I film scandinavi sono quasi sempre fin troppo lenti e compassati. Il Sospetto non si discosta da questo stile, ma la tematica e’ molto interessante.
Ci troviamo in un paesino della Danimarca. Una bambina racconta ad una insegnante che l’altro insegnante le avrebbe mostrato le parti intime, e l’avrebbe toccata. La reazione della comunita’ e’ immediata e violenta nei confronti del presunto pedofilo, che professa innocenza. Ma e’ davvero colpevole? Oppure la bambina si e’ inventata tutto?
Il Sospetto approccia una tematica che in questi anni, con l’avvento dei social media, sta assumendo toni di difficile gestione: una volta che ti e’ stata appiccicata addosso una etichetta, non te la levi piu’. E quando si tratta di pedofilia o crimini simili, e’ facile capire quale sia l’impatto sulla vita delle persone.
Il film ha un ritmo piuttosto lento, ma non e’ mai noioso. Si tratta della scuola scandinava tanto cara ai critici (il film ha vinto numerosi premi internazionali) ma che oggettivamente e’ uno sfrangiamento di coglioni per lo spettatore medio (io, insomma). La storia e’ ben delineata, anche se forse in un paio di passaggi appare chiaramente costruita; su tutte la scena del coro in chiesa, decisamente fuori luogo e in cui persone normali avrebbero reagito in modo decisamente diverso. Ma tant’e’.
Il regista, Thomas Vinterberg, e’ lo stesso degli acclamati Festen e Riunione di Famiglia: belli, ma lenti da morire.
Il cast e’ quello che e’. Degni di nota non ce ne sarebbero nessuno, ma siccome qualcosa devo pur scrivere cito il protagonista, Mads Mikkelsen, abbastanta repellente alla vista, e che ha partecipato in qualche ruolo a Casino Royale, Scontro tra Titani e Star Wars Rogue One. Filmoni proprio.
Nonostante il mio tono piuttosto ironico, il film alla fine non si rivela cosi’ male. La storia c’e’, il ragionamento che ti fa fare pure. Un capolavoro? No, sicuramente no, nonostante quel che possano dire i critici dei salotti bene. Si tratta di un film che si merita sicuramente una visione, ma probabilmente solo quella. Un po’ come il vecchio ed analogo Girolimoni, Il Mostro di Roma, interpretato da Nino Manfredi negli anni ’70.