Il Movimento Legionario rumeno: le origini della Guardia di Ferro

Il Movimento Legionario alla base della temuta Guardia di Ferro rumena, catalizza la rabbia e le frustrazioni di una classe popolare impotente sedotta da misticismo e nazionalismo.

 

 

Quando la Prima Guerra Mondiale finisce, la Romania siede al tavolo dei vincitori nonostante tecnicamente avesse già issato bandiera bianca nella primavera del 1918; nei fatti riprenderà però i combattimenti poco prima della conclusione delle operazioni belliche su suolo europeo, sempre contro le Potenze Centrali. All’indomani del terribile conflitto, la Romania si vede, nonostante tutto, riconosciuta una notevole espansione territoriale, incorporando regioni come la Transilvania, la Bucovina e la Bessarabia.

Tuttavia, questa “Grande Romania” viene posta di fronte a sfide interne significative: la rapida espansione significa una popolazione etnicamente eterogenea, crescenti tensioni sociali e una fragile economia agricola. Inoltre, il sistema politico rumeno, basato sulla monarchia costituzionale, è caratterizzato da una corruzione dilagante, dall’instabilità parlamentare e da un crescente malcontento popolare verso i partiti tradizionali.

In questo contesto di crisi e disillusione si sviluppano movimenti politici radicali, che mirano a risolvere i problemi della nazione attraverso mezzi alternativi e molto spesso violenti. L’avanzata del comunismo in Russia e il successo dei movimenti fascisti in Italia e Germania ispirano molte organizzazioni di estrema destra in Europa Orientale, anche in Romania. Tra queste, il Movimento Legionaro si distingue per la sua ideologia unica, che combina il misticismo cristiano ortodosso con un nazionalismo estremista.

La Guardia di Ferro rumena, ufficialmente nota come Movimento Legionario (Legiunea Arhanghelul Mihail, “Legione dell’Arcangelo Michele”), si rivela uno dei movimenti politici e paramilitari più controversi dell’Europa tra le due guerre mondiali. Fondato nel 1927 da Corneliu Zelea Codreanu, il movimento sorge nel contesto di profondi cambiamenti politici, economici e sociali che segnano la Romania del periodo e che abbiamo in piccolissima parte citato sopra. Origini e ideologia di questo movimento vengono influenzate da una miscela di nazionalismo esasperato, fervore religioso, antisemitismo e un rifiuto del liberalismo di stampo Occidentale da una parte e del comunismo che prende piede a Est.

 

 

Il fondatore del Movimento Legionario, Corneliu Zelea Codreanu, nasce nel 1899 in una famiglia con forti inclinazioni nazionaliste. Durante i suoi anni universitari, si avvicina a gruppi nazionalisti e antisemiti, acquisendo popolarità per il suo carisma e la sua retorica contro la corruzione e l’influenza “straniera” nella società rumena, spesso identificata appunto con la comunità ebraica. Codreanu viene inizialmente coinvolto in altre organizzazioni nazionaliste, come la Lega della Difesa Nazionale Cristiana di Alexandru Cuza, ma nel 1927 decide di fondare un movimento autonomo che meglio rappresenti il connubio del suo pensiero: la Legione dell’Arcangelo Michele.

Il nome riflette infatti l’importanza della religione ortodossa e del simbolismo cristiano nel suo programma politico, che mira a rigenerare moralmente e spiritualmente la Romania. La base del movimento, a differenza di molti altri movimenti europei simili, è formata da uomini del mondo rurale e studenti più che da ex combattenti della Guerra Mondiale, e si contrappone alla borghesia e all’aristocrazia rumena francofila che guarda con grande favore al liberalismo e al nascente capitalismo. La questione della vicinanza al modello francese, tanto da imitarne usi, costumi ma anche addirittura la lingua (l’élite rumena scrive e parla spesso in francese tra parigrado) esaspera una classe popolare alla ricerca di una propria identità.

L’accento sulla purezza etnica e sulla spiritualità ortodossa risponde proprio a questo bisogno di identità in questi anni di cambiamenti rapidi e destabilizzanti, mentre l’incapacità della politica, l’endemica corruzione ed inefficacia a rispondere ai bisogni, spinge sempre più persone tra le braccia di gruppi estremisti. Infine, parte del movimento si identifica nella lotta al comunismo sovietico. La Romania appare come uno stato cuscinetto, a cavallo tra il mare rosso bolscevico e i paesi più sviluppati d’Europa, ispirando il terrore di una futura ingerenza sovietica nelle sorti della nazione.

Altro cardine della visione politica ed ideologica del movimento sono il forte antisemitismo e l’idea di un nemico interno da combattere. Il nemico è rappresentato principalmente dagli ebrei, accusati di controllare l’economia e di corrompere la cultura e la politica del paese.

Nel 1930, il movimento assume il nome di Guardia di Ferro, diventando una vera e propria organizzazione paramilitare. I suoi membri adottano un’iconografia e una simbologia distintive, tra cui uniformi verdi e il saluto fascista che riflette l’influenza e la vicinanza ai regimi autoritari europei. Tuttavia, la Guardia di Ferro si differenzia dai movimenti fascisti occidentali per il suo marcato misticismo religioso e la sua enfasi sul sacrificio personale. La Guardia di Ferro si dedica fin dai primi anni ‘30 a una campagna di violenza politica contro i suoi nemici, inclusi leader politici, intellettuali e membri della comunità ebraica. Nonostante il terribile clima e la nomea che assume in una grande fetta della società, il movimento si amplia e diviene rapidamente una forza temuta e rispettata nella politica rumena, attirando sia il sostegno delle masse popolari che l’ostilità dell’élite politica.

L’ascesa di Codreanu e del suo movimento, riflette la crisi di un paese diviso tra modernità e tradizione, tra stabilità politica e radicalizzazione ideologica. La sua crescente forza e dirompenza segna la politica rumena sia degli anni ’30 che dei primi anni ’40, partecipando attivamente alle vicissitudini politiche e militari della Romania verso e durante la Seconda Guerra Mondiale, come vedremo più avanti in un prossimo articolo.

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