Nonostante un nome che non si possa dire brilli per fascino, Kingdom, Dungeon And Hero si rivela un solido e godibile wargame di stampo fantasy.
Quando si parla di wargames, non è affatto facile trovare il giusto bilanciamento tra simulazione e divertimento: il rischio è di venire sopraffatti da innumerevoli fattori e dettagli che rendano la partita uno stillicidio di energie mentali. Circa quattro anni fa lodammo Warplan, classico wargame sulla seconda guerra mondiale, che fu capace di unire la profondità storica con un sistema di gioco che una volta capito si rivelava semplice ed immediato.
Dietro Warplan c’era Alvaro Sousa, sviluppatore portoghese che oggi, con il nome di Kraken Studios, presenta Kingdom, Dungeon And Hero. Il suo nuovo titolo è chiaramente legato al mondo fantasy, e presenta caratteristiche di diversi generi ben miscelate insieme.
Di base, Kingdom, Dungeon And Hero è come detto un tipico wargame: mappa esagonale, terreno di gioco conosciuto (non c’è esplorazione come nei 4X) e unità in gioco presentate sotto forma di pedine con valori dinamici in base alla situazione, all’esito dei combattimenti e del movimento. Possiamo vedere la posizione delle unità nemiche, ma non ne conosceremo la composizione fino a che non ci troveremo a diretto contatto; cosa che rende la decisione su dove muovere le nostre truppe e su come suddividerle un gioco di inganni col nemico.
Rimanendo nell’ambito 4X, esiste una sezione dedicata alla ricerca (non c’è un albero tecnologico ma determinati campi in cui si può migliorare e che portano benefici crescenti) e si possono gestire le infrastrutture da costruire nei propri insediamenti (i cui vantaggi che generano sono spesso direttamente legati proprio al livello di ricerca a cui siamo arrivati).
Non è possibile costruire nuove città nè far crescere la nostra popolazione se non catturando città nemiche, e le diverse materie prime necessarie per il sostentamento del nostro regno si trovano esclusivamente negli insediamenti già presenti ad inizio scenario; d’altronde Kingdom, Dungeon And Hero è un wargame, e quindi è giusto così.
Fin qui nulla di nuovo sotto il sole; è un approccio canonico, funzionale e sicuramente apprezzabile. Quello che stupisce è come Kraken Studios sia riuscita ad inserire elementi fantasy tipicamente da gioco di ruolo in un contesto simile.
La magia è un elemento importante del gioco, che richiede risorse specifiche e tempo di studio (in gioco) per dare i suoi frutti. Al tempo stesso potremo assoldare degli “eroi”, i classici personaggi dei giochi di ruolo in grado di affrontare orde di esseri maligni; saranno utili sia per guidare i nostri eserciti che per amministrare le nostre città, ma soprattutto per cercare nei luoghi in grado di innescare quella che può ricordare una sessione di Dungeons & Dragon alla vecchia maniera.
Quando il nostro gruppo avrà trovato un posto infestato dai mostri, potrà entrarvi dando vita ad un sottogioco (anche piuttosto importante come tempo che richiede quando non si attiva la funzione di esplorazione automatica) per liberarlo dai nemici e rinvenire oggetti unici preziosi, come armi magiche, armature benedette e altre immancabili amenità tipiche di questi umidi sotterranei (sin dagli anni ’80 sembra quasi che sia la terra stessa a generare i tesori nascosti dai dungeon…).
I nostri eroi possono salire di livello, aumentando le loro statistiche e quindi le capacità di combattimento ed esplorazione, ma anche morire (e piuttosto facilmente), conferendo loro un’aura di unità preziose ma anche fragili di fronte ai mostri più forti o a colpi sfortunati.
A livello strategico, la gestione dei turni di gioco è piuttosto veloce e forse poco approfondita; sembra quasi che ci sfugga qualcosa, vista la rapidità con cui concludiamo il nostro turno. Esiste una componente diplomatica ma, una volta gestiti inizialmente gli accordi economici, i nostri emissari non avranno troppo da fare.
