Il titolo di Team17 è ottimo se avete un gruppo di amici a cui piaccia impersonare ruoli; il problema è se non conoscono l’inglese.
King Of The Castle è un gioco atipico. Ambientato in un mondo medioevale con alcune sfumature fantasy, King Of The Castle è un party game dei meno classici. Intanto, basta una sola copia del gioco per far partecipare decine di giocatori; e l’altra atipicità è che si tratta di un gioco maturo anche se semplice, ma che richiede doti impersonative per non annoiarsi.
Chi ospita la partita ricoprirà invariabilmente il ruolo del Re, mentre gli altri giocatori saranno i nobili del reame, divisi in diverse fazioni. I giocatori non hanno modo di collegarsi direttamente al gioco; King Of The Castle infatti si appoggia nativamente a Twitch per trasmettere lo streaming della partita agli altri giocatori (ma si possono usare liberamente altri sistemi come Discord o Steam). I nobili possono interagire durante la partita raggiungendo la pagina web ufficiale del gioco tramite browser internet ed inserendo il codice di riferimento della partita in corso; da qui si potrà votare quando richiesto e gestire le scelte della propria linea narrativa.
Sicuramente questo approccio ha permesso al piccolo team di sviluppo di Tributary Games di realizzare un gioco multiplayer senza dover investire troppo in infrastrutture sempre online e di permettere a giocatori non in possesso del gioco di partecipare, ma d’altra parte è indiscutibile che tutto il sistema sia un pelo macchinoso, dovendo appoggiarsi ad elementi terzi che non aiutano nell’immersione di gioco.
E proprio l’immersione di gioco è un altro elemento di difficile valutazione: il gioco è estremamente ricco di elementi narrativi, cosa che sicuramente permette di entrare nel mondo di King Of The Castle, ma che al tempo stesso obbliga i giocatori a dover leggere discrete porzioni di testo rigorosamente in inglese. Questo significa che il gioco non è indicato per chi non conosce la lingua di Albione o non è in grado di concentrarsi sulla lettura; a meno che chi ospita la partita non si presti a fare anche da traduttore e narratore. Alcuni gruppi si dividono i compiti, variando voci e ricoprendo diversi ruoli; in tali casi sembra di essere di fronte ad un gioco di ruolo dal vivo più che ad un gioco per computer. Ad ogni gruppo le sue regole ed il suo modo di intendere il gioco.
Altro punto sfavorevole è il fatto che il gioco avanza a turni, e se il Re è sempre in qualche modo attivo o al centro della storia, i nobili rischiano di passare diversi minuti in pausa prima che succeda qualcosa che li coinvolga; è possibile seguire infatti in ogni momento l’evoluzione del gioco, ma i momenti di interazione sono scaglionati.
Se però si è in grado di scendere a patto con questi inconvenienti, King Of The Castle può riservare un’esperienza di gioco particolare e sicuramente gradevole.
Il gioco prevede una serie di valori di riferimento a livello di regno e per ogni feudo (alimentazione, commercio, stabilità e così via) che il Re deve riuscire a gestire al meglio onde evitare insurrezioni e la guerra civile che potrebbe facilmente portare alla sua estromissione ed alla vittoria dei nobili rivoltosi.
I nobili hanno anche un’altra arma dalla loro parte: riuscire a raggiungere degli obiettivi che ne rafforzino la posizione e li rendano più pericolosi; oltre ovviamente alle sottotrame che si dipanano di partita in partita e che rendono il gioco oggettivamente avvincente giocandoci (anche se alla lunga le situazioni saranno sempre le stesse) e magari continuando le dinastie con lo stesso gruppo di giocatori (tenendo però conto che per fare il Re bisogna possedere il gioco).
La presentazione delle informazioni è discretamente buona, considerando che non ci sono valori nascosti, ma avere la possibilità di consultarli in qualsiasi momento in base alle proprie necessità sarebbe stato un elemento da tenere in considerazione (al momento i valori sono visibili solo nella schermata generale ed in poche altre occasioni).
Qualche miglioria andrebbe fatta in termini di chiarezza: specialmente per i giocatori che giocano da browser e che magari sono alla prima partita, non c’è modo di rivedere le regole di gioco, capire i valori e le dinamiche di King Of The Castle se non chiedendo o vedendo l’evoluzione della partita.
Nonostante le sue piccole carenze, King Of The Castle è comunque un validissimo titolo da giocare in gruppo, magari un gruppo a cui piaccia impersonare in modo teatrale i propri personaggi per donare vita e dinamismo al gioco. Giocare a King Of The Castle è qualcosa a metà fra un gioco di ruolo dal vivo e un gioco da tavolo, e potrà piacere a quei gruppi di amici in cerca di qualcosa di diverso dal solito.