La visita di Putin in Arabia Saudita: la strategia di Bin Salman

La scorsa settimana Vladimir Putin è stato accolto ufficialmente dal Principe Ereditario dell’Arabia Saudita; a che gioco sta giocando Bin Salman?

 

 

Il Presidente russo Vladimir Putin, dopo un primo giro di viste negli Emirati Arabi Uniti, è atterrato in pompa magna nella capitale saudita, dove è stato calorosamente ricevuto dal Principe e futuro Capo di Stato Mohammed Bin Salman nel palazzo ufficiale di Yamamah.

Entrambi i leader hanno elogiato convintamente le relazioni bilaterali che i due Stati intrattengono fra di loro, con Putin che durante un’intervista ha addirittura affermato che le relazioni fra questi due Paesi hanno raggiunto dei livelli d’intesa senza precedenti; il Principe saudita ha invece elogiato il lavoro congiunto dei due Stati, affermando che la cooperazione fra i due Paesi è stata fondamentale per la risoluzione di alcuni dossier focalizzati sul Medio Oriente.

In un periodo come questo ricevere visite ufficiali dal Premier russo sarebbe in teoria un comportamento politicamente deplorevole, vista l’offensiva russa in Ucraina, ma l’Arabia Saudita non è di certo l’Unione Europea, né tantomeno gli Stati Uniti, baluardi dell’ostracismo russo dalla politica internazionale; i Sauditi infatti potrebbero essere interessati a Putin e alla Russia in misura maggiore rispetto a quanto siano interessati ai suoi partner occidentali e ai loro veti diplomatici.

I Sauditi applicano una politica alquanto utilitarista in cui il mezzo è sempre giustificato dal fine, soprattutto nel caso in cui il fine sia l’accrescimento del benessere economico della famiglia regnante o il prestigio internazionale del Paese. Questa caratteristica probabilmente ha portato i politici sauditi a considerare i propri alleati applicando la logica del comportamento stagno: mi interessa il suo comportamento solo nell’ambito delle nostre relazioni.

 

 

Pertanto, probabilmente ai Sauditi non interessa dell’Ucraina o del disappunto statunitense, ma sono più preoccupati ad assicurarsi ogni tipo di vantaggio possibile e la Russia in questa fattispecie fa proprio al caso loro: Mosca infatti non solo rappresenta uno dei migliori partner energetici con il quale fare affari, ma potrebbe anche risultare il miglior alleato possibile all’interno dello scenario medio orientale.

Le tensioni in Siria, l’escalation militare in Palestina e il caso dell’Iran sono solo alcuni dei problemi politici che preoccupano la Famiglia Reale saudita che, in relazione a questi problemi, sa perfettamente di non poter contare sull’alleato americano. Gli USA infatti, nel corso del tempo, hanno dimostrato una certa inclinazione all’invasione militare e sociale (soprattutto in Medio Oriente) quando vengono chiamati in causa; questo ai Sauditi non va probabilmente bene visto che vogliono essere la potenza egemone nell’area, dato anche il suo carattere sacro per loro.

Nella questione della Palestina, in particolare, l’Arabia Saudita è perfettamente consapevole dell’indissolubilità dei rapporti fra USA e Israele, e questo fatto presumibilmente rappresenta un rischio troppo grande sia da un punto di vista prettamente territoriale (i due Stati sono limitrofi), sia da un punto di vista politico: se le velleità egemoniche saudite dovessero scontrarsi con le velleità espansionistiche israeliane i Sauditi si ritroverebbero inevitabilmente contro gli USA.

 

 

La Russia, secondo i Sauditi, non solo è svincolata da questo rapporto viscoso con lo Stato d’Israele, ma rappresenterebbe anche un alleato in grado di rispettare la volontà di potenza di uno dato Stato in una data area pur aiutandolo militarmente (un po’ come è successo in Siria); in più poi la Russia ha un canale preferenziale di dialogo con l’Iran, l’eterno nemico dei Sauditi in chiave religiosa, e questo potrebbe rappresentare un vantaggio per i Sauditi in quanto avrebbero un alleato in grado di distendere le tensioni piuttosto che accrescerle come nel caso degli USA.

Ancora una volta il Medio Oriente sembra essere la parte centrale della scacchiera che tutti vogliono dominare in un modo o nell’altro; finirà per essere considerato come tale, o la sua geografia rappresenterà una condanna per la serenità di centinaia di popoli?

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