La serie coreana alterna momenti credibili ad altri fuori dalle righe, ma nel complesso si dimostra ben realizzata e capace di appassionare.
Kiseiju non è un nome nuovo nel panorama delle recenti produzioni realizzate per il piccolo schermo. La prima iterazione è stata infatti Kiseiju – L’Ospite Indesiderato, una serie di animazione il cui inizio è assolutamente infantile, volgare e inadeguato; ciò che di buono propone questo anime è la storia di fondo, ripresa da La Zona Grigia.
Sulla Terra viene misteriosamente introdotta una specie parassita che, dopo essere piovuta dal cielo in piccole uova, si introduce nel corpo degli esseri umani passando per le orecchie. Le persone diventano involucri agli ordini di questi mostriciattoli capaci di allungare a dismisura gli arti trasformandoli in armi affilatissime, di spalancare bocche enormi e dentate, di spiccare salti pazzeschi senza riportare danni, o di essere velocissimi nei loro movimenti.
La serie è incentrata sulla figura di una ragazza che, gravemente ferita al momento della possessione, rende la stessa solo parzialmente efficace. La possibilità di mantenere per la maggior parte del tempo il controllo del suo corpo ed il dialogo interiore che la protagonista instaura con il parassita che vive al suo interno le permette di combattere gli invasori.
Kiseiju – La Zona Grigia è una serie principalmente d’azione, che aggiunge solo in piccola dose elementi atti a raccontare la vita delle persone in scena. Della protagonista sappiamo che lavora in un supermercato e che ha avuto un passato difficile; del suo amico che è un poco di buono. Più o meno il livello di approfondimento dei personaggi si ferma qui: fatti salvi alcuni spezzoni ed alcune spiegazioni utili a far capire come si arrivi a fare una determinata scelta o ci si comporti in uno specifico modo, non si fa molto per entrare nel retroscena dei personaggi.
Ma non è su questo aspetto che Kiseiju – La Zona Grigia sembra voler puntare: l’obiettivo è stupire con combattimenti frenetici, colpi di scena ed effetti speciali azzeccati. Da questo punto di vista il risultato è validissimo, tanto che la costante voglia di passare alla puntata successiva per capire come evolva la storia dimostra quanto Kiseiju – La Zona Grigia sia capace di poter dire la sua.
Nel suo complesso, il cast svolge un buon lavoro. Sugli scudi ci sono sicuramente Jeon So-nee (la protagonista) e Kwon Hae-hyo (il poliziotto). Adatti al loro ruolo sono Koo Kyo-hwan (l’amico) e, parzialmente, Lee Jung-hyun (il capo delle forze speciali). Il personaggio interpretato da quest’ultima effettua un’evoluzione durante la serie, passando dall’essere un soggetto poco credibile per via della sua esagitazione al rivelarsi come un elemento adatto in quell’unità di caccia all’alieno che concettualmente ricorda molto l’X-Com di videogiocosa memoria.
Al tempo stesso ci sono attori che non risollevano per niente alcuni personaggi particolarmente stereotipati, e la cui recitazione stride con il resto del cast.
Anche la regia di Yeon Sang-ho, che ricordiamo anche per Train To Busan, migliora col tempo. I primi episodi intrigano ma non sono completamente convincenti; proseguendo nella visione alcuni aspetti poco credibili vengono chiariti, il ritmo della narrazione prende corpo e Kiseiju – La Zona Morta prende definitivamente la sua forma.
Il finale, apertissimo, lascia intendere che la speranza è di veder prodotte nuove stagioni; la prima, composta da soli 6 episodi, conclude la sua linea narrativa lasciando però insolute molte domande e soprattutto permettendo il rilancio di una nuova infiltrazione aliena.
Con i suoi effetti speciali e le sue scene d’azione, Kiseiju – La Zona Grigia riesce nell’obiettivo di rendersi gradevole agli appassionati del genere; ma la sua abilità sta nel coinvolgere anche chi è più indirizzato verso la fantascienza più pura. Se un seguito verrà realizzato è ancora da capire, ma intanto vedere la prima e finora unica stagione non è certo uno spreco di tempo.