Finding Teddy: la recensione

Più che un’avventura grafica, un rompicapo senza alcun indizio fornito ai giocatori. Finding Teddy è un gioco per masochisti.

 

 

Mi piacciono le avventure grafiche; magari non ne sarò un gran divoratore, ma mi piacciono. La cosa che apprezzo di più è la loro capacità di trasferirti in un mondo alternativo in cui accadono cose delle quali dover venire a capo.
Un’avventura può essere facile o difficile, lineare o in grado di costringerti a tornare sui tuoi passi per risolvere un enigma che hai dovuto lasciare indietro; sono approcci apprezzabili in tutti i casi. Quello che non è apprezzabile, è il dover andare per tentativi perché non c’è molto di logico che possa aiutarci ad andare avanti.

 

 

Finding Teddy è una di quelle avventure i cui enigmi non sono risolvibili con la pura logica, ma serve una discreta dose di creatività, pazienza ma soprattutto tentativi a casaccio. E questa non è una bella cosa. Il gioco è un enigma di per sé; io vorrei impiegare il mio tempo a capire come risolvere gli enigmi (logici) di un gioco, non capire come far compiere determinate azioni al mio alter ego digitale. E in aggiunta, come dicevo, molte delle situazioni che ci vengono poste di fronte sono risolvibili soltanto sbattendo la testa e tentandole tutte.

 

 

Non è questo il tipo di avventura “difficile” che ho in mente. Un’avventura è difficile quando ti fornisce tutti i dati per risolvere il problema, lasciandoti il compito di analizzare quello che hai in mano e trovare di conseguenza una via d’uscita. Un’avventura è frustrante quando non ti lascia capire cosa fare per poter andare avanti, e ti trovi continuamente a spostare gli oggetti dell’inventario sugli elementi a schermo sperando accada qualcosa.

 

 

Ma come se non bastasse, il giocatore deve anche adattarsi ad un’interfaccia tutt’altro che comoda e intuitiva. Sì, nelle prime fasi avremo dei messaggi a schermo che ci indicheranno come fare questo o quello, ma nei fatti molto non viene spiegato, a cominciare dal fatto che si possa correre (risparmiandoci tempo fra una schermata e l’altra), o come usare i nostri compagni di viaggio, o ancora il fondamentale spartito musicale che a un certo punto farà la sua comparsa.

 

 

Ecco, lo spartito musicale: per andare avanti nel gioco saremo costretti ad usarlo, inventandoci di sana pianta i concetti da voler esprimere con le note. Potenzialmente è una bella intuizione, ma se di fronte a una scena mi trovo a dover indovinare esattamente la parola che devo ripetere in musica senza avere alcun indizio su cosa avesse in mente lo sviluppatore… beh, è un perfetto esempio di gameplay sbagliato.

Finding Teddy poteva essere un buon gioco (anche se breve), ma non ci si diverte; la frustrazione è tanta e occorre stare attenti a non premere inavvertitamente il tasto ESC pena la chiusura immediata del gioco. Insomma, probabilmente meglio evitarlo.

 

PRO:

  • Protagonista simpatica
  • Spartito musicale potenzialmente una bella intuizione

CONTRO:

  • Enigmi illogici e frustranti
  • Mancanza di chiarezza su come usare il gioco
  • Breve

 

Finding Teddy, 2013
Voto: 4.5
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