Legend Of The Northern Blade

Un lavoro immerso nel medioevo fantasy coreano. Gli artisti marziali sono solo la punta di una trama semplice, ma con delle ottime potenzialità.

 

 

Ultimamente sto iniziando a leggere sempre più opere inedite coreane e cinesi. Molte le scarto perché non corrispondono al mio genere; tante non superano la soglia dei dieci capitoli e rimangono in un elenco sconfinato di opere incompiute. Solo alcune ce la fanno e cominciano a ricavarsi una nicchia nel vasto e competitivo mondo guidato dai manga giapponesi. Una delle migliori che tengo sempre a ricordare è il mitico Solo Leveling, che è arrivato ad essere pubblicato anche in Italia.

Legend Of The Northern Blade è mahanwa, ovvero un manga coreano, scritto da Woo-Gak e disegnato da Hae-Min. L’ambientazione, seppur fantasy, è chiaramente legata al medioevo orientale. Gli esperti di arti marziali dominano la società del regno di Murin. La minaccia maggiore alla stabilità di questo regno, chiamata la Notte Silente, proviene dalle barbare popolazioni del nord. Dopo anni di devastazione e guerre, i migliori maestri di arti marziali si riuniscono per dar vita all’Alleanza Celeste Centrale. Tutti insieme decidono di creare un gruppo scelto di artisti marziali per porre un freno alle scorribande della Notte Silente. Nasce così l’Alleanza Celeste Settentrionale.

A nord di Murin si radunano così molti forti esperti marziali che ricevono sostegno di ogni tipo dall’Alleanza Centrale. Una vasta collezione di tecniche speciali si trova ad essere concentrata in un luogo solo e così l’Alleanza Settentrionale diviene ben presto rispettata e temuta. Per tre generazioni, i capi dell’alleanza a difesa di Murin, si parano contro la Notte Silente ricacciandola indietro, fino al giorno in cui la potenza militare straniera svanisce senza lasciare traccia.

 

 

Seguono tredici anni di pace. Poi il Muro del Nord, il leader della terza generazione a capo dell’Alleanza Settentrionale, cade sotto i colpi dei suoi stessi alleati. L’Alleanza Celeste Centrale, capeggiata dai “Nove Cieli”, i migliori esperti marziali di Murin, decide di porre fine all’inutile e fastidiosa presenza dell’Alleanza Settentrionale. Tutto questo è possibile grazie al tradimento dei luogotenenti dell’Alleanza Settentrionale. Per salvare suo figlio da morte certa, il Muro del Nord decide di offrire la sua vita in sacrificio ai Nove Cieli e si suicida onorevolmente.

Il giovanissimo Mu-Won, l’ultimo erede della potente Alleanza Celeste Settentrionale, diviene prigioniero in casa sua. L’imponente biblioteca che custodisce infinite tecniche marziali, viene suddivisa tra tutti i coloro che avevano partecipato alla disfatta del Muro del Nord. A Mu-Won è proibito studiare le arti marziali e viene spogliato di tutti gli averi.

A guardia del nord e del ragazzo vengono mandati dei semplici mercenari. Dopo tre anni il ricordo di quel terribile giorno è ormai sbiadito nella mente degli abitanti di Murin. Mu-Won non ha provato ad infrangere nessuna delle regole che gli era stata imposta ed è rimasto pazientemente al suo posto. L’erede dell’Alleanza Settentrionale avrà davvero rinunciato a vendicarsi? Durante l’adolescenza, Mu-Won ha la sua chance di affrancarsi dalla sua prigionia e di poter fuggire grazie alla momentanea apparizione di alcuni membri della Notte Silente. Da quel momento il nostro protagonista comincia ad allenarsi in modo intensivo nelle tecniche segretissime che il padre gli ha lasciato.

 

 

La storia procede in modo abbastanza veloce e fluido fino ad arrivare all’età adulta di Mu-Won. Ora, nel pieno delle sue capacità, l’ultimo erede dell’Alleanza Settentrionale si trova alle prese con un mondo a lui lontano, fatto in gran parte di status sociale piuttosto che di sostanza. Il principale punto cardine di questo racconto sembrerebbe la “vendetta” verso i Nove Cieli, ma durante la sua maturazione, Mu-Won ha acquisito saggezza e controllo che lo hanno elevato spiritualmente e moralmente. Ora la vendetta sembra essersi trasformata in “giustizia”.

Questo lavoro è profondamente segnato dai dialoghi: un tono formale, quasi da evento ufficiale, viene sempre mantenuto da tutti i personaggi; lo stesso uso dei termini “fratello maggiore” o “sorella maggiore” sono evidentemente usati in modo reverenziale. Non mancano i toni scurrili, specialmente durante i combattimenti, ma sono parentesi principalmente dovute alla foga del combattimento. Quello che aggiunge ancora più interesse è l’apparente contrasto con i pensieri che accompagnano i dialoghi. L’arte della manipolazione è espressa piuttosto bene in questi dialoghi che hanno quasi del surreale.

Il potere, che in mano alle persone sbagliate diviene un avversario temibile, è il vero antagonista di questa storia. Mu-Won si confronta con la struttura gerarchica e con le persone che ne detengono il controllo in un modo tutto suo. Dalle prime intenzioni non sempre si comprende cosa il nostro protagonista voglia fare. Spesso sembra addirittura mettere i bastoni tra le ruote a chi lo accompagna, quasi fregandosene delle conseguenze. Però ne esce sempre con sorprendente abilità ed integrità morale.

 

 

Graficamente parlando, il tratto è evidentemente quello orientale: visi spigolosi, occhi stretti e corpi molto longilinei. L’autore, in aggiunta alle caratteristiche della scuola orientale e coreana, calca molto la mano sui visi taglienti, quasi a renderli acuminati. Nel complesso le tavole sembrano sempre abbozzate e mai finite e non sono particolarmente ricche di dettagli. Questo tratto incompleto però riesce a dare l’impressione di grande movimento soprattutto durante gli scontri. Nel complesso l’autore deve crescere e sforzarsi di produrre tavole dello stesso livello, perché è evidente che il suo lavoro soffra di discontinuità.

La storia principale è abbastanza semplice, ma è solida e non sembra avere particolari punti deboli. Questa è una caratteristica in comune con altri lavori, ben più famosi, che hanno diviso la critica, ma che hanno conquistato il pubblico. Sarà un paragone scomodo, ma il mio primo pensiero è infatti andato a Demon Slayer, con cui condivide l’efficacie semplicità e linearità della storia principale. Le trame secondarie invece possono nascondere interessanti risvolti, a livello emotivo e a livello di manipolazione degli eventi.

Ringrazio, come al solito, tutti coloro che si cimentano nel duro lavoro di tradurre e mettere a disposizione, senza fini di lucro, questi lavori che potrebbero non giungere mai sul mercato italiano. Grazie ragazzi siete preziosi.

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