Un buono spunto non basta a premiare una pellicola interessante che si perde nella seconda parte.
L’Inglese Che Salì La Collina eccetera eccetera è uno di quei film che si presentano bene ma finiscono male. Nasce come una simpatica commedia incentrata sull’arretratezza culturale dell’interno del territorio gallese ad inizio secolo, e gioca sul contrasto fra i bifolchi locali ed i raffinati cattedratici inglesi impegnati nelle misurazioni cartografiche della zona. La storia sembra essere reale, è un racconto che viene narrato oralmente nella zona ed è così che il fratello del regista Christopher Monger, Ivo, ne è venuto a conoscenza e ne ha scritto la sceneggiatura.
In pratica, tutta la vicenda verte intorno al fatto che per essere definita montagna, un rilievo deve essere alto almeno 1000 piedi, mentre la collina in questione, che i locali chiamano “la prima montagna del Galles”, è di solo 980 piedi. Da qui nasce una gara a trovare una soluzione per andare oltre le regole e mantenere salda la comunità locale, che vive intorno alla sua montagna.
Come detto il film parte bene, con divertenti siparietti dove i bravi Hugh Grant (Quattro Matrimoni e Un Funerale, Nine Months, Notting Hill, Criminali Da Strapazzo, About A Boy, Cloud Atlas, The Gentleman) e Colm Meaney (The Commitments, Morti Di Salute, Il Maledetto United, La Fredda Luce Del Giorno, Pelè) la fanno da padrone. Intorno a loro però non c’è un comparto attoriale di livello, e l’unico volto semi-noto, quello di Tara Fitzgerald (ottima in Grazie Signora Thatcher), non è adatto alla parte e non porta un valore aggiunto (se non sul finale, quando si rivela la sua vera natura).
Dalla seconda parte del film la noia comincia a farla da padrone. Un po’ per una progressiva mancanza di ritmo, ma soprattutto per il fatto che la storia diventa melensa, stereotipata, e che si vira verso una inutile e posticcia esaltazione di momenti drammatici. Si arriva al punto di sperare che la proiezione finisca presto per concludere un’agonia quasi inspiegabile, vista la buona prima parte del film.
È la storia di per se ad essere fondamentalmente mediocre, e se non c’è storia, nessun racconto si regge in piedi. L’Inglese Che Salì La Collina E Scese Da Una Montagna non è assolutamente consigliabile; di pellicole provenienti dalla terra d’Albione ce ne sono molte altre migliori.