Nello stesso anno in cui usciva nelle sale il capolavoro di Stanley Kubrick, Sidey Lumet realizzava lo stesso film, girato con toni molto piu’ cupi.
E’ una strana storia, quella che accomuna Fail Safe e Il Dottor Stranamore. Usciti entrambi nel 1964, si basano sulla trasposizione dello stesso libro di Burdick e Wheeler (Fail Safe, per l’appunto); i due registi si accusarono reciprocamente di plagio, dando vita ad una irrisolvibile controversia. Fatto sta che ci ritroviamo con due film praticamente uguali nella trama, ma molto diversi nel modo in cui la rappresentano: mentre Il Dottor Stranamore e’ un film grottesco, Fail Safe e’ una pellicola estremamente drammatica.
La storia vede il sistema di difesa nucleare degli Stati Uniti venire automatizzato, basandosi quasi interamente su computer e macchinari che sostituiscono l’uomo. Una serie di inefficienze, errori, guasti e coincidenze porteranno la macchina bellica ad attivarsi pur senza una immediata minaccia sovietica; si riuscira’ a fermare il meccanismo che si e’ messo in moto prima di scatenare una guerra nucleare?
Negli anni ’60 la guerra fredda attraversava uno dei suoi momenti peggiori. Nel ’62 la crisi dei missili a Cuba, splendidamente rappresentata eccezionalmente bene in Thirteen Days, aveva quasi provocato la fine del mondo; e non e’ un caso se Fail Safe viene realizzato appena due anni dopo.
Girato interamente in bianco e nero, e quasi esclusivamente all’interno di piccoli ambienti chiusi, il film riesce abilmente a trasferire un senso di tensione crescente nello spettatore, un’angoscia che monta momento dopo momento e che non termina con i titoli di coda. Sidney Lumet (Serpico, Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani, Quinto Potere) e’ bravissimo nel proporci dei personaggi credibili, reali (quasi tutti) e tangibili, che ci fanno calare in pieno nella situazione di estrema drammaticita’. L’utilizzo dei piccoli ambienti fornisce indirettamente anche un senso di claustrofobia che supporta in tal senso l’intenzione del regista, che sfrutta tecniche cinematografiche semplici ma funzionali allo scopo. Fail Safe e’ un film totalmente privo di effetti speciali, e tutta la carica emotiva viene da trama e dialoghi, e in parte minore da riprese effettuate in modo intelligente e capace.
Il cast e’ ottimo. Henry Fonda, uno dei mostri sacri della cinematografia americana, giganteggia impersonando il Presidente degli Stati Uniti; con la sua capacita’ espressiva ed i suoi modi e’ bravissimo a trasmettere i sentimenti di un uomo politico a cui viene chiesta una prova di carattere quasi disumana. L’altro nome pesante e’ quello di Walter Matthau, capacissimo nei panni dell’analista civile che si dimostra molto piu’ cinico e privo di sentimenti rispetto ai tanto bistrattati militari. E poi una serie di nomi che magari a noi dicono poco, ma che nella cinematografia di quegli anni hanno rappresentato dei mezzi pilastri: Dan O’Herlihy e Frank Overton su tutti.
Fail Safe e’ una pellicola capace ancora oggi di emozionare e di ricordarci non solo quali rischi abbia corso il genere umano appena 50 anni fa, ma del fatto che ancora oggi gli equilibri mondiali corrono spesso sul filo del rasoio, e che basta veramente poco per annientare il nostro pianeta con una guerra atomica, anche solo per un errore.