Intelligenza artificiale e videogiochi

Osserviamo i recenti progressi nel campo dell’intelligenza artificiale e come questi rivoluzioneranno il mondo dei videogiochi nel prossimo futuro.

 

 

Nell’ultimo periodo, come avrete certamente notato, spopolano in rete servizi che sostengono di sfruttare le più moderne tecnologie di intelligenza artificiale. Non importa che stiate parcheggiando l’auto con l’aiuto del software di bordo o che stiate modificando una foto su Photoshop, ora c’è una IA al vostro fianco. Volessimo fidarci della sola facciata pubblicitaria, ovvero volessimo credere che la realtà sia come attualmente ci viene mostrata, ci parrebbe d’un tratto d’essere stati catapultati cent’anni in avanti in un mondo fantascientifico; ma è realmente così? Sì e no; vediamolo assieme e soprattutto addentriamoci nel merito di alcuni interessanti punti della questione.

 

 

La scintilla dell’attuale rivoluzione artificiale è sorta il 30 novembre 2022 al rilascio dell’ormai noto servizio ChatGPT, offerto dall’azienda statunitense OpenAI fondata nel 2015. ChatGPT non è che un servizio di chatbot che, in parole povere, ci consente di avere una conversazione con un computer. Dal rilascio di ChatGPT molti servizi similari hanno invaso la rete; chi naviga da più tempo però ricorderà già esperimenti di chatbot negli anni 2000, come su MSN Live. Attualmente le aziende usano comunemente bot per l’assistenza online e nei centralini; nulla di nuovo, ma ChatGPT porta sù un ben più alto livello l’interazione con la macchina. L’IA si esprime infatti in maniera del tutto naturale, simulando addirittura emozioni o rispondendo con umorismo; inoltre mantiene memoria dei vari passaggi della conversazione potendo mantenere il filo per tutta la sua durata. Certamente l’IA si muove all’interno di un binario prestabilito dai suoi sviluppatori, ma di fatto possiamo confonderla per un’interazione umana.

 

 

Ma la domanda è: si può parlare di Intelligenza Artificiale? Secondo l’enciclopedia Treccani l’intelligenza artificiale è la “riproduzione parziale dell’attività intellettuale propria dell’uomo”. Questa definizione da sola non ci aiuta molto, dovremmo scendere nei dettagli di cosa sia a questo punto l’intelligenza e di che tipo di intelligenza si tratti. E in ogni caso per la Treccani una IA non deve necessariamente superarci e benché meno eguagliarci. Detto questo, conversando con ChatGPT si ha di fatto l’impressione sì di parlare con qualcuno, ma cercando di vedere oltre l’interfaccia sembra più di avere a che fare con un complesso e raffinato motore di ricerca: fai una domanda all’IA e lei ti risponde in maniera convincente prendendo le risposte da un database di 575 gigabyte e inviandole usando come un puzzle la lingua a lei insegnata. È difficile capire che consapevolezza abbia la macchina di ciò che va scrivendo. D’altronde la possibilità che la macchina possa anche lontanamente avere una consapevolezza riguardo un qualcosa è pura illusione: Ernst F. Schumacher nella sua opera Una Guida Per I Perplessi distingue quattro Livelli dell’Essere dividendo l’universo in mondo minerale, vegetale, animale e umano. A separare il minerale dal vegetale è il fattore vita; a separare il vegetale dall’animale è il fattore consapevolezza. L’ultimo salto tra l’animale e l’uomo è il fattore autocoscienza, quindi consapevolezza della propria consapevolezza; ciò che Cartesio riassumerebbe in “cogito ergo sum”. Quindi, tralasciando l’impossibilità per una IA di guadagnarsi il fattore vita, resta il fatto che semmai fosse possibile ottenere una IA consapevole e consapevole di sé stessa, per ora abbiamo a che fare solo con un algoritmo molto raffinato che ci inganna convincendoci di avere una consapevolezza che in realtà non ha. Si tratta quasi di una prima simulazione di IA e la strada è ancora lunga, senza nulla togliere al notevole risultato ottenuto.

 

 

Uno degli aspetti più interessanti, e di cui forse potremo maggiormente godere nel breve periodo, è stato già marginalmente introdotto in Her, pellicola del 2013 con Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson, che tratta la possibilità di una relazione con le IA. Nel film parlare con le IA è una realtà assodata ovunque, perfino nei videogiochi. Ecco, i videogiochi: questo lo scenario perfetto per le IA che già abbiamo a disposizione. L’idea di esplorare un videogioco dove i personaggi discutono ed interagiscono con noi in modi sempre nuovi rivoluzionerebbe il modo di pensare i giochi e di giocarli. Basti pensare qual è attualmente il limite più grande di un GDR: il numero finito di quest e di opzioni di dialogo con gli NPC. Con delle IA in gioco non solo avremmo avventure possibilmente infinite, ma uniche per ognuno di noi.

 

 

Se dieci anni fa questa rivoluzione delle IA nei videogiochi potevamo immaginarla in un film, oggi sta diventando realtà: la casa di sviluppo Inworld AI sta sviluppando una demo a scopo sperimentale, Inworld Origins, prossima al rilascio, che mette il giocatore a rapportarsi con svariati NPC dotati di intelligenza artificiale. Il giocatore deve risolvere un caso di investigazione parlando liberamente con la propria voce con le varie IA, ognuna delle quali riconosce il parlato e risponde mantenendo il proprio personaggio qualsiasi cosa diremo. Le sempre più affinate tecniche di riproduzione vocale consentono inoltre di dare voce a questi NPC senza che vi sia bisogno del doppiaggio (che non potrebbe esservi in alcun modo, viste le infinite possibilità di dialogo). Il risultato già solo dalle prime anteprime è sorprendente e non può che farci sognare sempre più immaginando tutte le possibili ulteriori implementazioni che queste tecnologie possono avere nel mondo dei videogiochi.

 

 

All’epoca dello sviluppo di Oblivion, la Bethesda aveva intenzione di creare un mondo in cui ogni NPC avrebbe avuto una sua routine: un contadino avrebbe colto dai campi al mattino e poi avrebbe venduto i suoi frutti al mercato, e lo stesso avrebbero fatto gli altri personaggi, quindi il fabbro, il maniscalco e così via, dando vita ad una società con una sua economia di gioco in continua evoluzione. L’idea, troppo complessa, venne poi accantonata in favore di un mondo statico, ma pensate se fosse ripresa adesso con le nuove tecnologie. Un mondo dove gli NPC hanno una loro vita nel gioco possono creare delle società dinamiche che implementino magari anche fazioni, politica e così via. Oppure pensate queste IA in uno sparatutto: potrebbero dare la caccia al giocatore e muoversi in gruppo in maniere molto più avanzate di prima. Se le IA hanno la capacità che sembrano avere di analizzare e comprendere foto, video e testi complessi, si potrebbero educare al volo per assumere i comportamenti che servono all’occasione, magari con un’accuratezza di molto maggiore. Insomma le implementazioni possono essere veramente tantissime ed il mondo dell’intrattenimento potrebbe goderne in modi impensabili, almeno finché le IA non saranno dotate di esoscheletri, fucili laser e bombe a mano.

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