Il Corpo di Spedizione Brasiliano sul fronte dell’Italia settentrionale

Tra il 1944 e il 1945 il Corpo di Spedizione Brasiliano (FSB) combatte nell’Italia centro settentrionale contribuendo alla liberazione dal nazifascismo.

 

 

Nonostante un’apparente simpatia tra il Brasile, la Germania e l’Italia, dovuta soprattutto alle numerose comunità tedesche e italiane presenti nel Paese sudamericano, il 22 Agosto 1942 i tre Paesi entrano ufficialmente in conflitto. A dichiarare lo stato di guerra è proprio il Brasile, in seguito al ripetuto affondamento di navi battenti bandiera brasiliana da parte dei temibili U-Boat tedeschi. Non è un caso che i sottomarini battano quelle parti dell’Oceano Atlantico: il Brasile intrattiene intensi rapporti commerciali con gli Alleati (in particolare gli Stati Uniti) e garantisce alle loro navi un attracco sicuro nei propri porti. La conformazione del Paese, che si incunea nell’Atlantico, rende questi porti perfetti anche come basi per attacchi alle navi tedesche e italiane. La pressione del popolo che in pubblica piazza protesta contro le azioni deliberate dei tedeschi e chiede un deciso intervento, spinge il governo brasiliano a entrare in guerra a fianco di britannici e statunitensi.

Nonostante l’iniziale entusiasmo, il Brasile fatica a reclutare e soprattutto addestrare efficacemente un vero e proprio corpo di spedizione da inviare nei teatri di guerra. Quando finalmente riesce a dotarsi di una valida unità pronta al combattimento, la guerra sembra già volgere verso la sua fine: siamo infatti nel 1944, due anni dopo l’entrata in guerra, e invece che un Corpo di centomila unità, partecipa con un contingente di circa venticinque mila unità, la forza di una divisione.

Il teatro scelto per le azioni della divisione brasiliana, che prende il nome di FSB (Corpo di Spedizione Brasiliano) è l’Italia e i primi contingenti sbarcano a Napoli nel Luglio 1944, in maniera anche disorganizzata e privi di un vero e proprio piano di azione, con poco equipaggiamento. Mano a mano che gli uomini dell’FSB arrivano in Italia, l’unità viene spostata sempre più a Nord, in seno al IV Corpo Armata statunitense che riesce a dotarli del necessario per partecipare attivamente alla campagna italiana.
A Settembre l’unità si trova in Toscana, nel settore della Quinta Armata statunitense, ed è proprio qui che per la prima volta si scontra con unità tedesche e italiane nei pressi di Lucca e conclude la prima parte delle operazioni con la cattura di alcuni centri abitati come Camaiore e Barga.
A Novembre, gli alti comandi assegnano alla divisione brasiliana l’arduo, e di fatti quasi impossibile, compito di catturare alcuni passi dell’appennino tosco-romagnolo, senza alcun aiuto da parte di altre unità presenti nella zona. La difesa nemica riesce a infliggere numerose perdite alla FSB che dopo il fallimento delle operazioni di Novembre deve svernare nel settore appenninico, in condizioni meteorologiche impervie: la maggior parte dei soldati non avevano mai sperimentato temperature sotto lo zero o la neve.

 

 

Dopo la pausa invernale, con l’inizio di Marzo, riprendono i cruenti combattimenti sull’Appennino dal versante romagnolo. In collaborazione con la Decima Divisione Alpina statunitense, finalmente i brasiliani conquistano le posizioni e i passi di montagna (Monte Castello e Castelnuovo) che ne permettono la discesa verso Modena e Bologna.
La spinta decisiva delle forze facenti capo al settore della Quinta statunitense si ha a partire dalla metà del mese di Aprile. I brasiliani conquistano Montese. Il 21 Aprile, a una settimana dall’inizio delle operazioni, gli Alleati entrano a Bologna mentre reparti brasiliani raggiungono Parma nella fatidica giornata del 25 Aprile. Proprio nell’area parmense, il 26 Aprile ha inizio la battaglia di Collecchio tra il grosso delle forze brasiliane, supportate dai partigiani italiani e reparti tedeschi e italiani in ripiegata dalla Liguria, dalla forza di molte migliaia di uomini e molti mezzi corazzati. Dopo tre giorni di intensi combattimenti, in quella che può essere definita la più importante battaglia per la FSB, i generali avversari Mario Carloni e Otto Fretter, alzano bandiera bianca e si arrendono ai brasiliani i quali fanno prigionieri non meno di quattordicimila combattenti nel settore parmense, con l’intera 148esima Divisione tedesca quasi intatta e reparti della 90esima Panzergranadier e 1° Bersaglieri “Italia”.
La divisione brasiliana raggiunge infine Torino e si ferma nei pressi di Susa dove incontra i reparti francesi arrivati dall’Oltralpe. È il 2 Maggio 1945, ultimo giorno di combattimenti in Italia.

Dopo una breve esperienza come forza di occupazione di alcuni grandi centri del Piemonte, l’unità brasiliana viene richiamata in patria e nonostante il disappunto statunitense, dismessa con tutti gli onori.

I corpi dei soldati brasiliani morti nella campagna d’Italia riposano a Pistoia, nel cimitero militare brasiliano.

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