Gunny: la recensione

Con la sua bravura ed il suo caratteristico temperamento, Clint Eastwood permette di far brillare un film altrimenti tutto sommato anonimo.

 

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Gunny e’ un film che ho visto tantissime volte, sin da adolescente fino ad oggi. E’ un film particolare, piu’ intimista rispetto a quel che ci si potrebbe aspettare, e che risulta carente proprio dove invece tutti attendono il colpo da maestro.

Clint Eastwood interpreta magistralmente i panni del Sergente Maggiore Thomas “Gunny” Highway, militare di carriera, reduce delle guerre di Corea e Vietnam, e che riesce dopo tanto tempo a farsi riassegnare ad un reparto combattente prima di andare in pensione. Accolto con amore dai suoi vecchi amici e con astio dalla sua ex-moglie e dal comandante di reparto, dovra’ rimettere in sesto una squadra di esploratori estremamente indisciplinata ed allo sbando.

 

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Il film alterna momenti in cui Gunny e’ alle prese con i soldati e le ipocrisie militari ad altri in cui si accentua l’aspetto personale del protagonista, messo a confronto con il suo passato, la guerra, la vita familiare andata a rotoli, gli amici e fondamentalmente un non dichiarato ma chiaramente visibile malessere dovuto al non aver realizzato nulla al di fuori della vita militare.
Questi passaggi sono sicuramente la parte migliore del film, dove un Clint Eastwood anche regista da il meglio di se e riesce a creare un avvolgente alone di malinconia e tristezza, permettendo pero’ allo spettatore di mantenere il sorriso.

Meno riusciti, decisamente meno, i momenti dedicati all’arte della guerra. Soldati ammassati l’uno sull’altro che sparano a casaccio, che si espongono al fuoco, che combattono senza curarsi delle perdite sono tutte cose che contraddicono una certa celebrazione della guerra e dei veterani. Lo stesso modo in cui il plotone di Gunny si comporta e’ irrealistico; sarebbero gia’ stati tutti puniti, trasferiti o deferiti alla corte marziale. Per non parlare del comportamento da cagnolini quando arriva il nuovo sergente.

 

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E’ un peccato che il film degradi proprio sul finale, dopo che la preparazione al momento topico abbia creato cosi’ tante realistiche aspettative. Purtroppo qui la regia di Clint Eastwood e la scarsa vena degli comprimari, tutti abbastanza inutili, fanno cilecca e generano il danno.

A proposito di attori, oltre all’immenso Clint Eastwood mi sento di citare solo Marsha Mason (l’ex moglie) ed Arlen Dean Snyder (il compagno d’armi), bravi nei loro ruoli ed a sostenere la pellicola.

Gunny e’ tutto sommato una pellicola godibile se avete il pallino delle armi e se volete vedere come un artista dipinto come un vero duro sappia anche gestire il lato umano dei suoi personaggi.

 

Gunny, 1986
Voto: 6
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