La Promessa: la recensione

Un lavoro sicuramente godibile, soprattutto per la splendida fotografia, che però risulta essere letteralmente una promessa non mantenuta a causa di discutibili scelte narrative.

 

 

Articolo originariamente pubblicato il 20/11/2003.

 

Ci sono grandi film, ci sono grandi attori, ci sono grandi storie, ci sono grandi registi. E ci sono grandi delusioni. La Promessa fa parte dell’ultima categoria. Lo dico subito: il film è abbastanza godibile, ma alla fine lascia un po’ di amaro in bocca. Ma andiamo per gradi.

Jack Nicholson impersona stavolta i panni di un detective che, nell’ultimo giorno di lavoro prima della pensione, indaga su un caso di abuso ai danni di una bambina, selvaggiamente uccisa dopo essere stata violentata. Alla madre della piccola prometterà di trovare il colpevole. Il suo collega continua le indagini e accusa del fatto un indiano ritardato; Nicholson però non crede a questa versione dei fatti, e si trasferisce sotto mentite spoglie proprio nel remoto paesino dove è avvenuto l’omicidio.

 

 

Qui acquista una pompa di benzina e inizia una nuova vita… mentre continua le sue personali indagini. Nel corso dei mesi (mesi! Quest’uomo non ha una vita privata) conosce una ragazza-madre che lavora in un bar. Ovviamente scocca la scintilla (ovviamente. Lei è discretamente carina, anche se si trascura, e lui è una mummia incartapecorita. Però ovviamente scatta la scintilla), e fra una cosa e l’altra (famose a capì) lei si trasferisce a casa di lui con la bimba… bimba che (guarda caso) rientra proprio nella tipologia delle ragazzine aggredite in zona. Jack “faccia di cuoio” arriverà anche a rischiare la vita della piccola pur di prendere il maniaco…

Vi sembro ironico? Nooo, ma cosa dite mai… Solo perché ci sono belle forzature che reggono poi i cardini del film? Diciamolo, credo proprio che alla regia Sean Penn non dia il massimo. E stavolta non bastano nemmeno Nicholson e piccole parti di Mickey Rourke e di Robin Wright (Penn); peccato, perché fra una svolta e l’altra (che ripeto avvengono in modo plateale e poco credibile), il film è discreto.

 

 

Tocca la tematica della solitudine, dei rapporti fra persone scottate dalla vita, e anche dal lato del poliziesco non è da buttare totalmente. Il rapporto fra Nicholson e la Wright Penn è ben sviluppato e (tolto il lato sessuale, che schifo) realisticamente intenso. La vita che Jack si ricostruisce dà veramente l’idea di un pensionato che si gode la vita. Davvero, peccato per scelte narrative discutibili (addirittura l’ultima scena provoca quasi ilarità).

La fotografia è molto bella, l’intero film è girato in un paesaggio montano tra l’inverno e la primavera, con scenari da sogno, nei quali ci si vorrebbe immergere per sempre. Ci si perde in questi paesaggi che stupiscono, lasciano attoniti per la loro bellezza e intensità. Non ho molto altro da aggiungere. Penso sia un film da vedere, una volta, che può toccare, ma che in sostanza manca di qualcosa fondamentale: la credibilità. Peccato.

 

La Promessa, 2001
Voto: 5
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