Gli anarchici e le violenze strumentali degli estremisti di sinistra

Con il caso Cospito si ripete lo stesso schema di sempre: quando la sinistra è all’opposizione, le frange estremiste dichiarano guerra allo Stato.

 

 

Chiariamolo subito: Alfredo Cospito è un delinquente e merita di restare in carcere. Elemento chiave dell’attentato alla Scuola Carabinieri di Fossano nel 2006 e della gambizzazione dell’Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare avvenuta nel 2012, e figura di spicco della galassia anarchica fin dai primi anni ’90, Cospito è stato messo al carcere duro nel Maggio 2022 dieci anni dopo l’inizio della reclusione, e lo sarà per quattro anni. Poco dopo l’insediamento del governo Meloni, la Corte d’Assise di Appello di Torino ha sollevato una possibile illegittimità costituzionale sul suo status carcerario.

In seguito a questo si è scatenata un’offensiva anarchica che ha colpito diplomatici italiani in Francia e Germania, strutture della Polizia, aziende private e giornali; e mentre l’attenzione dei media è incentrata sullo sciopero della fame operato da Cospito, per l’ennesima volta non si affronta il tema della legalità e del rispetto di leggi e dello Stato.

 

 

 

Le azioni condotte da questi criminali che vogliono imporre con la violenza il loro volere, ipocritamente e ciecamente convinti che qualsiasi mezzo sia lecito per raggiungere il loro scopo, non è null’altro che terrorismo, e segue lo stesso schema che i palestinesi e le Brigate Rosse utilizzavano negli anni ’70.
Uno Stato forte non può e non deve trattare uno sconto di pena o un alleggerimento delle condizioni di reclusione; non lo deve fare perchè l’unico modo per imporre la legalità in una nazione è quello di insegnare che le punizioni sono severe ed inderogabili. È la natura umana: senza regole e senza timore di conseguenze, in breve qualsiasi società collasserebbe.

 

 

Ma c’è di più, perchè le violenze degli anarchici non sono un caso. A partire dagli scontri degli anni ’60, passando per le Brigate Rosse e per le devastazioni organizzate accadute durante il G8 di Genova, i movimenti di sinistra hanno sempre intensificato le loro azioni quando al governo non ci sono i partiti a loro vicini. È un dato di fatto e non sorprende l’inizio di una ennesima campagna che miri a far salire la tensione in Italia dopo, guarda caso, un lungo periodo di governo del PD (che, ricordiamolo, nel paese non ha minimamente le percentuali per governare almeno dal 2017). Che ci siano connivenza, come avanzato ieri in modo piuttosto scomposto e sicuramente rivedibile dall’esponente di Fratelli D’Italia Donzelli, o che si tratti di “favori indiretti”, i gesti degli estremisti non fanno altro che costringere il governo di turno ad attuare qualche forma di repressione, dando l’opportunità alla solita opposizione di mostrare quel volto falso ed ipocrita pronto a criticare ferocemente le scelte che puntano a ripristinare ordine e legalità.

 

 

Questa situazione intollerabile deve finire. È ora che i violenti finiscano in carcere e ci rimangano; e se il 41bis, il carcere duro, ad oggi è l’unica forma di carcere “vecchia maniera” che sia rimasto, probabilmente occorrerebbe inasprire le misure carcerarie nel loro complesso, invece che allentarle ulteriormente come previsto dalla riforma Cartabia.

Una società sana passa per il rispetto del prossimo e delle regole comuni; non c’è spazio per violenti e criminali.

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