Lesson Learned: la recensione

Grazie alla grafica particolare che richiama altri giochi, Lesson Learned riesce ad attirare il giocatore; ma non si tratta di un tower defense rivoluzionario.

 

 

I tower defense sono una tipologia di videogiochi sicuramente adatta ai giocatori più attenti alla pianificazione, ma dai tempi di Orcs Must Die o Dungeon Defenders la commistione dei generi è diventata quasi imprescindibile.
Lesson Learned fa parte dei tower defense d’azione che in molti (me compreso) hanno imparato ad amare.

 

 

La storia di fondo è molto semplice e serve unicamente a dare un senso a ciò che ci aspetta: improvvisamente ci svegliamo su di un’isola in compagnia di qualche nostro amico e di un mostro-base presso il quale depositare il materiale che potremo raccogliere per difenderci da ondate di nemici cattivi. Avremo infatti modo di recuperare legna, rocce e altri oggetti come fossimo in un gioco survival, assegnando magari il compito di svolgere determinate azioni ai nostri amici gestiti dal PC tramite la pressione di un singolo, pratico bottone.

Fino qui le assonanze con Don’t Starve sono evidenti: l’aspetto grafico e queste dinamiche di raccolta risorse ricordano tantissimo il gioco di Klei Entertainment (che ha compiuto 11 anni… incredibile come voli il tempo), ma in realtà Lesson Learned da qui in poi si discosta fortemente e si rivela come tutto un’altro tipo di gioco.
Il titolo di MadGamesmith infatti prende subito la piega di un tower defense classico, dove ci verrà richiesto di costruire strutture difensive per eliminare i nemici che tentano di raggiungere la nostra base-mostro. Lo scopo sarà quello di resistere alle ondate successive che porteranno sul campo di battaglia nemici sempre più numerosi e più forti.

 

 

Il sistema di raccolta risorse è funzionale e fondamentale per costruire le nostre difese; ogni epoca (divisa in diversi livelli) ha le sue strutture a disposizione, ed andando avanti nel gioco potremo realizzarne altre di più efficaci a patto di disporre dei giusti materiali.
Intanto, mentre ordineremo ai nostri compagni di tagliare alberi e spaccare rocce, noi potremo aiutarli o combattere direttamente i nemici che seguono più o meno il sentiero tracciato in terra (a meno che non decidiamo di gironzolarci attorno, nel qual caso cercheranno di metterci temporaneamente al tappeto).
Proseguendo nel gioco ci renderemo conto di come sia necessario sviluppare una tattica utile per non rendere troppo lunga la catena di approvvigionamento alla base, pena l’impossibilità di difenderla e per gestire al meglio i nostri amici.

 

 

Il gioco ha un buon design di base, ma il gameplay denota qualche asperità.
La prima che si incontra è quella legata all’impossibilità di rimappare i tasti di gioco; quindi saremo costretti a seguire lo schema pensato dagli sviluppatori, che decidiamo di giocare con tastiera e mouse o con il gamepad (consigliato dal gioco ma assolutamente scomodo per mirare decentemente). Un vero problema, vista la necessità di essere molto rapidi e precisi nei comandi da impartire al gioco; speriamo in una patch che risolva presto il problema.
La seconda è legata ad un tutorial molto semplicistico; è vero che il gioco in fondo non ha necessità di grandi spiegazioni, ma almeno chiarire se tenere premuto il pulsante del colpo con la fionda aumenta i danni al nemico sarebbe stato doveroso (no, serve solo a stordire i nemici più “leggeri” e solo se abbiamo completato la carica).
C’è poi il problema legato alla confusione: con le strutture piuttosto importanti che coprono parte dello schermo e i nemici stessi che spesso hanno dimensioni non indifferenti, non è facile capire se i nostri colpi arrivino a segno o si infrangano sulle strutture stesse; e, nel caso, se i nostri colpi le danneggino (no, non le danneggiano).

 

 

 

Giocato in multiplayer, la resa finale è sicuramente migliore; senza dover gestire i personaggi non giocanti, fondamentali per sopravvivere quando si gioca da soli ma capaci di farci perdere tanto tempo prezioso, ognuno può avere il suo ruolo e realizzare quel vero lavoro coordinato di squadra così importante in questi casi. Il tempismo in Lesson Learned è fondamentale, visto che le ondate arrivano senza pausa e non c’è nemmeno tempo di recuperare i materiali residui delle nostre strutture difensive distrutte.

Complessivamente Lesson Learned è un discreto titolo che però non fa molto per spiccare sulla concorrenza; al netto di una grafica sicuramente piacevole e di indubbio richiamo, non ha particolari peculiarità che gli consentano di differenziarsi troppo. Sicuramente il sistema di raccolta delle risorse è un tratto distintivo, ma alla fine la frenecità dell’azione rende Lesson Learned un titolo meno ragionato di quel che potrebbe voler far credere; magari un pelo di tempo in più fra un’ondata ed un’altra non farebbe male.
Lesson Learned è comunque un piacevole diversivo se giocato in gruppo, specialmente considerando il prezzo di lancio piuttosto basso e che probabilmente tenderà a scendere nel tempo.

 

Lesson Learned, 2024
Voto: 6.5
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