uomo con la macchina, un organismo cibernetico che combina l’intelligenza umana con una potenza informatica superiore, è la soluzione più auspicabile per lo sviluppo del genere umano.

La caratteristica fondamentale dell’IA è la capacità di perfezionarsi all’infinito senza l’intervento dell’uomo, sulla base degli algoritmi con cui è stata progettata. E il giorno lontano, ma pur sempre probabile, in cui la macchina andrà “fuori dagli algoritmi”, cambierà completamente il volto del mondo per come, ad oggi, lo conosciamo.

Gli uomini continueranno a controllare i robot o i robot controlleranno gli uomini?

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