A questo proposito, Kingdom, Dungeon And Hero non fa un grandissimo lavoro nell’informare il giocatore su cosa gli stia succedendo intorno, e questo vale soprattutto per la citata fase diplomatica. La risoluzione delle proposte avviene fra un turno e l’altro; il rapportino di inizio turno riporta tutti gli eventi ma in modo un pelo caotico, e non si capisce se alcune relazioni peggiorino in seguito agli accordi stretti o alle semplici trattative in corso con altri Stati o se la cosa avvenga per conto suo.
Però è un po’ tutto il comparto informativo di Kingdom, Dungeon And Hero che non lavora al meglio e abbassa il tasso di comprensione del gioco. Non vengono spiegati i fattori presi in considerazione per risolvere le battaglie e la stessa anteprima di numeri e simboli non permette di capire a cosa si stiano riferendo; per sapere il surplus netto di produzione delle risorse dobbiamo fare mentalmente la sottrazione tra quanto prodotto e quanto consumato, visto che il dato netto non è mai riportato; le caratteristiche degli eroi sono spiegate sommariamente e solo in alcune schermate; lo stesso dicasi per gli esiti delle battaglie, che si comprendono solo dopo un po’ (e in parte).
La missione che fa da tutorial non spiega molte delle dinamiche del gioco, ed il tutorial stesso utilizza l’odiosa e poco lungimirante moda di affidarsi a video caricati su Youtube invece di utilizzare qualcosa all’interno del gioco. Il manuale di gioco è presente ma non è esaustivo e lascia insoluti tanti dubbi che possono sorgere giocando a Kingdom, Dungeon And Hero, come ad esempio se siamo noi ad essere incapaci a selezionare più unità per attaccare da esagoni differenti o se proprio non si può fare (la risposta è no, non si può tecnicamente fare).
Insomma è evidente come per motivi di tempo o di energie sia mancata una adeguata attenzione sul comparto che permette al giocatore di conoscere appieno le dinamiche e le unicità del titolo di Kraken Studios; si spera che col tempo e qualche patch questi problemi possano essere risolti.
Ultimo neo evidente è il tempo speso a guardare giocare i regni gestiti dall’AI: negli scenari ampi e con molti avversari o unità in mappa saremo costretti a fissare vacuamente il monitor fin troppo a lungo.
Quando si parla di esagoni e fantasy, la mente corre subito a Endless Legend e Age Of Wonders; e il confronto è per una volta serrato e ben servito nonostante la diversità di budget delle varie produzioni. Endless Legend e Kingdom, Dungeon And Hero si pongono agli estremi per quanto riguarda la velocità di esecuzione: il tanto osannato (non da noi) titolo di Amplitude Studios è lento, farraginoso e talvolta tedioso; Kingdom, Dungeon And Hero è, nonostante le pause fra un turno e l’altro snello, veloce e forse un pizzico troppo poco approfondito in certe sue dinamiche, ma vince a mani basse il duello. Con Age Of Wonders, specie con il primo capitolo (quello più simile ad un wargame), le cose vanno diversamente; ma i due giochi sono complementari, non escludendo l’un l’altro. Kingdom, Dungeon And Hero è più votato alla strategia ad alto livello ed alla campagna militare; in Age Of Wonders le componenti magiche, della crescita degli eroi e della microgestione sono sicuramente più presenti.
Kingdom, Dungeon And Hero è sicuramente un buon gioco che necessita semplicemente di qualche smussatura (oltre alle informazioni, anche il sistema di ricerca all’interno dei dungeon andrebbe snellito). Considerando che all’immediatezza del gioco, che vanta una struttura attuale tutto sommato ben realizzata, si affianca un editor di scenari, il titolo di Kraken Studios ha virtualmente una longevità illimitata; occorre però che questi scenari vengano creati dalla comunità e perchè no da Alvaro Sousa stesso, e vengano resi facilmente accessibili (al momento non è presente una repository ufficiale).