Le nostre prime impressioni su Terminator: Dark Fate – Defiance

Abbiamo provato in anteprima il nuovo RTS “ragionato” di Slitherine e stiamo rimasti stupefatti dalla tensione in grado di trasmettere.

 

 

Negli ultimi mesi Slitherine ha passato momenti non certo tranquilli, con titoli che hanno mancato la data di uscita, altri che si sono rivelati non essere all’altezza delle aspettative, e reazioni scomposte da parte di alcuni fan.
Terminator: Dark Fate – Defiance potrebbe essere il titolo in grado di invertire la tendenza; da quello che abbiamo visto, il titolo in uscita il 21 febbraio ha tutte le carte in regola per fare molto molto bene.

 

 

Il gioco è un RTS che sposa la moderna, positiva tendenza che concede al giocatore di mettere in pausa, impartire ordini e poi riprendere lo scontro riuscendo a gestire al meglio le proprie unità. Questo approccio ci permette di affrontare i combattimenti avendo almeno una speranza di farcela: Terminator: Dark Fate – Defiance si è rivelato difficile, mettendoci di fronte a quantità di nemici soverchianti e situazioni in cui spesso il nostro ruolo è quello di ritardare l’avanzata dei robot prima di darsela a gambe verso una via di fuga che possa dare un temporaneo respiro.

 

 

C’è parecchia profondità tattica in Terminator: Dark Fate – Defiance, ed anche se il suo scopo non è eguagliare il dettaglio di titoli come Combat Mission Cold War, è evidente che dovremo fare del nostro meglio per sfruttare le capacità delle poche, preziose e spesso inadeguate unità a nostra disposizione. Perdere anche solo una squadra lanciamissili o un APC potrebbe equivalere alla sconfitta in battaglie, pur tenendo conto che i nostri soldati rischiano di essere falciati da un momento all’altro (e lo saranno), e fare buon uso di copertura, abilità uniche e imboscate è vitale.

 

 

Nelle cinque missioni di Terminator: Dark Fate – Defiance che abbiamo provato, ci siamo resi conto di come il titolo di Slitherine sia in grado di mettere parecchia pressione al giocatore, il quale spesso deve prendere scelte drastiche ed irreversibili sia per quanto riguarda l’immediato che il lungo termine: in Terminator: Dark Fate – Defiance è infatti presente una storia, e sia il suo sviluppo che le unità a nostra disposizione sono influenzate da quanto accaduto in precedenza.

Quello su cui Terminator: Dark Fate – Defiance potrebbe migliorare sono alcuni dettagli minori legati soprattutto all’interfaccia: una volta deselezionata una unità non potremo più sapere in che punto le abbiamo ordinato di muovere; a volte non è chiarissimo quale sia l’unità selezionata, specialmente quando c’è parecchio caos; a volte nel caos degli scontri ci si perde parte dei dialoghi, non più rintracciabili e chiave per capire cosa si aspetti il gioco da noi; non sempre le relazioni causa-effetto sono evidenti.

Ad ogni modo si tratta di problemi secondari e facilmente risolvibili, e che molto probabilmente non andranno ad inficiare sulla qualità finale di Terminator: Dark Fate – Defiance.
Non possiamo negare di attendere impazientemente il suo rilascio per testarlo approfonditamente; il nuovo titolo di Slitherine sembra essere uno dei migliori dell’ultimo periodo.

Per condividere questo articolo: