Il miglior gioco di rally per il 2022

Abbiamo effettuato una prova comparativa sui principali giochi fuoristradistici per PC presenti sul mercato; qual è il miglior gioco di rally nel 2022?

 

 

Il fuoristrada ha un fascino indiscutibile. Se in tv siamo abituati a vedere auto e moto girare su tracciati tornata dopo tornata, il livello di difficoltà insito nel dover affrontare curve sempre diverse è tutt’altra cosa.
Il mondo dei videogiochi non abbonda di titoli dedicati a questa specialità, eppure ce ne sono abbastanza da soddisfare palati diversi; ognuno con i suoi pregi ed i suoi difetti. Ecco la nostra selezione alla ricerca del miglior gioco di rally del 2022.

 

Dirt Rally (2015)

Non potevamo non iniziare la nostra carrellata con il titolo che ha dato vita alla nuova generazione di giochi di settore. Dirt Rally è stato rivoluzionario, portando sui nostri monitor una grafica pazzesca per l’epoca, anche se leggermente sfocata (non un bene quando si guida), unita ad una modalità di gioco meno estrema rispetto ai titoli presenti al momento dell’uscita.

 

 

Buona la gestione delle riparazioni e dei settaggi: cambiare un parametro modifica sensibilmente il comportamento del nostro veicolo in strada.
Dobbiamo anche stare attenti alle scadenze contrattuali dei nostri meccanici, che potrebbero abbandonarci nel mezzo di una gara. Scomodo.
Nota negativa sui tracciati: soltanto 6, con poche tappe ciascuno e nessuna molto lunga. Davvero pochino.

 

 

Con un modello di guida decisamente buono (per alcuni ancora insuperato), dotato del giusto tasso di realismo, ed usando probabilmente il miglior navigatore di sempre, Dirt Rally si è imposto come il titolo di riferimento per diverso tempo, offrendo una mini carriera e numerosi veicoli da poter guidare divisi in classi, incluse quelle storiche. Ancora oggi ha la sua nicchia di appassionati che non lo cambierebbero con nient’altro.

 

Dirt Rally 2 (2019)

Dirt Rally 2 è la naturale evoluzione del titolo padre, dal quale però si differenzia sia in meglio che in peggio. Ha una grafica decisamente più attuale e molto più nitida che risulta assolutamente più adatta a questo tipo di giochi, ed offre molti più tracciati ed auto con cui correre. L’approccio generale però è molto più arcade, mutuato dalle console ed adattato al suo pubblico; il risultato è un qualcosa di dolce-amaro che non convince su tutto.

 

 

Per esempio la gestione della macchina: la riparazione dei danni è slegata dalle gomme, tanto che ci dimenticheremo spesso di sostituirle, costringendoci a correre un paio di tappe sul sapone. Non possiamo scegliere i nostri meccanici, solo migliorare quelli che ci vengono automaticamente assegnati; le regolazioni sulla macchina non sono così impattanti e, sebbene possiamo cambiarle, ci troveremo spesso ad usare quelle base per non sbagliare. Paradossalmente, anche allontanandosi molto dai settaggi di base, a volte non si apprezzano differenze di guida sostanziali.
Ci sono poi dei bonus che possiamo sbloccare guidando i giusti chilometri con la macchina e pagandoci sopra un qualcosa; una modalità che ricorda il buon vecchio Flatout e che conferma l’approccio meno simulativo di Dirt Rally 2.

 

 

In gara notiamo come sia ridicolo l’uso dei fari: inesistenti di giorno, dei riflettori della contraerea di notte. Le scritte a schermo sono eccessive e distraggono, e se è vero che si possono disattivare, è anche vero che non è possibile tenere a schermo la barra di completamento della tappa senza escludere la distanza dal pilota di testa, una cosa che distoglie l’attenzione dalla strada. Da notare il navigatore che, diversamente da tutti gli altri titoli, annuncia prima la difficoltà e poi la direzione della curva: un approccio spiazzante e che in molti non gradiscono.
Infine, è un gioco in cui non esiste una camera che mi soddisfi pienamente: buona ma non perfetta quella dall’interno dell’abitacolo, mentre quelle sul muso sono o poco adatte o fin troppo basse sul terreno; e in terza persona non si riescono a prendere, come spesso accade, le giuste misure.

 

 

Ancora, non esiste una vera modalità carriera, ma verremo lasciati liberi di correre dove vogliamo, come vogliamo e quando vogliamo senza alcuno scopo preciso (fatto salvo che intrapresa una stagione dovremo concluderla). Addirittura, acquistando la versione GOTY (come farebbe chiunque, visto il prezzo), ci troviamo il portafoglio gonfio di milioni di crediti ed il garage già fornito di una decina di auto per correre in qualsiasi categoria, uccidendo la sfida di esplorare il gioco.

Eppure Dirt Rally 2, una volta messe le gomme sullo sporco, è molto divertente:  fra tutti, è forse il titolo che fornisce la miglior esperienza di guida e la miglior offerta di veicoli fra i titoli più recenti. Ha sicuramente più tracciati su cui correre rispetto al titolo padre, anche se non mancano le tappe invertite, cosa che riduce alla fine la varietà. Il multiplayer è ricco e vivo, ed è forse il vero punto di forza del gioco; anche se competere contro un tempo e non contro altri veicoli accanto a noi non sempre cattura il giocatore.
Da non sottovalutare la presenza del Rally Cross e delle corse in salita.

