Sono rimasto spiazzato dopo la visione del primo episodio; non esito ad affermare che mi ha lasciato una forte sensazione di smarrimento tanto che mi viene da pensare: ma è reale o è tutta una storia immaginaria?
Legion è una serie televisiva statunitense, ideata e prodotta da Noah Hawley, che rappresenta un approccio innovativo al genere supereroi. Ispirata all’omonimo personaggio dei fumetti Marvel Comics, è scollegata dalla serie cinematografica degli X-Men ed è la prima serie prodotta dalla Marvel Television a non far parte del Marvel Cinematic Universe.
Con queste prerogative siamo sicuri di non aspettarci l’apparizione di Wolverine e compagni, ma lasciamo semplicemente il campo a tutta una serie di personaggi interessanti, tutti da scoprire e da comprendere.
David Haller, interpretato da Dan Stevens, è il figlio di Charles Xavier ed è un uomo tormentato, afflitto da disturbi psichici che lo hanno costretto a passare molti anni della sua vita in istituti psichiatrici. Questo basta a capire il filo conduttore della storia, se la storia raccontasse la vita di uno schizofrenico, ma David non è un semplice schizofrenico, è un mutante dagli enormi poteri, un mutante capace di piegare la realtà alla sua volontà, o alla sua schizofrenia
Sydney “Syd” Barrett, interpretata da Rachel Keller, è una ragazza brillante con fobie da contatto. Incontra David per la prima volta in un ospedale in cui sono entrambi pazienti e presto s’innamorano. I due creeranno un legame interessante al centro delle trame e sottotrame della serie.
Lenny Busker, interpretata da Aubrey Plaza, è un’amica di David con problemi d’alcol e droga, anche lei paziente dello stesso ospedale in cui lui era ricoverato. Il personaggio di Lenny è legato in maniere indescrivibili alla realtà e alla schizofrenia di David, tanto da farne uno dei punti di forza della trama e della serie.
In seguito subentreranno altri personaggi, ma non vi svelo niente su di loro per non rovinarvi la loro comparsa e il loro peso nello svolgimento della serie.
L’obiettivo principale della serie è quello di far immedesimare lo spettatore nella confusione di David, utilizzando una trama di storie nelle storie che portano gli spettatori in una discontinuità forzata. La scenografia aiuta lo spettatore a calarsi in un mondo che sembra datato, un po’ retrò, ma con elementi totalmente fuori tempo sia moderni che antichi. Il sapiente utilizzo d’oggetti costantemente presenti in qualsiasi ambiente David si trovi di fronte spiazza lo spettatore, ma allo stesso tempo mantiene un filo conduttore di familiarità che crea ancora più confusione.
Plaudo alla surreale capacità degli sceneggiatori di creare storie nelle storie, come se si vivesse costantemente in un sogno da cui sembri essere uscito ma realmente non esci mai. Tutto questo è dimostrato dal fatto che non ho ancora capito se la serie ha mai fatto vedere qualcosa di reale, o tutto quello che c’è stato proposto è semplicemente il mondo schizofrenico di David.
A più riprese sono caduto io stesso nella trappola della normalità, o per lo meno nella trama che reputavo essere la realtà, ma incredibilmente, bastava un battito di ciglia per essere catapultato in una nuova trama legata alle precedenti, ma slegata dal filo logico che mi era stato proposto fino a quel momento. Questa serie è una costante trappola schizofrenica che ti tiene avvinto ad essa. Vi giuro che tuttora non sono riuscito a capire il “dove”, il “come” ed il “perché” della maggior parte di quello che è successo. Questa serie è paragonabile alle sensazioni di confusione e d’incredulità che mi sono state date da film come Memento e Donnie Darko.
In conclusione, questa prima stagione non è solo da vedere, ma è letteralmente da ammirare. E’ incredibile come questa serie riesca a trasferire costantemente un senso di confusione e di smarrimento, passando tra una storia e l’altra senza mai dare una netta chiusura a quello che accade, ma lasciando lo spettatore aggrappato a riferimenti visivi e a volti familiari che potrebbero tranquillamente essere pura immaginazione.