 

WRC 10 (2021)

Il gioco francesce si presenta con la forza della licenza ufficiale, che comprende auto, piloti e sopratutto i tracciati mondiali. Correre tra i filari di uva della Germania o sulle colline ventose del Portogallo, o ancora sulle insidiose mulattiere della Sardegna permette di riconoscere quanto siamo soliti vedere in televisione.

 

 

WRC 10 presenta una vera carriera, con categorie e campionati che danno veramente il senso della competizione e del progresso; molto molto buona anche la gestione dei meccanici e della riparazione della nostra auto. Ovviamente non è possibile acquistare le auto, visto che l’approccio è più legato ad una precisa competizione sportiva ed alle scuderie reali.
WRC 10 soffre però del modello di guida meno soddisfacente del lotto, con un comportamento in strada poco realistico. Come per WRC 7, che abbiamo recensito in passato, l’unica visuale che dia soddisfazione è quella davanti al cofano; guidare la macchina in terza persona ci fa capire come in realtà galleggi sul terriccio e abbia una strana, irrealistica percorrenza in curva.

 

 

Per quanto riguarda il numero di tracciati, WRC 10 presenta un numero limitato di tappe delle varie gare del mondiale rally; anche qui si sfrutta il concetto di tappe invertite per aumentarne il numero, ma almeno in questo caso si ha la giustificazione che riprendono la realtà del rally. Inoltre alcune tappe mondiali sono acquistabili solo dietro DLC; non un bell’approccio per gli appassionati che si aspettano, visto il prezzo di vendita, il pacchetto completo. Si poteva fare di più.

 

Richard Burns Rally (2004)

RBR è il veterano del settore ed è stato per un decennio abbondante il punto di riferimento dei giochi di rally. Il suo altissimo tasso di realismo lo rende un gioco tutt’altro che facile (non lo è nemmeno il tutorial), e la sua grafica oggi datata non può che far storcere il naso ai giocatori più giovani o semplicemente ormai abituati ad altri standard; per questo motivo avvicinarcisi ora non è facile.

 

 

Eppure Richard Burns Rally è tuttora il gioco di rally per eccellenza, quello che i puristi apprezzeranno di più: essendo un gioco vecchia scuola tralascia tutti i fronzoli possibili, concentrandosi solo sul realismo e sull’esperienza di guida più verosimile possibile. Guidare una vettura di RBR è tutt’altro che semplice, rendendo un’impresa portare a termine la tappa senza troppi danni; insomma un grado di realismo che non a tutti potrebbe essere adatto.

 

 

Contrariamente a quanto succede per gli altri titoli di questo speciale, RBR è un gioco moddabile, tanto che esistono tantissime tappe realizzate dagli appassionati (e anche veicoli) che ne aumentano a dismisura la longevità. La comunità, anche se non più numerosa, è ancora viva e ogni anno continuano ad uscire gli aggiornamenti per simulare la stagione in corso. Da questo punto di vista, Richard Burns Rally non ha rivali.

 

Dakar 18 (2018)

Per gli amanti dei raid Dakar 18 è senz’altro un’esperienza unica. Sebbene abbia la necessità di consensare le lunghissime distanze della gara reale in qualcosa di gestibile da un videogiocatore, le sue tappe possono tranquillamente durare anche più di un’ora di gioco reale, anche senza perdersi nelle pianure argentine o sulle sabbie della costa peruviana.

 

 

Dakar 18 non è il miglior gioco in termini di modello di guida, ma è realizzato in modo più che dignitoso e giocando con la visuale dal cofano si apprezzeranno al meglio sia i comportamenti del veicolo che i panorami, suggestivi ed impressionanti.
È l’unico gioco del lotto che permetta di guidare anche moto e camion, e qui il ruolo del navigatore ricopre una funzione diversa ma altrettanto essenziale, visto che spesso non ci sono punti di riferimento e non ci sono strade da seguire; in terreni aperti è facilissimo perdersi e si corre il rischio di vanificare quanto di buono fatto se si predilige la velocità pura all’attenzione al dettaglio.

 

 

Di Dakar 18 abbiamo pubblicato la recensione qualche anno fa, ed è tutt’ora uno dei nostri giochi preferiti.

 

Dopo aver provato tutto quello che offre il mercato, non mi sento di dire che ci sia un titolo superiore a tutti gli altri. Ognuno ha le sue peculiarità ed i suoi punti di forza, ma tutti hanno dei lati deboli piuttosto importanti.
Personalmente Dirt Rally 2 è quello che mi ha fatto più storcere il naso per la sua atmosfera da giocatore casuale, anche se poi alla guida è forse il titolo col compromesso realismo-divertimento migliore. Dakar 18 è difficilmente battibile per quello che offre, ma è riservato ad una nicchia di giocatori e non è esente da imperfezioni. WRC 10 è quello che mi fa più rabbia, vista l’ottima realizzazione dei tracciati e della carriera ma non il modello di guida ereditato dai capitoli precendenti.

Insomma, pur essendoci chiesti quale fosse il miglior gioco di rally per il 2022 la sfida è ancora aperta; il titolo definitivo non esiste!

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